Tesi di Laurea - NeXT

La dott.ssa Miracapillo presenta la tesi “L’educazione terapeutica: proposta di un management infermieristico per la continuità delle cure tra ospedale e territorio”

Continua il progetto editoriale targato NurseTimes che sta riscuotendo grande interesse tra i nostri lettori.

NurseTimes è l’unica Testata Giornalistica Sanitaria Italiana (Reg. Trib. Bari n. 4 del 31/03/2015) gestita da Infermieri, quotidiano divenuto punto di riferimento per tutte le professioni sanitarie.

Ecco perchè ogni pubblicazione su NurseTimes è spendibile nei concorsi e avvisi pubblici.

Il nostro progetto editoriale denominato NeXT permette ai neolaureati in medicina, infermieristica e a tutti i professionisti della sanità di poter pubblicare la propria tesi di laurea sul nostro portale. Inviateci la vostra tesi di laurea a redazione@nursetimes.org

La dott.ssa Silvia Miracapillo laureatasi presso l’Università degli Studi di Foggia presenta la tesi dal titolo “L’educazione terapeutica: proposta di un management infermieristico per la continuità delle cure tra ospedale e territorio”.

Advertisements


SCARICA LA TUA TESI


ABSTRACT

L’interesse per l’area territoriale/domiciliare e per la continuità assistenziale ha iniziato a svilupparsi in me nel corso di questi anni universitari, in particolar modo durante il tirocinio dove ho potuto conoscere meglio sia la realtà ospedaliera che quella territoriale, la quale mi ha fatto riflettere e andare a fondo sull’importanza delle cure domiciliari.

La dimissione ospedaliera viene di norma pianificata al termine di un periodo di ricovero finalizzato alla diagnosi e cura della malattia e all’assistenza della persona malata.

Il momento della dimissione del paziente è un momento cruciale del suo percorso clinico e rappresenta attualmente una criticità nella gestione assistenziale dell’utente assumendo una funzione decisiva per la “continuità assistenziale”, in quanto rappresenta il momento nella quale viene assicurata un’attenta valutazione clinico-assistenziale del malato. Mentre ad occhi inesperti può sembrare che sia terminato il suo iter, in realtà, spesso e volentieri, è il momento in cui egli necessita di essere maggiormente “preso in carico”. Questo accade non solo perché può essere trasferito in un’altra struttura sul territorio, ma perché, anche se viene inviato al domicilio, spesso necessita di essere accompagnato nel post ricovero.

 Per un appropriato trasferimento della presa in carico ad altri operatori è necessario predisporre chiaramente le operazioni necessarie dal punto di vista gestionale, organizzativo e informativo. L’articolo 27 del Codice Deontologico afferma che l’infermiere garantisce la continuità assistenziale anche contribuendo alla realizzazione di una rete di rapporti interprofessionali e di una efficace gestione degli strumenti informativi. Qualora il paziente venga rimandato al domicilio, è importante valutare il suo grado di autonomia e, in particolar modo, che abbia compreso le indicazioni date dal medico e dall’infermiere. Un ruolo cruciale è giocato dall’educazione terapeutica: insegnare al paziente come gestire alcune problematiche, addestrarlo all’utilizzo di device (dal semplice glucometro, fino ad arrivare ad un ventilatore domiciliare) è un elemento fondamentale per evitare complicanze e re–ammissioni precoci in ospedale.

È utile anche valutare la presenza o meno di un caregiver, ovvero di una persona in grado di accompagnarlo nel post ricovero e che possa essere a sua volta educata a riconoscere segni e sintomi di una patologia, a prevenire complicanze e ad utilizzare apparecchiature elettromedicali.

I ricoveri ospedalieri spesso determinano cambiamenti nel regime di trattamento del paziente con l’aggiunta di nuovi farmaci o l’interruzione di altri; agli assistiti, infatti, viene spesso modificata la terapia farmacologica prescrivendo nuovi farmaci e/o cambiando dosaggio rispetto a quelli che assumeva prima del ricovero. Molte volte accade, però, che gli assistiti, al momento della dimissione, non siano sufficientemente informati sui cambiamenti avvenuti riguardo la loro terapia farmacologica con la conseguenza che non conoscono:

  • la ragione, le indicazioni e lo scopo per i quali è stato prescritto il farmaco;
  • le corrette modalità di assunzione (giusto orario, giusta dose, interazioni con cibi e/o altri farmaci);
  • insorgenza di possibili effetti collaterali (quindi riconoscere e cosa fare in caso di comparsa dei sintomi) e/o controindicazioni; – eventuale necessità di cambiamenti nello stile di vita o di esami clinici.

Il National Council for Patient Information and Education riferisce, infatti, che il 50% dei 2-3 miliardi dei farmaci prescritti annualmente, non sono assunte correttamente.

 Pertanto, i pazienti che vengono dimessi dall’ospedale necessitano di un’istruzione sul regime terapeutico che devono continuare dopo la dimissione.

La disinformazione può essere dovuta a molteplici fattori e non sempre è imputabile ad una carenza di istruzioni al paziente durante la degenza e/o alla dimissione (in questo caso il più delle volte, il compito viene delegato al medico di base).

Da queste considerazioni emergono due problemi principali:

  • spesso vengono fornite informazioni affrettate e/o incomplete senza concedere all’assistito la possibilità di chiarire eventuali dubbi;
  • l’assistito comincia ad assumere i nuovi farmaci senza (o quasi) alcuna indicazione o, comunque, senza una adeguata educazione fino a quando non si reca dal suo medico o dal farmacista o ricava informazioni attraverso altre fonti come la lettura del foglietto illustrativo o la consultazione di siti internet.

Durante la degenza in ospedale, la figura cui il soggetto ospedalizzato fa maggior riferimento per ottenere informazioni riguardo la propria terapia farmacologica, è l’infermiere. (7) L’infermiere, infatti, è colui che somministra la terapia e che fornisce all’assistito le informazioni sulla terapia farmacologica che deve assumere.

 L’educazione all’assistito è una componente dell’assistenza infermieristica:

“L’assistenza infermieristica è servizio alla persona, alla famiglia e alla collettività. Si realizza attraverso interventi specifici, autonomi e complementari di natura […] educativa.” (Codice Deontologico, art. 2 (2009))

“L’infermiere riconosce il valore dell’informazione […] e si adopera affinché l’assistito disponga di tutte le informazioni necessarie ai suoi bisogni di vita.” (Codice Deontologico, art. 2 (2009)) e l’infermiere, nei confronti dell’assistito, infatti, si impegna a: “Insegnare quali sono i comportamenti più adeguati per ottimizzare il suo stato di salute nel rispetto delle sue scelte e stile di vita.” (Patto infermiere-cittadino)
Le informazioni sui farmaci in base alle esigenze del paziente possono contribuire alla sicurezza del paziente migliorando la conoscenza, l’aderenza e la persistenza della terapia ,oltre a rappresentare una strategia per la prevenzione dell’errore durante la loro somministrazione (2), evitando successive riammissioni ospedaliere e diminuendo sia la morbilità sia la mortalità, mantenendo i pazienti nelle loro case; aumentando la loro capacità di prendersi cura di se stessi; riducendo l’ utilizzo delle risorse ospedaliere, riabilitative e di assistenza a lungo termine e l’aumento dei costi sanitari legati ad una non ottimale gestione della terapia. Questo perché i medici che entrano a casa e gli infermieri domiciliari hanno una visione delle esperienze e dei bisogni dei pazienti, il che fornisce loro una prospettiva unica e potenzialmente utile per quanto riguarda la percezione dei bisogni di informazione da parte dei pazienti.

Tutto ciò giustifica il crescente interesse nel trovare approcci innovativi per implementare la conoscenza dei pazienti riguardo la loro terapia farmacologica (come, ad esempio, programmi di auto-cura e interviste post-dimissione). 

Dott.ssa Silvia Miracapillo

Tesi: L’educazione terapeutica: proposta di un management infermieristico per la continuità delle cure tra ospedale e territorio

Rimani aggiornato con Nurse Times, seguici su:

Redazione Nurse Times

Leave a Comment
Share
Published by
Redazione Nurse Times

Recent Posts

Nuovo Registro Professionale Unico Nazionale per gli OSS: un passo cruciale per la professione dell’assistenza

L’Italia fa un significativo passo avanti nel riconoscimento e nella valorizzazione degli Operatori Socio Sanitari…

31/08/2024

Aggressioni ai sanitari del G.O.M. di Reggio Calabria: l’OPI condanna la violenza e chiede azioni concrete

L'Ordine delle Professioni Infermieristiche (OPI) di Reggio Calabria ha preso una posizione netta in seguito…

31/08/2024

ASL BT e soccorso neonatale/pediatrico: arriva il carrello emergenze al Pronto Soccorso di Bisceglie

L’emergenza/urgenza è un settore che richiede preparazione, lucidità ed esperienza e non per ultimo la…

31/08/2024

Infermiere accusata di truffa e falso: ottiene il congedo per assistenza e lavora altrove

Un'infermiera cinquantenne, dipendente dell'Asl5 della Spezia, è finita al centro di un'inchiesta della Procura della…

30/08/2024

Trasfusione di sangue infetto: 850mila euro di risarcimento agli eredi di una donna di Enna

Il Ministero della Salute ha riconosciuto un risarcimento di 850mila euro ai due eredi di…

30/08/2024

Scandalo all’Ospedale di Avola: medico scrive ‘Scassamaroni’ nel referto di un paziente

Avola (Siracusa), 30 agosto 2024 – Un episodio increscioso ha scosso l’ospedale di Avola, in…

30/08/2024