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ONIA SU DATI OMS: I RAGAZZI EUROPEI SNOBBANO IL PRESERVATIVO IN ITALIA, BOOM DI INFEZIONI SESSUALMENTE TRASMISSIBILI

Prof. Stettini (ONIA): “In occasione della Giornata mondiale del benessere sessuale (4 settembre), non
bastano messaggi o dichiarazioni spot, è necessaria un’assunzione di responsabilità da parte di tutti”
Roma, 2 settembre 2024 – “Il preoccupante aumento dei comportamenti sessuali a rischio dei giovani
richiede l’avvio immediato di un’azione ampia e incisiva sul piano educativo e preventivo, inserendo
l’educazione sessuale estensiva nel percorso scolastico, come da tempo richiesto dalle più importanti
agenzie internazionali, dall’Organizzazione mondiale della sanità (OMS), all’UNESCO, alla stessa Unione
Europea”. È questo il commento dell’Osservatorio nazionale infanzia e adolescenza (Onia) della
Federazione italiana di sessuologia scientifica (FISS), a proposito dei risultati contenuti nel rapporto stilato
dall’Ufficio Regionale per l’Europa dell’OMS, realizzato nell’ambito dello studio Health Behavior in School-
aged Children (HBSC).


I dati, a confronto con quelli di dieci anni fa, evidenziano una diminuzione dell’uso del preservativo che riguarda più Paesi, con alcuni che hanno registrato riduzioni più drammatiche di altri.


I ricercatori hanno intervistato oltre 242mila quindicenni in 42 Stati. In base alle risposte, solo sei 15enni su
dieci ha dichiarato di aver usato nell’ultimo rapporto il preservativo. In particolare, tra il 2014 e il 2022 la
percentuale di adolescenti che lo hanno utilizzato è scesa dal 70% al 61% tra i ragazzi e dal 63% al 57% tra le ragazze.
Gli adolescenti provenienti da famiglie poco abbienti hanno dichiarato con maggiore probabilità di non aver usato il preservativo o la pillola contraccettiva rispetto ai coetanei più benestanti (33% contro il 25%).
“Abbiamo osservato negli anni un calo progressivo e costante nel ricorso a metodi di protezione da parte
dei giovani e giovanissimi, poco più di sei ragazzi su dieci utilizzano il preservativo e i 17enni lo usano
ancora meno dei 15enni”, spiega professor Piero Stettini, psicoterapeuta e sessuologo clinico di Savona,
vice presidente della FISS e membro dell’Osservatorio.
“C’è stato – riconosce –, è vero, un piccolo aumento del ricorso alla pillola contraccettiva (con una
percentuale che non raggiunge il 15%, quando in Paesi come Olanda, Svezia, Danimarca siamo al 50-60%)
ma, per quanto riguarda le infezioni sessualmente trasmesse, la pillola non dà alcuna protezione, anche se
come risulta da una nostra recente ricerca ben 1 ragazzo/a su 5 ritiene che protegga anche contro di esse.
Lo studio HBSC evidenzia inoltre un ricorso crescente al coito interrotto (quasi 6 ragazzi/e su 10 lo
praticano) e alla contraccezione di emergenza cui si rivolge più di uno o una 15/17enne su 10”.

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“Un quadro inquietante, dove la cosa che più preoccupa è che, a fronte di queste realtà, le istituzioni sono, tranne isolate eccezioni, ferme o ben poco attive, con i giovani che vengono lasciati soli di fronte a rischi che possono gravemente nuocere alla loro vita, la loro salute, il loro futuro”, commenta il professor Stettini.


Boom infezioni in Italia. Il rischio di veder aumentare le malattie sessualmente trasmissibili fra i più giovani
è reale. “Purtroppo – continua Stettini – questa non è un’ipotesi, ma una certezza: gli ultimi dati
provenienti dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) ci dicono che in tutta Europa, e particolarmente in Italia, c’è stato un boom delle infezioni sessualmente trasmissibili, in Italia la gonorrea tra i 15/17enni è addirittura sestuplicata nel giro di pochi anni (quando in Europa è raddoppiata), la clamidia è più che raddoppiata con i giovani la fascia più a rischio e la sifilide è triplicata”.
“In Italia – commenta – la situazione è più critica, mancando ancora una legge e linee guida nazionali che
assicurino e indirizzino le attività informative e formative rivolte ai giovani sulla sessualità. A differenza di
quasi tutti i Paesi europei, l’educazione sessuale non è inserita nei curricoli scolastici e negli ultimi anni
diverse, valevoli, pur se isolate, iniziative e programmi (molte sono state attivate dai Consultori familiari
pubblici), sono stati ridimensionati o interrotti per la mancanza di investimenti adeguati”.
Occasione da cogliere, ma non per lanciare slogan. Il 4 settembre si celebra la Giornata mondiale del
benessere sessuale promossa dall’Oms, un’occasione per rinnovare il messaggio della prevenzione: “Non
bastano però – precisa il professore – messaggi o dichiarazioni spot, è necessaria un’assunzione di
responsabilità da parte di tutti noi cittadini, genitori, professionisti e organizzazioni sanitarie, scuole,
istituzioni, per arrivare sino ai decisori politici, reclamando un investimento serio, scientificamente fondato
e continuativo a difesa della salute dei nostri giovani i quali da molto tempo e a gran voce invocano
l’introduzione dell’educazione sessuale a scuola”.
Fra i progetti volti all’educazione sessuale attivi in Italia da qualche anno vi è EduForIST, finanziato dal
Ministero della Salute che opera in sei regioni: Toscana, Lazio, Campania, Puglia, Lombardia e Friuli.
Indirizzato agli studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado, coinvolge 4 Università, un
gruppo allargato di esperti e volontari di molte associazioni.

“E’ un progetto ambizioso – osserva Stettini –, di educazione all’affettiva e alla sessualità finalizzato a promuovere non solo conoscenze scientificamente corrette, ma anche atteggiamenti e abilità personali e relazionali che assicurino sia la prevenzione dei rischi, sia, come richiesto dalla stessa OMS, lo sviluppo in positivo della salute sessuale dei giovani”.


Il professor Stettini ha curato, tra l’altro, sotto l’egida della FISS, l’edizione italiana degli “Standard per
l’Educazione Sessuale in Europa” dell’Organizzazione mondiale della sanità, un documento di particolare
rilevanza che ribadisce la necessità di informare le giovani generazioni per tutelare la salute di tutti, e ha
partecipato negli anni passati a un Tavolo di lavoro del Ministero della Salute, dove le Linee Guida sono
state adattate al contesto nazionale giungendo alla redazione di una “Proposta di Linee di indirizzo nazionali per l’educazione all’affettività, alla sessualità e alla salute riproduttiva nelle scuole”, attualmente al vaglio dei Ministri dell’Istruzione e del Merito e della Salute, in vista di un suo possibile varo.

Redazione NurseTimes

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