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Lombardia, tangenti su protesi e apparecchi dentali “a carico” di ignari pazienti: 5 arresti

Nell’ambito dell’inchiesta condotta dalla GdF di Milano sono finiti ai domiciliari due odontoiatri e tre dipendenti di una ditta specializzata nel settore. In totale sono una dozzina le persone indagate.

Presunte tangenti su contratti per la fornitura di protesi dentali e apparecchi per bambini. Per questo motivo il Nucleo di Polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza di Milano ha arrestato due medici odontoiatri delle Asst di Milano e Lodi e tre dipendenti della Wisil Latoor srl, ditta specializzata nel settore. I cinque sono ora ai domiciliari.

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Nel provvedimento, firmato dal gip Carlo Ottone De Marchi su richiesta del pm Paolo Storari, si contesta il reato di corruzione. In totale sono una dozzina le persone indagate, anche per l’ipotesi di associazione a delinquere, mentre la società è indagata anche come ente ai sensi della Legge 231 del 2001 sulla responsabilità amministrativa delle aziende per reati commessi dai propri vertici nell’interesse societario. Per l’accusa i medici avrebbero percepito, a partire dagli anni Novanta, una percentuale sulle forniture per un ammontare annuo tra 5mila e 8mila euro in contanti. L’inchiesta ha anche documentato con immagini lo scambio di denaro.

Un sistema corruttivo cha andava dunque avanti da circa trent’anni, “perpetrato da un’azienda leader nel settore dell’odontotecnica, con la compiacenza di medici operanti presso molteplici Aziende ospedaliere pubbliche lombarde”. Secondo la ricostruzione dei finanzieri, “la società, nelle persone del legale rappresentante e di suoi fidati collaboratori e dipendenti, avrebbe intrattenuto accordi corruttivi con odontoiatri in servizio presso ambulatori pubblici, i quali avrebbero prescritto protesi, accessori e manufatti ortodontici anche in eccesso e/o non necessari, maggiorando così i correlati prezzi poi direttamente pagati dall’inconsapevole paziente”.

Stando all’esito delle indagini, “nell’ambito ortodonzia il sistema illecito consisterebbe nel rilascio di una prescrizione medica per manufatti non necessari, non effettivamente impiantati o dai costi indebitamente raddoppiati”, mentre “nell’ambito protesi, verrebbero rilasciate prescrizioni mediche ove si indicano voci accessorie, non corrispondenti ai trattamenti effettuati, al solo fine di aumentare artatamente il valore finale della prestazione per la successiva fatturazione e pagamento da parte dell’ignaro paziente”.

In cambio, secondo la Guardia di Finanza, “i medici compiacenti avrebbero ottenuto dalla società fornitrice delle protesi un compenso calcolato in percentuale sul fatturato procurato all’azienda mediante le prescrizioni mediche effettuate”, e i soldi sarebbero stati erogati “in contanti, con consegne brevi manu o mediante sconti per i propri studi privati”.

Gli inquirenti, stando a quanto risulta dall’ordinanza cautelare, hanno filmato a metà gennaio anche la consegna di una delle buste con i contanti della tangente, riscontrando la corruzione poi nel sequestro di una scheda che ne teneva la contabilità con l’espressione “50.000 secchi”. Tra le molte perquisizioni in corso, alcune stanno riguardando anche uffici del Pio Albergo Trivulzio e dell’ospedale San Raffaele. Contestualmente sono in corso perquisizioni nelle province di Monza-Brianza e Varese.

Redazione Nurse Times

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