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Le infezioni sessualmente trasmissibili: modalità di trasmissione, sintomi, diagnosi, prevenzione e trattamento

Queste possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno, e le cui cure assorbono ingenti risorse finanziarie

Le Infezioni sessualmente trasmesse (Ist) costituiscono un vasto gruppo di malattie infettive molto diffuso in tutto il mondo

Queste possono essere causa di sintomi acuti, infezioni croniche e gravi complicanze a lungo termine per milioni di persone ogni anno, e le cui cure assorbono ingenti risorse finanziarie. Un tempo note come “malattie veneree” e poi come “malattie sessualmente trasmesse”, nell’ultimo decennio sono state rinominate con il termine di Ist allo scopo di enfatizzare la sempre maggiore proporzione di casi caratterizzati da una modesta espressione clinica (es. Human papillomavirus, Hiv, Herpes simplex virus tipo 1 e tipo 2, Chlamydia trachomatisNeisseria gonorrhoeaeTrichomonas vaginalis).

Quali sono?

Come riporta l’Oms, oggi si conoscono oltre 30 diversi patogeni, tra batteri, virus, protozoi, funghi ed ectoparassiti, resposabili di Ist.

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Batteri

  • Neisseria gonorrhoeae (gonorrea o infezione gonococcica)
  • Chlamydia trachomatis (infezioni uro-genitali, anorettali e faringee da clamidia)
  • Chlamydia trachomatis (sierotipi L1, L2, L3) (linfogranuloma venereo)
  • Treponema pallidum (sifilide primaria, secondaria e latente, sifilide neonatale)
  • Haemophilus ducreyi (cancroide o ulcera venerea)
  • Klebsiella (Calymmatobacteriumgranulomatis (granuloma inguinale)
  • Gardnerella vaginalisMycoplasma hominisUreaplasma urealyticumStreptococco di gruppo BStafilococco aureus (infezioni batteriche non gonococciche e non clamidiali).

Virus

  • Virus dell’immunodeficienza umana (infezione da Hiv/Aids)
  • Herpes simplex virus di tipo 2 e di tipo 1 (herpes genitale)
  • Papillomavirus umano (Infezione cervicale, condiloma genitale, cancro della cervice uterina, della vulva, della vagina, dell’ano e del pene)
  • Virus dell’epatite B e C (epatite, cirrosi, epatocarcinoma)
  • Cytomegalovirus (infezioni a carico di cervello, occhio, apparato gastrointestinale)
  • HHV-8 (sarcoma di Kaposi)
  • Pox virus (mollusco contagioso).

Protozoi

  • Trichomonas vaginalis (uretrite e vaginite)

Funghi

  • Candida albicans (vulvovaginite nella donna; balanopostite nell’uomo)

Ectoparassiti

  • Phtirus pubis (pediculosi del pube)
  • Sarcoptes scabiei (scabbia)

Modalità di trasmissione delle Ist

Gli agenti responsabili delle Ist si trasmettono attraverso qualsiasi tipo di rapporto sessuale (vaginale, anale, orale) per contatto con i liquidi organici infetti (sperma, secrezioni vaginali, sangue, saliva). Inoltre, si possono trasmettere attraverso il sangue (es. trasfusioni, contatto con ferite, scambio di siringhe, tatuaggi, piercing) o con i trapianti di tessuto o di organi (Hiv, Hbv, Hcv, Sifilide), ed infine, per passaggio diretto dalla madre al feto o al neonato durante la gravidanza, il parto, o l’allattamento (es. Hiv, virus dell’epatite B, herpes genitale, sifilide, gonorrea, clamidia).

All’interno di una popolazione, la diffusione di queste infezioni ha un’evoluzione abbastanza caratteristica: nelle fasi iniziali è limitata a un gruppo ad alto rischio con elevati tassi di infezione e alta frequenza di partner sessuali (core group), poi si diffonde a una popolazione a rischio minore (bridging population) che rappresenta l’anello di congiunzione tra il core group e la popolazione generale (general population). La vulnerabilità alle Ist di determinate sottopopolazioni è influenzata soprattutto dalle condizioni socio-economiche e dai comportamenti sessuali. Questa situazione è ulteriormente complicata dalle interazioni tra ospite e patogeno.

Diagnosi

Il quadro clinico delle Ist è spesso aspecifico, con segni e sintomi comuni alle diverse infezioni, i più frequenti dei quali sono:

  • secrezioni anomale dei genitali
  • dolore pelvico
  • comparsa di prurito e/o di lesioni di qualunque tipo nella regione dei genitali, dell’ano, o della bocca
  • necessità di urinare frequentemente
  • dolore o bruciore durante l’emissione dell’urina
  • dolore e sanguinamento durante e/o dopo il rapporto sessuale
  • infezioni oculari neonatali (specie congiuntiviti).

La diagnosi convenzionale si basa sugli esami di laboratorio.

I Cdc raccomandano per esempio che tutte le donne sessualmente attive effettuino a partire dai 26 anni un test annuale per la clamidia in considerazione che questa indagine può dimezzare l’incidenza della malattia. Indagini di laboratorio annuali per clamidia, sifilide, gonorrea e Hiv sono raccomandate anche a tutti i maschi omosessuali. Tuttavia, specialmente nei Paesi con basse risorse e alta diffusione di Ist, questo approccio è troppo costoso o non disponibile.

A partire dal 1990 l’Oms raccomanda, per i pazienti con segni e sintomi suggestivi di Ist, l’approccio sindromico che prende in considerazione l’associazione di più sintomi e segni utili per la diagnosi e che, oltre a essere scientificamente valido, offre l’opportunità di un intervento immediato ed efficace. Si basa su algoritmi e flowchart di orientamento alla diagnosi e al trattamento ed è più accurato della diagnosi clinica e meno costoso di quella di laboratorio. Ha comunque dei limiti: per quanto riguarda per esempio il sintomo più frequente di Ist nella donna, la presenza di secrezioni vaginali, ha bassa specificità in caso di infezioni da gonorrea o da clamidia e si associa al rischio di sovratrattamento delle altre forme di infezioni vaginali. Dovrebbe inoltre essere corretto in base alla prevalenza delle principali Ist nelle diverse aree geografiche.

Un notevole progresso nella diagnostica di laboratorio sarebbe offerto dalla disponibilità di test diagnostici rapidi e poco costosi proponibili come test di screening. La diagnosi di una Ist è più problematica durante l’adolescenza perché la malattia può essere asintomatica. Inoltre, lo stigma sociale e la difficoltà di accesso a servizi sanitari possono incidere negativamente sull’attitudine al controllo da parte degli adolescenti.

Prevenzione e trattamento

Il controllo e la prevenzione di queste infezioni rappresentano obiettivi prioritari di sanità pubblica, per vari motivi:

  • l’elevato numero di persone che ogni anno acquisisce una Ist;
  • la proporzione rilevante di soggetti asintomatici ma infetti ed infettanti;
  • la maggiore diffusione in soggetti con comportamenti sessuali a rischio, come giovani adulti, pluripartner, maschi che fanno sesso con altri maschi (Msm) e chi ha rapporti sessuali in cambio di denaro;
  • la maggiore suscettibilità biologica di alcuni soggetti, come le donne, che hanno un apparato genitale più complesso ed esteso nel quale i patogeni hanno una probabilità maggiore di stabilirsi e sono più spesso asintomatiche; gli adolescenti, che hanno tessuti genitali ancora immaturi e più recettivi ai patogeni; o gli individui portatori di stati di grave immunodeficienza;
  • le gravi sequele e complicanze in caso di mancata o errata diagnosi e terapia, quali la cronicizzazione della malattia, la sterilità, la trasformazione oncogena, la sinergia con l’infezione da Hiv;
  • la possibilità di prevenire e curare efficacemente buona parte di queste.

L’Oms sottolinea che la strategia adottata si deve basare soprattutto sulla prevenzione, con la promozione di campagne informative sulle Ist e sui fattori di rischio e di attività di educazione alla salute sessuale (es. usare correttamente il condom, limitare il numero di partner).

L’informazione e l’educazione si devono accompagnare comunque anche a misure di identificazione sia delle persone infette che non mostrano sintomi (per esempio con lo screening di alcune categorie, come le donne in gravidanza), sia dei loro partner sessuali.

Un problema cruciale è la gestione del partner sessuale del paziente con diagnosi accertata, allo scopo di mettere in atto interventi di screening e di trattamento delle Ist volti anche a limitarne la diffusione.

Oltre al trattamento dei sintomi, va messa in atto la prevenzione delle ricadute e la prevenzione della trasmissione delle Ist. Il trattamento delle Ist è un fattore cruciale per il controllo dell’infezione da Hiv. La cura tempestiva è molto importante, perché riduce l’infettività del paziente e limita i contagi (breaks the chain of transmission, secondo i dettami dell’Oms).

Secondo l’Oms, l’approccio complessivo per le Ist dovrebbe prevedere:

  • un facile accesso ai servizi di diagnosi e cura
  • un’accurata informazione sulle presentazioni cliniche delle IST e sulle possibili complicanze ed un’educazione alla salute sessuale (es. messaggi chiari sul corretto uso del condom)
  • l’identificazione delle Ist attraverso l’approccio sindromico,
  • un trattamento appropriato
  • il trattamento anche del partner (partner notification)
  • l’aumento e la facilitazione dell’offerta dei test di diagnosi per identificare anche i casi asintomatici
  • la promozione del test Hiv
  • la messa a punto dei servizi per migliorare la consapevolezza e la capacità dei giovani di prevenire le Ist
  • specifiche misure di prevenzione e controllo delle Ist per i soggetti con comportamenti sessuali a rischio (es. giovani, omosessuali, tossicodipendenti, soggetti che fanno sesso in cambio di denaro)
  • l’utilizzo di vaccini disponibili
  • l’implementazione della sorveglianza dei comportamenti
  • il coinvolgimento di tutte le parti in causa, sia del settore pubblico che del settore privato, per la prevenzione e il trattamento delle Ist.

Redazione NurseTimes

Fonte: epicentro.iss.it

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