L’autotrasfusione perioperatoria ortopedica

Il sistema di autotrasfusione perioperatoria ortopedica è un dispositivo completamente automatizzato per la raccolta, il lavaggio e la reinfusione del sangue al paziente durante e dopo un intervento di chirurgia ortopedica, e permette di evitare trasfusioni allogeniche non necessarie e i relativi rischi di infezione ad esse associati. Fornendo globuli rossi freschi ad alta concentrazione di ematocrito in un flusso costante.

Il dispositivo permette di reinfondere al paziente il suo stesso sangue di alta qualità, con un ridotto rischio di infezione. Il trattamento di sangue autologo, la separazione del plasma, residui cellulari e contaminanti indesiderati, come pure la raccolta nella sacca di ritrasfusione sono eseguiti automaticamente. Il sistema è completamente portatile, con una batteria integrata e una pompa del vuoto che consente il supporto dei pazienti durante l’intero corso delle cure perioperatorie.
Il riconoscimento dei rischi la cui trasfusione allogenica espone il ricevente, quella che avviene tra organismi geneticamente diversi ma appartenenti alla stessa specie, ha favorito una serie di provvedimenti tecnici e organizzativi orientati a ridurre il ricorso alla trasfusione di sangue dal donatore.
Tale pratica può essere applicata in caso di pazienti sottoposti a:

  • intervento di protesi totale d’anca;
  • intervento di protesi totale di ginocchio;
  • intervento di revisione di protesi di anca o di ginocchio.

Nella pratica il recupero di sangue, raccolto nei drenaggi, inizia in sala operatoria e prosegue poi nel reparto ortopedico. Il sangue recuperato può essere reinfuso direttamente dal personale infermieristico senza il supporto del medico, ed è una tecnica che non può essere applicata in pazienti che presentano coagulopatie, tumori o infezioni in sede di intervento.

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È importante che sulla sacca di reinfusione vengano annotati come e cognome del paziente e l’ora d’inizio della raccolta, in quanto và recuperato e reinfuso solo il sangue nelle prime quattro-cinque ore.
Si procede alla re infusione utilizzando un deflussore con filtro per macroaggregati.

L’intera operazione deve essere effettuata garantendo la massima sterilità. Durante la re infusione l’infermiere monitorizza il paziente controllando i parametri vitali (pressione arteriosa, temperatura corporea, frequenza cardiaca, diuresi…). Tali controlli sono importanti per rilevare precocemente eventuali reazioni alla refusioni.

IDA BAIANO

Redazione Nurse Times

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