“Gli accertamenti clinici hanno confermato che si è trattato di un nuovo episodio di pericardite presentatosi in forma molto più dolorosa rispetto all’episodio precedente e, come allora, senza implicazioni cardiache. Passata la fase acuta di dolore, la pericardite viene trattata come una normale infezione, con terapia anti-infiammatoria”. Così il professor Giuseppe Speziale, primario di Cardiochirurgia dell’ospedale San Carlo di Nancy, sull’episodio di pericardite che hacolpito il ministro della Difesa, Guido Crosetto.
Crosetto ha trascorso tranquillamente la notte, sempre monitorato nell’Unità coronarica dell’ospedale. Annullati gli impegni di ieri e di oggi, ma ieri mattina il ministro ha avuto un incontro con i più stretti collaboratori per il quotidiano briefing sulle evoluzioni del quadro di sicurezza.
“Vorrei ringraziare tutte le persone, conosciute o sconosciute, che in queste ultime ore mi hanno inviato messaggi di amicizia, vicinanza e affetto”, ha detto Crosetto.
La pericardite è una infiammazione del pericardio, la sottile membrana a forma di sacchetto che riveste il cuore. Nella maggior parte dei casi, la pericardite si manifesta in forma lieve e di solito migliora senza necessità di particolari trattamenti. Nei casi più gravi può, invece, richiedere l’assunzione di farmaci e, raramente, il ricorso alla chirurgia. Accertare (diagnosticare) e curare la pericardite in tempi rapidi è fondamentale per ridurre il rischio di complicazioni a lungo termine.
I sintomi causati dalla pericardite sono diversi ma il più comune è il dolore al petto provocato dal contatto fra gli strati irritati del pericardio.
Secondo il tipo e la durata dei sintomi manifesti, la pericardite può essere classificata in più tipologie:
A seconda del tipo, la pericardite può includere tutti o alcuni dei seguenti sintomi:
Molti sintomi della pericardite sono simili a quelli di altre malattie cardiache o polmonari e, in alcuni casi, può essere difficile distinguere il dolore provocato dalla pericardite da quello causato dall’infarto. Per tale motivo è importante rivolgersi al proprio medico o al Pronto Soccorso al manifestarsi dei primi sintomi; scoprirne rapidamente la causa permette di ricevere al più presto cure adeguate. Ad esempio, sebbene un dolore acuto al petto possa originare da una pericardite, la causa iniziale potrebbe essere un pregresso infarto o un’embolia polmonare.
Individuare la causa della pericardite è spesso difficile. Nella maggior parte dei casi i medici non sono in grado di determinare la causa precisa (viene spesso usato in questi casi il termine “idiopatico”) oppure sospettano una infezione batterica o virale. La pericardite può anche comparire poco tempo dopo un grave infarto per via dell’infiammazione del muscolo cardiaco sottostante. Inoltre, una forma ritardata di pericardite può verificarsi a distanza di alcune settimane da un intervento al cuore. Questo tipo di pericardite ritardata è conosciuta col nome di sindrome di Dressler. La sindrome di Dressler è anche chiamata pericardite post-pericardiotomica oppure pericardite epistenocardica.
Altre cause di pericardite sono:
Le prime informazioni che il medico richiede quando sospetta una pericardite riguardano la storia dello stato di salute della persona nel tempo (anamnesi), la presenza di dolore al petto e di altri sintomi. L’esame medico include anche una visita generale e l’auscultazione del torace con uno strumento chiamato fonendoscopio.
Il medico durante la visita verifica la presenza di suoni tipici della pericardite, dati dallo sfregamento degli strati della membrana del pericardio infiammato. Tale rumore caratteristico è chiamato strofinamento pericardico. Successivamente prescriverà accertamenti per determinare se ci sia stato un infarto, se sia presente liquido nel sacco pericardico e se ci siano segni di infiammazione. Inoltre, richiederà analisi del sangue per accertare la presenza, o meno, di infezioni batteriche o di altro tipo.
Le procedure per diagnosticare la pericardite possono includere:
La terapia della pericardite dipende strettamente dalle cause e dalla gravità. I casi lievi possono guarire spontaneamente senza necessità di particolari terapie.
Farmaci – Spesso, per ridurre l’infiammazione il gonfiore associati alla pericardite vengono prescritti dei farmaci, tra cui:
Se la pericardite è causata da una infezione batterica vengono somministrati degli antibiotici specifici e, in caso di formazione di liquido, viene effettuato il drenaggio.
Il ricovero in ospedale può essere necessario quando il medico sospetta un tamponamento cardiaco, una rischiosa complicazione della pericardite, dovuta all’accumulo di liquido intorno al cuore, che richiede una delle seguenti procedure:
Il primo passo, quando si hanno sintomi e c’è il sospetto di una pericardite, è quello di rivolgersi al medico di base, al Pronto Soccorso o al medico specialista in malattie del cuore (cardiologo). Molto probabilmente il medico porrà una serie di domande. Prepararsi in anticipo sarà utile per risparmiare tempo e poter approfondire tutti i punti più importanti.
A tal fine è consigliabile annotare su un foglio di carta da portare con sé:
È inoltre consigliabile farsi accompagnare alla visita da un familiare o da una persona di fiducia, se possibile. L’accompagnatore, infatti, potrà aiutare a ricordare le indicazioni del medico. Durante la visita non esitate a chiedere qualsiasi informazione di cui possiate aver bisogno.
Nella maggior parte dei casi riposo e farmaci, presi sotto controllo medico, sono sufficienti per guarire dalla pericardite. Durante il recupero è bene evitare attività fisiche faticose; attività troppo intense, infatti, possono riattivare nuovamente la pericardite. Il medico potrà indicare i tempi di riposo e di ripresa delle attività.
Redazione Nurse Times
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