L’ecocardiografia transesofagea (TEE) è un esame che viene eseguito per effettuare lo studio della forma, della struttura e del funzionamento del cuore (studio morfologico e funzionale).
Utilizza onde sonore ad alta frequenza (ultrasuoni) prodotte da una sonda posta nell’esofago e collegata ad un ecografo, macchina in grado di elaborare e rappresentare immagini. La sonda transesofagea, sfruttando lo stretto contatto esistente tra l’esofago ed il cuore (l’esofago è il tratto dell’apparato digerente che collega la bocca con lo stomaco passando dietro al cuore), permette una migliore visualizzazione delle camere cardiache, dei grossi vasi polmonari e dell’aorta, delle valvole cardiache, con un dettaglio migliore rispetto a quanto consentito dal più semplice ecocardiogramma transtoracico (ETT).
Prima di eseguire l’esame, il medico si informa sul risultato di precedenti esami riguardanti l’esofago e lo stomaco, su eventuali malattie presenti in tali aree e su eventuali cure farmacologiche in corso. In particolare, è importante comunicare al medico se si è in cura con medicinali per il diabete, farmaci antiaggreganti o anticoagulanti, se si soffre di allergie e se si ha difficoltà a deglutire.
Per eseguire l’ecocardiogramma transesofageo è necessario essere a digiuno dalla mezzanotte precedente il giorno dell’esame. Eventuali farmaci possono essere presi bevendo solo la quantità di acqua necessaria per ingoiarli. Se si hanno protesi orali devono essere tolte prima di sottoporsi all’esame. L’ecocardiografia transesofagea non è dolorosa né pericolosa, ma il passaggio della sonda attraverso la bocca potrebbe generare un certo fastidio. Per questo motivo, subito prima di inserirla, può essere eseguita una anestesia locale spruzzando uno spray (anestetico locale) in bocca per ridurre la sensibilità della gola e rendere più confortevole la procedura.
Per eseguire l’esame la persona è fatta sdraiare sul lettino sul fianco sinistro, è collegata ad un monitor per la registrazione continua dell’elettrocardiogramma e della pressione arteriosa e le viene applicato un piccolo apparecchio, chiamato saturimetro, che consente la valutazione, istante per istante, del livello di ossigenazione del sangue. Inoltre, le viene inserito un ago in vena per l’eventuale somministrazione di farmaci, in caso di necessità. Se la persona è troppo ansiosa, può esserle somministrata una leggera sedazione che, pur mantenendola sveglia, ridurrà la consapevolezza di ciò che sta accadendo.
Il medico, dopo aver inserito tra i denti un boccaglio per non danneggiare la sonda, la introduce in bocca e la guida verso l’esofago procedendo delicatamente. Il passaggio della sonda in gola può essere fastidioso e provocare il riflesso del vomito o la tosse.
La durata dell’esame dipende dal motivo per cui viene eseguito e, soprattutto, dalla collaborazione della persona. In genere dura 10-15 minuti. Al termine, di solito non compare alcun fastidio.
Qualora sia stato somministrato un sedativo, potendo essere ridotto lo stato di vigilanza, non sarà possibile guidare o svolgere attività che richiedano un’attenzione particolare per almeno 5-6 ore.
È possibile che si manifesti un’irritazione della gola, sia per l’effetto meccanico del passaggio della sonda, sia per l’azione dell’anestetico locale. Per questo motivo, non è consigliabile bere o mangiare nelle 2-3 ore successive al termine dell’esame.
L’ecocardiografia transesofagea (TEE) è un’indagine abbastanza sicura ma, come tutte le procedure mediche, seppur raramente può causare alcune complicazioni. I medicinali utilizzati per rilassare la persona che si sottopone all’esame, ad esempio, possono causare problemi di respirazione o nausea (sensazione di malessere allo stomaco), tuttavia tali disturbi si risolvono senza necessità di alcuna cura. La gola potrebbe rimanere leggermente dolorante per alcune ore dopo il test. Sebbene raramente, la sonda utilizzata durante il TEE può danneggiare l’esofago perforandolo con conseguenze gravi e spesso mortali.
Redazione NurseTimes
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