È dovuta alla anomala produzione, da parte del sistema di difesa dell’organismo (sistema immunitario), di autoanticorpi (anticorpi diretti contro molecole dell’organismo stesso) diretti verso il recettore dell’ormone tireotropo (TSH, dall’inglese Thyroid-stimulating hormone) presente sulle cellule della tiroide. Questi autoanticorpi stimolano la produzione incontrollata di ormoni tiroidei, causando una forma di ipertiroidismo caratterizzata da importanti disturbi dell’occhio, con gonfiore, infiammazione e sporgenza del globo oculare.
Sebbene l’ipertiroidismo possa essere determinato anche da altre cause (noduli tiroidei, alcuni farmaci), circa 3 casi su 4 sono dovuti alla malattia di Graves.
La tiroide (VEDI ARTICOLO TIROIDE) è una piccola ghiandola a forma di farfalla, posta nella parte anteriore della base del collo. Controlla molte e importanti funzioni dell’organismo attraverso la produzione degli ormoni tiroidei (VEDI ARTICOLO ORMONI TIROIDEI) tiroxina (T4) e triiodiotironina (T3), che vengono secreti nel sangue e quindi trasportati in ogni tessuto del corpo. Gli ormoni tiroidei regolano numerose funzioni dell’organismo, tra cui la respirazione, il battito cardiaco, la temperatura corporea, lo sviluppo del sistema nervoso centrale e la crescita; per questo motivo, i disturbi associati alla malattia di Graves (per esempio, alterazioni della frequenza cardiaca e della temperatura corporea), possono influenzare in modo significativo il benessere generale.
Le persone che soffrono di altre malattie autoimmuni, o che hanno familiari con malattia di Graves, hanno un rischio più elevato di sviluppare la malattia. Gli obiettivi principali delle cure sono l’inibizione della eccessiva produzione di ormoni tiroidei e la riduzione della gravità dei disturbi. Il medico di riferimento è l’endocrinologo.
La malattia di Graves si presenta con la cosiddetta Triade di Merseburg che comprende:
Poiché gli ormoni tiroidei sono coinvolti nel funzionamento di molti organi, i disturbi (sintomi) della malattia di Graves, in realtà, sono più complessi e possono includere:
Un terzo delle persone con la malattia di Graves ha i tessuti intorno agli occhi gonfi con infiammazione e rigonfiamento degli occhi, condizione nota come oftalmopatia o orbitopatia di Graves.
Solo nel 5% dei casi l’infiammazione dei tessuti oculari è così forte da causare problemi di vista importanti o permanenti.
La gravità dei disturbi agli occhi non dipende dalla gravità dell’ipertiroidismo.
I disturbi (sintomi) dell’oftalmopatia di Graves possono includere:
L‘oftalmopatia si verifica più spesso e in modo più grave nelle persone con malattia di Graves che fumano sigarette. Le persone che hanno disturbi agli occhi dovrebbero recarsi dall’oculista e dall’endocrinologo per un’attenta valutazione.
Le persone con malattia di Graves possono sviluppare, anche se è piuttosto raro, un ispessimento rossastro e nodoso della pelle degli stinchi (mixedema pretibiale) chiamato dermopatia di Graves. Questa condizione della pelle di solito è indolore e relativamente lieve. Come l’oftalmopatia, la gravità della dermopatia di Graves non dipende dalla gravità dell’ipertiroidismo.
Poiché i disturbi associati alla malattia di Graves possono essere presenti anche in altre malattie, le persone che ne soffrono dovrebbero rivolgersi al medico di famiglia o all’endocrinologo il prima possibile per accertarne le cause. In caso si verifichino disturbi cardiaci, come battito del cuore molto accelerato o irregolare o problemi di vista bisogna recarsi al Pronto soccorso.
La funzione tiroidea è normalmente regolata da un ormone rilasciato da una piccola ghiandola posta alla base del cervello, l‘ipofisi o ghiandola pituitaria. L’ipofisi produce l’ormone tireotropo (TSH) che, a sua volta, stimola la tiroide a produrre gli ormoni T3 e T4.
La malattia di Graves è causata da un malfunzionamento del sistema immunitario che anziché difendere l’organismo da virus, batteri o altre sostanze estranee anche attraverso la produzione di anticorpi, per ragioni ancora non note produce autoanticorpi, vale a dire anticorpi diretti contro il proprio organismo.
Gli autoanticorpi si legano al recettore per il TSH inducendo la ghiandola tiroidea a produrre un eccesso dei suoi ormoni T3 e T4 causando così l’ipertiroidismo. Per questo motivo gli autoanticorpi della malattia di Graves sono chiamati anticorpi stimolanti la tiroide (TSI) o anticorpi specifici per il recettore della tireotropina (TRAb). La continua stimolazione determina l’ingrossamento simmetrico della tiroide (gozzo).
A volte sono presenti anche autoanticorpi diretti contro altre molecole presenti nelle cellule della tiroide, ne sono un esempio gli autoanticorpi contro la perossidasi (anti-TPO) che, però, non sono specifici della malattia di Graves.
L’oftalmopatia sembra legata a una reazione infiammatoria dovuta a un processo autoimmune verso sostanze comuni alla tiroide e ai tessuti posti dietro l’occhio (retro-orbitari). Per questo motivo, la sua evoluzione nel tempo è spesso indipendente dalla terapia dell’ipertiroidismo.
Sebbene chiunque possa sviluppare la malattia di Graves, una serie di fattori può aumentare il rischio che si verifichi:
L’accertamento (diagnosi) della malattia di Graves può includere:
Gli obiettivi della cura per la malattia di Graves sono: ridurre la produzione di ormoni tiroidei e bloccare l’effetto degli ormoni sull’organismo.
Farmaci antitiroidei
I farmaci antitiroidei sono utilizzati per ridurre l’attività della tiroide: diminuiscono la produzione degli ormoni tiroidei impedendo la trasformazione dello ioduro (forma di iodio in circolo nell’organismo) in iodio libero (forma utilizzata per la produzione degli ormoni).
Possono essere usati anche prima o dopo la terapia con iodio radioattivo, come trattamento supplementare.
I farmaci antitiroidei includono:
Sono il trattamento di prima scelta, soprattutto nelle persone giovani, oppure vengono utilizzati nel breve termine prima del radioiodio o della chirurgia.
Pur essendo in genere ben tollerati possono causare degli effetti indesiderati che includono:
Poiché il rischio di danni al fegato è più frequente con l’assunzione di propiltiouracile, il metimazolo è considerato la prima scelta.
Il metimazolo non può essere impiegato per la cura di donne nel primo trimestre di gravidanza, pertanto la terapia prevede l’assunzione di propiltiouracile seguito dall’uso di metimazolo dal quarto mese di gravidanza in poi.
I farmaci antitiroidei devono essere presi sotto stretto controllo medico e per periodi definiti (12-18 mesi) durante i quali vengono prescritti regolari controlli del funzionamento della tiroide, degli autoanticorpi e dell’emocromo. Sulla base di tali esami si adegua la dose dei farmaci. In alcuni casi la riduzione della dose può causare nuovi episodi di ipertiroidismo che richiedono di tornare ai precedenti dosaggi del farmaco.
Beta-bloccanti
I farmaci beta-bloccanti non inibiscono la produzione di ormoni tiroidei ma ne bloccano l’effetto sull’organismo.
Possono fornire un sollievo abbastanza rapido per irregolarità del battito cardiaco (aritmie), tremori, ansia o irritabilità, intolleranza al calore, sudorazione, diarrea e debolezza muscolare.
Questi farmaci includono:
I beta-bloccanti possono scatenare attacchi d’asma pertanto non sono prescritti a coloro che già ne soffrono.
Nelle persone con malattia di Graves che hanno avuto effetti indesiderati dall’uso dei farmaci antitiroidei oppure hanno avuto un grave episodio di ipertiroidismo con disturbi cardiaci gravi o crisi tireotossica, possono essere utilizzare altri due approcci di cura:
Poiché la tiroide ha bisogno di iodio per produrre ormoni, viene somministrato iodio radioattivo (iodio131) per bocca. Esso viene captato attivamente, e quasi esclusivamente, dalle cellule della tiroide. Lo iodio radioattivo emette radiazioni beta e gamma (l’effetto terapeutico è dovuto per il 94% alle radiazioni beta) che determinano la morte delle cellule tiroidee con successiva reazione infiammatoria e diminuzione di ormoni tiroidei nel circolo sanguigno. Ciò fa sì che il tessuto della tiroide si riduca e che i disturbi (sintomi) diminuiscano gradualmente, di solito da alcune settimane a diversi mesi.
La terapia con iodio131 può peggiorare i disturbi dell’oftalmopatia di Graves. Questo effetto indesiderato di solito è lieve e temporaneo ma nelle persone con problemi oculari gravi questa terapia potrebbe non essere raccomandata.
Altri effetti indesiderati possono includere un temporaneo aumento degli ormoni tiroidei.
La terapia con iodio131 non viene utilizzata per il trattamento di donne in gravidanza o in allattamento.
Poiché questo trattamento diminuisce l’attività della tiroide, è necessaria una terapia con ormoni tiroidei per normalizzare i livelli nel sangue (terapia sostitutiva).
La terapia con iodio radioattivo è anche il trattamento preferibile negli anziani perché riduce il rischio di complicazioni sul cuore.
Un’altra possibilità per la cura della malattia di Graves è la rimozione chirurgica di tutta (raramente è solo parziale) la tiroide (tiroidectomia totale o tiroidectomia parziale). In genere, tale scelta si effettua quando il gozzo è molto grande oppure sono presenti noduli sospetti.
Dopo l’intervento, si dovranno assumere ormoni tiroidei prodotti in laboratorio (di sintesi) per il resto della vita.
I rischi di questo intervento sono rari ma possono includere il potenziale danno al nervo che controlla le corde vocali e le piccole ghiandole (ghiandole paratiroidi) adiacenti alla tiroide.
Trattamento dell’oftalmopatia di Graves
I disturbi lievi dell’oftalmopatia di Graves possono essere gestiti usando lacrime artificiali durante il giorno e gel lubrificanti durante la notte per ridurre la secchezza oculare.
Redazione NurseTimesa
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