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La peer education in ambito infermieristico: stato dell’arte

La peer education si fonda su alcune parole chiave come “pari”, “insegnamento”, “apprendimento”e “educazione clinica”. Le caratteristiche della peer education sono fondamentalmente l’equivalenza di status di educatori e discenti, la possibilità di rendere responsabili e partecipi gli studenti che divengono educatori, il rafforzamento del senso di efficacia personale e collettiva dei ragazzi, la possibilità dell’apprendimento in piccoli gruppi che consente che si sviluppi una maggiore confidenza tra coloro che ne fanno parte, il mutuo insegnamento fra entrambe le parti e la valutazione degli studenti educatori nell’acquisizione delle loro competenze.

Si tratta di una sorta di ribaltamento del modello tradizionale di educazione (didattica tutoriale asimmetrica), che tende a coinvolgere i giovani in forme più o meno costrittive e manipolatorie, affinché assorbano programmi e contenuti stabiliti unilateralmente dagli adulti.

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La peer education, al contrario, punta a riconoscere e a promuovere un ruolo attivo degli studenti, che diventano protagonisti consapevoli della propria formazione. Il rapporto educativo diventa così un’esperienza democratica, nella quale l’interazione fra educatori ed “allievi” viene a fondarsi sulla simmetria, l’eguaglianza, la complementarità ed il mutuo controllo, laddove invece il rapporto educativo classico risulta essere asimmetrico, e il potere che vi si concentra tende a collocarsi da una sola parte. In questa ricerca sono stati trovati studi di peer education rivolti ai corsi universitari, in special modo al corso di laurea in Infermieristica.

La metodologia di insegnamento tra pari produce reciproci benefici in termini di performance accademica inoltre aumenta anche l’esperienza di apprendimento per coloro che ne prendono parte. Sono stati riportati vantaggi, incluso il potenziale di miglioramento della qualità dell’apprendimento e la concessione di autorità agli studenti, sviluppando l’abilità di dare giudizi e migliorare le capacità di comunicazione e di interazione. Tra i potenziali svantaggi sono stati inclusi l’assegnare pregiudizi e l’attrito tra pari, disagio nel valutare il lavoro dei pari e la sensazione di sentirsi inadeguatamente allenati per il ruolo di giudicante.

Lo studio di Ramn, Thompson e Jackson del 2015 prende in considerazione il metodo di insegnamento e valutazione tra pari associato alla tecnica della simulazione infermieristica. Nella ricerca qualitativa sono state raccolte le risposte ad un questionario sottoposto agli studenti infermieri del primo anno e del terzo anno che avevano partecipato a quest’attività che consisteva nell’eseguire la procedura di vestizione in maniera asettica. In questo studio si è notato che gli studenti discenti hanno apprezzato il “rilassante stile di apprendimento” e “l’accessibilità agli insegnanti”.

Lo studio dimostra come l’interazione tra pari sia auspicabile e acuisca l’apprendimento meta cognitivo dei discenti che si identificano con le opinioni e visioni dei colleghi e amici nei loro gruppo di pari. Gli studenti senior hanno descritto l’esperienza positivamente parlando di uno sviluppo della loro capacità di comunicazione, mentre gli studenti discenti hanno guadagnato dall’interazione sociale offerta dal lavorare insieme con studenti con più esperienza, la condivisione di consigli e suggerimenti per aumentare il loro apprendimento e incrementare la pratica futura.

Il concetto di peer learning è stato descritto da Bound nel 2001 come “una doppia via, un’attività di reciproco apprendimento”. Egli parla di “condivisione di conoscenze, di idee e di esperienze” in modo tale da beneficiare entrambe le parti coinvolte. Ross e Cumming nel 2005 descrivono questo approccio come: “ogni situazione nella quale le persone imparano da, o con, altre persone ad un simile livello di allenamento, background o altre caratteristiche condivise.”

Questi autori suggeriscono i possibili benefici di questo approccio: rinforzo e revisione dell’apprendimento, previsione di riscontri, promozione della responsabilità, incremento della sicurezza di sé, sviluppo nelle capacità di insegnamento, di comunicazione, di valutazione, possibilità di lavorare bene in gruppo (team). Gli standard professionali della contemporanea pratica infermieristica sostengono come importante obiettivo l’abilità di insegnare e educare gli altri (ruolo di educatore dell’infermiere).

È assodato il concetto che la pratica infermieristica sia basata sulla teoria. Per questo risulta importante lo studio delle metodologie di apprendimento delle competenze procedurali dei futuri infermieri e il loro impiego nel tirocinio clinico, parte fondamentale della formazione infermieristica. Ramacciati e De Angelis nel 2012 sperimentano un intervento formativo, che, fondato su assunti derivati dall’andragogia, è stato strutturato in forma di laboratorio formativo con didattica interattiva, sessioni di simulazione, mentoring, e coinvolgimento intensivo degli studenti.

Le linee generali del programma sono state quindi incentrate sulla simulazione dell’applicazione del pensiero critico e del processo di nursing nell’analisi di alcuni casi clinici (scenari di emergenza/urgenza e casi clinici di reparto). I due autori definiscono l’infermieristica come: “diagnosi e trattamento della risposta umana, dell’individuo o della collettività, ai bisogni di salute attuali o potenziali”. Un imperativo categorico per la nostra professione è quello di elevare il livello di “consapevolezza” degli infermieri sulla specificità della loro funzione.

Autori: Gessica Angelini, Domenico Dentico, Raffaele Manzari, Giulia Vainella

Bibliografia

Bryer, J. 2012. Peer tutoring for academic success of returning nursing students, J,N,Y. State Nurses Assoc. 43(1), 20.
Linee guida per la Peer education fra giovani coetanei mirata alla prevenzione dell’AIDS, a cura di Gary R. Svenson, Commissione Europea, 1998.
Ramacciati N, De Angelis A. Laboratorio didattico sul modello bifocale della pratica clinica e “pensiero critico”. 2012 Jan; 1- 5.

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