Infermieri

Inghilterra. Presentata la bozza di rinnovo del contratto collettivo pubblico degli infermieri

Era attesa da 7 anni, è stata presentata come un trionfo da Governo e sindacati, ha deluso le aspettative di tutti i lavoratori

Era attesa da 7 anni, è stata presentata come un trionfo da Governo e sindacati, ha deluso le aspettative di tutti i lavoratori

Non stiamo parlando della bozza di rinnovo del contratto collettivo pubblico del comparto sanità in Italia, ma del suo gemello inglese; ovvero la proposta di pay deal per i lavoratori dell’NHS, il servizio sanitario nazionale, presentata oggi dal Ministro della Salute Jeremy Hunt ai sindacati.

L’offerta ridefinisce le tabelle stipendiali di 1.3 milioni di dipendenti del sistema sanitario pubblico più grande e antico al mondo, tra cui gli infermieri; sbloccando il tetto dell’1% di aumento annuo imposto proprio dal precedente Governo Tory nel 2010.

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La bozza di accordo prevede un incremento minimo del 6.5% spalmato su tre anni, con meccanismi di incremento complicati, a seconda delle fasce contrattuali (band) in cui sono inquadrati i lavoratori NHS, fino ad arrivare ad aumenti – per ora tutti da verificare – del 29%.

Tradotto in termini assoluti, l’aumento corrisponderebbe ad almeno 110/120 sterline per molti dei giovani infermieri, anche italiani, con pochi anni di esperienza ed inquadrati come band 5.

Resterebbero invece modificate le tariffe orarie per le unsocial hours, cioè le indennità notturne e di fine settimana; mentre è stata ritirata la proposta, giudicata da tutti “irrispettosa”, di rinunciare ad un giorno di ferie, dei 27 già previsti dal contratto collettivo inglese, come contropartita per sbloccare i fondi (4.2 miliardi di sterline) necessari al rinnovo.

Il pay deal riguarda comunque in maniera diretta solo i dipendenti NHS in Inghilterra; ma sbloccherebbe i finanziamenti per definire le tabelle stipendiali anche nel resto del Regno Unito, ovvero in Scozia, Galles ed Irlanda del Nord.

Esultano i 14 sindacati presenti al tavolo delle trattative, tutti favorevoli, tranne uno, ai termini dell’accordo.

Gongola di soddisfazione anche l’RCN, il più grande sindacato di categoria infermieristico al mondo, con i suoi oltre 400.000 iscritti.

La bozza di pay deal, a parere dei loro dirigenti, sarebbe un riconoscimento per il duro lavoro dei nurses inglesi; non solo garantirebbe incrementi per tutti, ma favorirebbe anche progressioni economiche orizzontali e verticali più rapide.

Fortemente negative, al contrario, le reazioni degli infermieri, che in queste ore, stanno scatenando la loro ira sui social, contro una bozza bocciata all’unanimità.

Una bozza che non terrebbe conto della riduzione del 14% in termini reali dello stipendio, causata dal blocco imposto con il pay cap e del tasso di inflazione, cresciuto in questi ultimi anni in Inghilterra, fino a toccare la soglia del 3% annuo.

La proposta di accordo, inoltre, garantirebbe incrementi superiori alle fasce contrattuali più basse; disincentivando quindi future progressioni di carriera e scatti di fascia legati all’acquisizione di competenze specialistiche ed avanzate.

In buona sostanza, si parla di un livellamento verso il basso della categoria infermieristica.

L’offerta del Governo verrà ora sottoposta al voto degli iscritti di tutti i sindacati tra Aprile e Maggio (per l’RCN, a partire dal 23 Aprile).

Ma c’è da scommettere, giudicando dalle reazioni a caldo, che non si tratterà di una partita facile per i vertici sindacali.

Evidenti i parallelismi con l’Italia, che lasciano intuire scenari foschi sul futuro dei sistemi sanitari pubblici e sulla categoria professionale maggiormente rappresentativa al loro interno – se non altro in termini numerici – vale a dire quella infermieristica.

Luigi D’Onofrio

Redazione Nurse Times

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