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La dieta per le piaghe da decubito

Una corretta alimentazione può evitare complicazioni per le lesioni

Una corretta alimentazione può evitare complicazioni per le lesioni

Le piaghe da decubito sono lesioni da pressione prodotte da una prolungata compressione del corpo in una determinata zona. A causa di questa compressione si altera il corretto funzionamento dei vasi sanguigni, riducendo così l’apporto di sangue ai vari tessuti e aumentando invece il sangue venoso, ricco di anidride carbonica e scorie del metabolismo. I tessuti, non ricevendo ossigeno, iniziano ad accumulare lesioni che portano a un anticipo della morte della cellula, inducendo fenomeni di infiammazione. Quanto più è grave l’infiammazione, tanto più sarà complicato gestire la piaga da decubito, soprattutto per il personale infermieristico. Ma come si può parzialmente evitare la complicazione di una piaga da decubito con l’alimentazione? Bisogna seguire schemi e consigli precisi:

  1. Aumentare le kcal di una dieta. Quindi mangiare di più a causa delle perdite di tessuto e per lo stato di infiammazione in atto, che facilita l’aumento del metabolismo soprattutto per gli anziani. È importante evitare l’assunzione di un apporto inadeguato di kcal, perché si potrebbe incorrere nella malnutrizione proteico calorica.
  2. Aumentare l’apporto di proteine almeno a 1g al giorno o anche di più; Questo perché, se è in corso un’infiammazione, si arriverà a una fase di catabolismo che prevede per la maggior parte delle volte la perdita di massa magra, principalmente composta da proteine. Inoltre, come sappiamo, i nostri tessuti sono costituiti da proteine, la forma dei nostri tessuti è data principalmente da tanti mattoncini di proteine che si impilano l’uno sull’altro fino a formare un vasto reticolo resistente. Se manca la materia prima, la piaga da decubito non guarirà facilmente. L’organismo ne risentirà perché le restanti proteine saranno tolte dalla massa magra dell’individuo per far fronte alla perdita causata dalla piaga da decubito.
  3. Garantire un adeguato apporto di vitamine e sali minerali. Soprattutto di zinco per quanto riguarda questi ultimi, mentre, per quanto riguarda le vitamine, soprattutto di vitamina C ed E. Queste, in quanto sono antiossidanti, facilitano il processo di diminuzione dell’infiammazione. La vitamina C, in particolare, ha un’azione immunostimolante e favorisce la cicatrizzazione delle ferite.
  4. Valutare con il medico curante la possibilità di utilizzare integratori a base di aminoacidi. Gli aminoacidi sono i componenti delle proteine e hanno grande importanza nella costituzione dei tessuti dell’organismo umano, come la cute.  Tra loro svolge un ruolo importante l’arginina, che sembra essere in grado di stimolare la funzione immunitaria (il cui deficit compromette la guarigione della lesione) e di favorire la produzione di collagene (proteina coinvolta nella costituzione del derma, che dona continuità, elasticità e resistenza al tessuto). Pertanto, può risultare utile addizionare arginina alla dieta dei pazienti con piaghe da decubito.
  5. Nei casi in cui i fabbisogni non possano essere soddisfatti con la sola alimentazione (ad esempio in pazienti con inappetenza, difficoltà a deglutire o a masticare), si può ricorrere a integratori da assumere per via orale (anche di consistenza modificata, cioè cremosa, o addensabili con prodotti specifici per chi ha problemi di disfagia). In commercio esistono integratori specifici per favorire la guarigione delle ulcere da pressione. Sono ipercalorici, iperproteici e generalmente arricchiti in arginina, vitamine, minerali e antiossidanti, specificamente indicati per questa condizione (fonte: educazione nutrizionale Grana Padano).

Semplici gesti potrebbero migliorare la salute del paziente, soprattutto se sottoposto a cura cronica o per un periodo di tempo molto lungo.

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Dott.ssa Maria Ester la Torre – dietista

Redazione Nurse Times

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