La procedura mini-invasiva ha mirato al trattamento di due aneurismi cerebrali in paziente di settant’anni di sesso femminile.
Un aneurisma è una dilatazione di un vaso arterioso del cervello per un’anomala perdita o all’assenza della tonaca muscolare che ha come fattori di rischio ereditarietà (come ad esempio storia familiare di aneurismi, MAV, displasia fibromuscolare )e fattori acquisiti (come ad esempio ipertensione arteriosa, tabagismo, alcol, droghe, traumi cranici).
L’approccio è duplice ovverossia avvalendosi :
L’intervento, che è stato eseguito presso l’Ospedale “Lorenzo Bonomo” di Andria (BT) ed è stato il primo nel Sud Italia, ha visto la partecipazione dell’Equipe Sanitaria diretta dal responsabile dell’ UOC Angiografia dott. F. Quinto, afferente alla Radiologia del Direttore T. Scarabino.
L’approccio endovascolare in regime ordinario degli aneurismi è espletato previo raggiungimento del vaso dilatato patologicamente, con dei microcateteri inseriti dall’arteria femorale che giunti al target del vaso ectasico ne permettono il trattamento con l’impianto di spirali.
Che hanno come obiettivo il riempimento e quindi l’esclusione dell’aneurisma. Il materiale rilasciato nella neoformazione sacciforme è in titanio o platino. A ben vedere questa metodica irradia considerevolmente il paziente e generalmente prevede trattamento post-operatorio usque quod vitam con profilassi antiepilettica.
Questa volta invece è stato impiegato un device, il Contour, grazie al quale si sono ottenuti ulteriori benefici in termini di exit-point del paziente.
Infatti la durata dell’intervento è stata ridotta di almeno 1/3 (con conseguente minore esposizione a raggi) e il post-operatorio in termini di reinserimento sociale non prevede alcuna profilassi iatrogena anticonvulsivante.
Il device in oggetto è un avanzatissimo sistema neurovascolare progettato per trattare gli aneurismi intracranici, e materialmente si presenta come una treccia a rete che devia e interrompe il flusso sanguigno dentro e fuori un aneurisma.
Il dispositivo è posizionato al collo dell’aneurisma e non penetra in profondità nella fragile cupola della struttura malata, evitando cosi la potenziale rottura della sacca. Tant’è vero che questo aiuta a prevenire incidenti intraoperatori.
Sicuramente una importante opzione clinica per il trattamento di aneurismi sacciformi intracranici biforcati e che ha visto come supervisori della procedura la Prof.ssa Alessandra BIONDI da Besancon, Universite de Franche-Comtè – Besancon , ed il prof. Maurizio RESTA Neuroradiologo Interventista e pioniere della metodica nel Sud Italia.
CALABRESE Michele
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