Le ICA (infezioni correlate all’assistenza) sono uno degli eventi avversi più frequentemente diffusi con un rilevante impatto assistenziale (aumento della morbosità e della mortalità) e sui costi sanitari e sociali. Da uno studio del Centro europeo per le malattie infettive (Ecdc) risulta che oggi in Italia la probabilità di contrarre infezioni durante un ricovero ospedaliero è del’6%, con 530 mila casi ogni anno: dati che pongono l’Italia all’ultimo posto tra tutti i Paesi in Europa.
Questo contribuisce ad aggravarne l’impatto e la diffusione di ceppi batterici antibiotico-resistenti (AMR) dovuta soprattutto a un utilizzo inappropriato di questi farmaci sia nella medicina umana che veterinaria. Il controllo del rischio infettivo e dell’antimicrobico resistenza (AMR) è un obiettivo che occorre attivamente perseguire secondo Fiaso, la Federazione delle aziende ospedaliere e Cittadinanzattiva.
Ma per essere efficace, è necessario il concorso multifattoriale dei diversi attori: da un lato, le istituzioni sanitarie devono realizzare un’adeguata attività di governo e di gestione del rischio clinico e del rischio infettivo (ad esempio, programmi di stewardship, attività di risk management, procedure di sanificazione); dall’altro, è essenziale lavorare sul senso di responsabilità e di consapevolezza dei professionisti, degli operatori sanitari e sociosanitari e della collettività.
Cittadinanzattiva promuoverà la Carta presso i cittadini e Fiaso presso le Aziende e gli Enti ad essa associati, con lo scopo di contribuire a migliorare le attività di prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), con particolare attenzione a quelle causate da ceppi resistenti agli antibiotici e puntare al contenimento, quindi, delle resistenze batteriche. Ma oltre ad aziende ed enti associati Fiaso, la Carta è aperta alle altre Istituzioni sanitarie e sociosanitarie pubbliche e private che vorranno aderirvi.
Si va così dal principio che ogni individuo ha diritto di accedere alle informazioni che riguardano la struttura, in modo da scegliere con più consapevolezza e nella maggiore qualità e sicurezza il luogo ove affidarsi per le cure e ha diritto di essere accolto e seguito con professionalità, umanità e gentilezza e di ricevere in modo chiaro e comprensibile le informazioni che riguardano il proprio stato di salute, in modo da affrontare con consapevolezza e serenità il percorso di diagnosi e di cura alla garanzia che le strutture siano dotate di requisiti minimi e di standard di accreditamento, nel rispetto delle normative nazionali, in modo che sia assicurata qualità e sicurezza delle prestazioni sanitarie, attraverso anche attività di prevenzione e gestione del rischio clinico a tutela della salute.
In particolare, per le ICA la Carta afferma che ogni individuo deve poter accedere a servizi appropriati e di qualità e di sicurezza per prevenire e gestire il rischio infettivo. Il controllo delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), in particolare se derivanti da batteri resistenti, richiede un’efficace azione di sorveglianza a livello nazionale, regionale (auspicabilmente anche attraverso l’individuazione di un referente regionale per la sorveglianza) e locale (aziendale), secondo il sistema di sorveglianza AR-ISS.
La struttura dovrà assicurare un’organizzazione efficiente dei servizi, politiche di ampliamento e di stabilizzazione del personale, riduzione del turnover. Anche l’ammodernamento tecnologico e strumentale, la manutenzione adeguata delle apparecchiature sono aspetti molto importanti che possono contribuire a garantire standard generali di qualità e di sicurezza delle cure e la struttura dovrà aprirsi al confronto eventualmente anche attraverso uno spazio web (ad esempio, sportello virtuale) per individuare azioni di miglioramento finalizzate a una più efficiente organizzazione interna per il raggiungimento di standard di qualità e di sicurezza e un servizio sempre più vicino ai bisogni dei pazienti.
A questo link la Carta della qualità e della sicurezza delle cure
Redazione Nurse Times
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