Negli ultimi decenni abbiamo assistito ad importanti cambiamenti nella sfera dell'istruzione degli infermieri.
Sono stati introdotti infatti nuovi processi educativi: da una formazione più tecnica che conduceva al titolo di Infermiere Professionale, si è passati all’attuale istruzione universitaria che attribuisce ai nuovi laureati la qualifica di Dottore in Infermieristica.
Questa offerta formativa è simile anche nel resto d’Europa, grazie all’accordo dello Spazio Europeo dell’Istruzione Superiore (EHEA), il cui obiettivo non è tanto quello di omogeneizzare i sistemi di istruzione superiore, ma piuttosto di incrementarne la compatibilità tra i vari Paesi, pur rispettando le proprie diversità di sistema. In questo modo studenti, laureati e professori vedono il loro titolo riconosciuto anche all’estero. Lo scopo è garantire maggiore facilità di collaborazione e assicurare standard qualitativi comuni.
A consolidare l’accordo di quasi 50 Paesi europei c’è il Processo di Bologna, che stipula obiettivi chiari come ad esempio l’aumento della possibilità di occupazione dei neolaureati e l’adeguamento all’offerta di lavoro tramite l’introduzione di una linea di istruzione comune. Quest’ultima è suddivisa in tre cicli consecutivi: laurea breve, magistrale e dottorato.
I principi fondamentali su cui si basa l’accordo sono due:
Entrano infine in vigore le nuove norme europee sul riconoscimento delle qualifiche professionali. Con la pubblicazione, il 17 gennaio 2014, della direttiva 2013/55/CE,che modifica la precedente direttiva 2005/36/CE, si garantisce un livello di istruzione minimo universale obbligatorio per potersi iscrivere ad un corso di istruzione superiore.
L’istruzione infermieristica nel nostro Paese conduce alla qualifica di Dottore in Infermieristica (Bachelor’s Degree) abilitato all’esercizio della professione sanitaria di Infermiere, a seguito di 3 anni di studio, l’acquisizione di 180 ECTS e lo svolgimento di 1800 ore di tirocinio.
Il Corso di Laurea prevede la frequenza obbligatoria delle lezioni (75% di frequenza) e dei tirocini (100% di frequenza). Si articola in attività didattica, di laboratorio e tirocinio: ad 1 CFU (crediti o ECTS) corrispondono 10 ore di didattica frontale. Ai CFU da acquisire con il tirocinio, i laboratori e le attività pratiche è attribuito un peso orario pari a 30 ore per credito.
Tra gli Stati europei esiste una gran variabilità nella durata degli studi, nel numero dei crediti maturati e anche nelle istituzioni che offrono il corso di studi. Per quanto riguarda invece i contenuti formativi, non dovrebbero esserci enormi differenze, in quanto tutti i programmi sono orientati all’acquisizione delle competenze dell’assistenza infermieristica.
La Germania è forse il Paese che ha subito minori novità in ambito infermieristico. La formazione dura 3 anni, ma viene impartita dagli ospedali e le funzioni dell’infermiere sono molto tecniche e dipendenti dal medico. Tuttavia, recentemente alcune università, come quella di Berlino, hanno cominciato ad offrire il Corso di Laurea di 4 anni e 240 crediti, con formazione in nuove competenze offerte dall’università.
In relazione all’ambito istituzionale, tutti sono centri di educazione superiore, principalmente distinti tra università “scientifiche”, come la nostra, e università delle Scienze Applicate. Alcuni Paesi offrono sia corsi di 3 anni, che di 4 in base all’istituzione e alla specializzazione.
Andrea Barausse
Fonti:
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