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Fuga di infermieri lombardi in Svizzera, Cosi (Nursind): “Regione trovi risorse per trattenerli”

Donato Cosi, coordinatore regionale di Nursind Lombardia, commenta il fenomeno dell’esodo di infermieri dalla Lombardia verso la vicina Svizzera.

“Non abbiamo dati certi e attuali riguardanti gli infermieri che dalla Lombardia si sono trasferiti in Svizzera. Sicuramente molti colleghi che vivono a pochi chilometri dal confine elvetico sono particolarmente attratti dalle condizioni economiche offerte. Competenze ed esperienza sono riconosciute dalle aziende sanitarie svizzere sia con una giusta remunerazione che con condizioni di lavoro adeguate”. Così Donato Cosi, coordinatore regionale di Nursind Lombardia.

In Svizzera si parla di stipendi di ingresso da 5mila euro al mese, che possono arrivare a 9mila dopo 15 anni di esperienza. La stima è di 4mila infermieri lombardi in fuga.

“Il problema infermieristico in Lombardia non è però dato dall’emigrazione dei colleghi in Svizzera – prosegue Cosi –. Quella c’è sempre stata e ci sarà. In Lombardia oggi mancano circa 10mila infermieri. È pur vero che, in un momento così critico, la scelta di questi colleghi impatta ancor di più sulla cronica carenza di personale infermieristico nelle strutture sanitarie lombarde sia pubbliche che private. Spetta a Regione trovare le risorse per trattenere e attrarre sul proprio territorio gli infermieri, garantendo così a tutta la popolazione una sanità dignitosa”.

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La situazione dell’Irccs San Gerardo di Monza è quella che Cosi conosce meglio, visto che vi lavora: “La situazione è sempre critica: siamo ridotti ai minimi termini, anche per il fenomeno delle dimissioni dei colleghi che vanno in Svizzera o in altri Paesi. Alcuni, invece, lasciano l’ospedale pubblico per andare nel privato. Gli infermieri con specializzazione in sala operatoria, terapia intensiva o pronto soccorso sono infatti corteggiati dalle strutture private accreditate, ma anche una miglior qualità della vita”.

E ancora: “A Monza siamo costretti a saltare i turni di riposo perché mancano i colleghi, tra chi è andato in pensione e chi ha rassegnato le dimissioni. Adesso sono in atto procedure per assumere 30 nuovi infermieri, ma non saranno sufficienti a coprire i pensionati, i dimissionari e chi si è trasferito altrove”.

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