Esami di laboratorio

Leggere e interpretare gli esami ematochimici: EMOCROMO

Emocromo. L’analisi del sangue è un esame veloce e quasi indolore. Il prelievo viene solitamente effettuato da una vena alla piega del gomito, sull’avambraccio o sul dorso della mano.

La quantità di sangue estratto dipende dal numero di analisi cliniche che si devono eseguire, ma in ogni caso si tratta sempre di una quantità molto piccola; il prelievo, in genere, viene eseguito a digiuno, di preferenza alla mattina, per evitare che le sostanze contenute nel cibo ingerito alterino il normale equilibrio del sangue.

Non bisogna eseguire gli esami il giorno dopo un sforzo fisico prolungato, come un allenamento, perché molti valori potrebbero essere falsati. Per esempio la creatinfosfochinasi, che svolge un ruolo fondamentale nelle funzioni energetiche cellulari, avrebbe valori falsati. Ricordatevi che la lettura delle analisi va fatta dal vostro medico.

Il sangue è costituito da una parte liquida, chiamata plasma, e da una parte cellulare o corpuscolata.

Nel plasma è presente una vasta gamma di sostanze quali enzimi, minerali, lipidi, ormoni, zuccheri, vitamine, proteine ecc. La parte corpuscolata è costituita dai globuli rossi o eritrociti, da globuli bianchi o leucociti e dalle piastrine. È probabilmente l’esame più diffuso e più richiesto perchè, attraverso il sangue, non solo si riescono ad individuare le sostanze che circolano nel corpo, ma si riesce anche a capire se un organo sta funzionando bene o se invece ha qualche difetto.

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I valori dell’emocromo

Globuli rossi (RBC)

Sono cellule del sangue (detti anche eritrociti o emazie) a forma di disco appiattito, prive di nucleo, che trasportano l’ossigeno, fissato tramite l’emoglobina in esse contenuta, fino alle cellule dei tessuti e riportano ai polmoni parte dell’anidride carbonica prodotta. Il valore normale nell’uomo è di 4,5-6 milioni/mm3, nella donna 4-5,5 milioni/mm3; anche in questo caso per gli atleti di discipline di resistenza si devono diminuire tali valori di circa 0,5 milioni/mm3.

Un numero di globuli rossi inferiore al normale è il segnale di un’anemia, tanto più seria quanto più il numero di globuli è basso.Se i globuli rossi sono più numerosi del normale, si è in presenza di un disturbo chiamato policitemia. La policitemia può essere il segnale di una disidratazione dell’organismo dovuta a malattie che portano vomito e diarrea. Può essere anche in relazione con l’uso di farmaci contenenti testosterone, oppure può essere dovuta a enfisema polmonare o a malattie cardiache. Anche l’elevata altitudine, o un’intensa attività fisica condotta per lungo tempo, possono determinare un aumento di globuli rossi.

L’emoglobina è influenzata dal numero degli eritrociti.

Globuli bianchi (WBC)

I globuli bianchi, cellule del sangue, sono detti anche leucociti; hanno l’aspetto di piccole masse gelatinose incolori, sono più piccoli dei globuli rossi ma più grossi (10-12 micron di diametro ) e sono provvisti di nucleo. In generale, i globuli bianchi svolgono funzioni difensive, contro i microrganismi. Alcuni di essi accorrono nei tessuti dove siano penetrati batteri o sostanze estranee e li circondano emettendo dei prolungamenti e poi li distruggono. Altri producono delle sostanze, dette anticorpi, che neutralizzano l’azione nociva dei virus e batteri eventualmente penetrati nell’organismo.

Formula leucocitaria. E’ l’esame che stabilisce il numero e le caratteristiche dei vari tipi di globuli bianchi o leucociti.

Neutrofili. Servono per difendere l’organismo dalle infezioni, specie se causate da batteri. Contengono diverse proteine e sostanze chimiche in grado di danneggiare irreversibilmente le membrane dei microorganismi patogeni.

VALORI NORMALI: 55%-70%, per uomini e donne.

Se esiste qualche anomalia nella forma e nella dimensione, viene segnalata.

La diminuzione dei neutrofili può essere il segnale di molte malattie:

  • infezioni batteriche (tifo, paratifo, brucellosi, tubercolosi)
  • infezioni virali (epatite, influenza, rosolia, morbillo, varicella, mononucleosi infettiva)
  • malattie del sangue, malnutrizione, alcolismo.

L’aumento dei neutrofili può, come del resto la diminuzione, essere determinato da tantissime cause: infezioni generalizzate o localizzate, provocate più di frequente da streptococchi e più raramente da altri batteri o da virus e funghi; assunzione di ormoni steroidei o litio; intossicazione da farmaci, quali clorpropamide, serotonina, digitale, acetilcolina.

In gravidanza, durante il puerperio, dopo intensi sforzi fisici e nel periodo neonatale l’aumento dei neutrofili è considerato fisiologico, ossia naturale.

Eosinofili. La loro funzione la difesa dell’organismo dai parassiti.

VALORI NORMALI: 1%-4%, per uomini e donne.

La diminuzione degli eosinofili è quasi sempre in relazione con una cura prolungata a base di preparati contenenti cortisone. Il loro aumento si riscontra in varie malattie, tra cui le più frequenti sono:

  • asma bronchiale, orticaria, febbre da fieno, allergia ai farmaci,
  • malattie causate da parassiti, scarlattina, corea, polmoniti, malattie del sangue, artrite reumatoide, avvelenamenti, malattie dello stomaco e dell’intestino.

Basofili. La loro funzione non è molto ben conosciuta. Anch’essi aumentano nelle allergie: contengono istamina che, se liberata in eccesso nel sangue e nei tessuti, provoca sintomi fastidiosi (come il prurito o la comparsa di pomfi cutanei) per combattere i quali si usano spesso farmaci chiamati antistaminici.

VALORI NORMALI: O%-1%, per uomini e donne.

Una diminuzione dei basofili può essere dovuta a cure prolungate a base di preparati contenenti cortisone o progesterone, e talora si riscontra durante la gravidanza.

Può anche essere il segnale di varie malattie, tra cui: disturbi della tiroide, orticaria, asma, febbre da fieno.

Linfociti

VALORI NORMALI: 25%-35%, per uomini e donne. La diminuzione dei linfociti, detta linfopenia, si riscontra in seguito alle cure a base di farmaci chemioterapici (contro i tumori) e cortisone.

L’aumento dei linfociti, detto linfocitosi, è fisiologico, ossia naturale nei bambini di età compresa tra i 4 mesi e i 4 anni. Può indicare:

  1. pertosse, mononucleosi infettiva, orecchioni, varicella, morbillo, epatite virale
  2. toxoplasmosi, infezioni croniche, sifilide, morbo di Addison, morbo di Crohn.

La presenza di linfociti atipici, può essere dovuta a:

  1. mononucleosi, epatite virale, orecchioni, morbillo, cytomegalovirus, polmonite virale,
  2. pertosse, brucellosi, toxoplasmosi, sifilide.

In realtà i linfociti comprendono diversi sottotipi: i principali sono i linfociti B, T, Natural Killer. Queste sottopopolazioni hanno funzioni diverse: I linfociti B producono anticorpi, molecole importanti nella difesa dell’organismo dalle infezioni; i linfociti T non producono anticorpi ma elaborano altre molecole importanti nella difesa dalle infezioni, soprattutto virali. Essi inoltre sono in grado di riconoscere in modo specifico cellule estranee e svolgono un ruolo essenziale nella difesa dell’organismo dai tumori e nel rigetto dei trapianti. Le cellule Natural Killer (NK) sono simili ai linfociti T.

I diversi sottotipi di linfociti non sono riconoscibili al microscopio ottico o con i comuni contatori elettronici. Per studiarli bisogna ricorrere a metodiche sofisticate disponibili solo in laboratori specializzati.

Monociti. Sono importanti nella difesa dell’organismo da alcuni tipi di batteri.

Se aumentano i granulociti molto probabilmente è in corso un’infezione provocata da batteri, mentre se aumentano i linfociti, l’infezione dovrebbe dipendere da un virus.

VALORI NORMALI: 3%-8%.

L’aumento dei monociti si riscontra in varie malattie tra cui:

  • leucemia, artrite reumatoide, lupus eritematoso, arterite temporale
  • tumore dell’ovaio, tumore dello stomaco, tumore della mammella
  • tubercolosi, sifilide, endocardite batterica, brucellosi, tifo, malaria
  • candidosi, mononucleosi infettiva, colite ulcerativa cronica.

La diminuzione dei monociti non è significativa.

Un numero più basso di leucociti può essere la spia di una minore capacità dell’organismo di difendersi dalle malattie, oppure di un generale indebolimento del corpo. Un numero più alto del normale indica sempre un’infezione in corso nell’organismo, oppure è un dato che si può riscontrare in seguito a un’intossicazione. E’ fondamentale, però, andare a vedere quale tipo di leucocita è presente in quantità. I globuli bianchi possono aumentare se si assumono determinate sostanze (arginina) o in particolari periodi (gravidanza, mestruazioni).

Ematocrito (Hct)

È la percentuale di parte corpuscolata del sangue (globuli rossi, piastrine e globuli bianchi).

I suoi valori vanno da 37 a 46 nella donna, mentre nell’uomo variano da 42 a 50. Una percentuale più bassa della norma è sintomo di anemia, mentre una percentuale più alta segnala policitemia. L’esame ematocrito conferma le informazioni dell’esame per il conteggio dei globuli rossi.

Per gli atleti di discipline di resistenza i valori più probabili sono da 40 a 45 per l’uomo e da 36 a 41 per la donna.

Volume corpuscolare medio (MCV)

Indica la grandezza dei globuli rossi ed è importante perché serve nella diagnosi delle anemie: i globuli rossi possono essere più piccoli del normale (anemia microcitica) o più grandi (anemia macrocitica). Si ricava da (ematocrito*10/numero di globuli rossi) e i valori normali vanno da 80 a 100 femtolitri (indicati con fl). Negli sport di resistenza l’allenamento aumenta il valore dell’MCV (alcuni atleti keniani arrivano anche a valori di 110).

Contenuto emoglobinico corpuscolare medio (MCH)

È la quantità di emoglobina contenuta in media in un globulo rosso. Si ricava da (emoglobina*10/numero di globuli rossi in milioni/ml) e i valori normali vanno da 27 a 34 picogrammi.

Concentrazione emoglobinica corpuscolare media (MCHC)

Indica se i globuli rossi a seconda della loro grandezza contengono poca o molta emoglobina. Si ricava da (emoglobina*10/ematocrito) e i valori normali espressi in percentuale vanno da 31% a 38%. Un valore inferiore è un importante parametro per la diagnosi del TIPO di ANEMIA (Ipercromica, Ipocromica ed Ipercromica) e non necessariamente risulta alterato nell’Anemia. Può essere anche sintomo di un accumulo eccessivo di liquidi nell’organismo. Può essere la spia di una rara malattia ereditaria, la sferocitosi.

Red-cell Distribution Width (RDW)

Misurato in percentuale (da 11 a 16) o in assoluto (da 39 a 50 fl), indica una misura dell’ampiezza della curva dei volumi dei globuli rossi, permettendo di riconoscere i casi di anisocitosi (RDW elevato).

Piastrine (PLT)

Dette anche trombociti, sono corpi del sangue senza nucleo, di forma discoidale, che giocano un ruolo essenziale nei processi di coagulazione.

Valori normali vanno da 150 a 440 migliaia/microlitro. I valori sono alterati in caso di forti emorragie, circolazione rallentata del sangue, problemi alla milza, leucemie o lesioni del midollo osseo. Molti farmaci (fra cui pillola anticoncezionale e aspirina) influiscono sui valori.

La diminuzione del numero delle piastrine, detta trombocitopenia, si riscontra in seguito a trasfusioni di sangue, oppure dopo una cura prolungata a base di particolari farmaci, quali antibiotici, barbiturici, diuretici, sulfamidici, ipoglicemizzanti.

Può inoltre essere il segnale di varie malattie organiche, tra cui:

anemia, carenza di vitamina B12 e acido folico, mononucleosi infettiva e altre infezioni virali, leptospirosi, linfomi, malaria, rigetto del rene in seguito a trapianto, ipertiroidismo porpora, endocardite batterica (per esempio, conseguente a un’infezione da streptococco), tifo, scarlattina.

L’aumento del numero delle piastrine, definito trombocitosi, può essere conseguenza della prolungata assunzione di preparati a base di vitamina B12 e acido folico, oppure può essere in relazione con lo svolgimento di un’intensa attività sportiva o con la gravidanza: in questi due casi è considerato fisiologico, ossia naturale e quindi non significativo dal punto di vista medico. Può, però, essere segno di una delle seguenti malattie:

  1. morbo di Crohn.
  2. anemia emolitica.
  3. tumore.

Redazione Nurse Times

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