Infermieri

Formazione oss: Federazione Migep contro l’intesa tra Fnopi e altre associazioni di categoria

Il coordinatore Angelo Minghetti critica i contenuti del testo firmato dalla Federazione nazionale Ordini professioni infermieristiche insieme a Fioss, Io Sono Oss e Unitoss, definite “incompetrenti”.

Parla di “disastro” e di “associazioni oss incompetenti”, Angelo Minghetti, coordinatore Migep (Federazione nazionale delle professioni sanitarie e sociosanitarie oss – osss – infermieri generici – infermieri psichiatrici), riferendosi a Fioss, Io Sono Oss e Unitoss, che hanno firmato un protocollo d’intesa con la Fnopi sulla nuova formazione degli operatori socio-sanitari, “senza rendersi conto della mancanza di contenuti per far evolvere la professione, penalizzando l’operatore socio-sanitario”.

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Migep rivendica la paternità di un discorso avviato con la Fnopi il 24 febbraio, data di un confronto sulla revisione dell’accordo del 2001 “Nuova formazione oss”. Una “bozza elaborata congiuntamente, ma ferma da oltre due anni a causa di associazioni che volevano essere inserite al tavolo di lavoro”, sostiene Minghetti, che aggiiunge: “Invitati dalla Fnopi, dopo due incontri il movimento Aimon abbandona il tavolo di lavoro: ritardi su ritardi”.

E ancora: “Siamo stati gli unici a presentare nuove integrazioni alla bozza, in quanto il testo aveva subito modifiche in modo non evolutivo per la professione di oss e veniva a mancare una sinergia che permettesse una semplificazione e una razionalizzazione delle attività dell’oss. La Fnopi, nell’incontro del 24 febbraio, ha accolto una parte dei nostri emendamenti. Nella stessa giornata queste associazioni hanno firmato il protocollo d’intesa senza ulteriore discussione e senza rendersi conto che tale protocollo necessitava ancora di migliorie, dimostrando incapacità di analisi e critica, e ignorando anche le linee del Migep”.

Migep “contesta decisamente il fatto che nel ciclo conclusivo della nuova formazione dell’oss non sia determinato il termine ‘diploma di qualifica’, ma solo ‘attestato di qualifica’. Inoltre “contesta le modalità dei soggetti che potranno partecipare ai tavoli di lavoro con il ministero, poiché tale operazione non può essere in alcun modo stabilita unilateralmente da un accordo, rendendo le rappresentanze degli oss relegate a satelliti della Fnopi”- Già, perché “è di competenza del ministero stabilire chi deve partecipare ai tavoli, e la Federazione Migep è stata la prima, e finora l’unica rappresentanza degli oss, a partecipare ai tavoli del ministero della Salute”.

Prosegue Minghetti: “Dopo vent’anni, i ritardi e la pandemia hanno portato la modulazione dei corsi e la bozza a risultare vecchia. Oggi occorre rimodulare la proposta secondo settori di lavoro: modulo socio-assistenziale; modulo socio-sanitario; modulo sanitario. Ogni modulo deve riportare le ADA (aree di attività) con conoscenze e capacità da declinare in competenze di settore”.

Sempre secondo Migep, “per essere una bozza costruttiva e valida di livello europeo mancano:
– gli standard strutturali del corso (quale livello si colloca per sistema EQF? Sistema classificazione qualifiche? Codice Istat delle qualifiche. ecc.);
– scolarità di base (oggi occorrono 13 anni di studio – scuola media superiore);
– struttura del corso in evidenza: definire la qualifica; definire settori di lavoro; definire standard accesso; definire standard professionali; definire standard formativi; definire standard fabbisogni per settore attività (socio-assistenziale sanitario e sanitario); definire la valorizzazione e la mappatura di afferenza professionale dell’oss (ruolo socio sanitario in area sociosanitaria) con le professioni sanitarie”. 

Inoltre:
“- non viene definito lo standard del livello di conoscenza della lingua italiana (sistema classificazione europea delle lingue): oggi non c’è la padronanza della lingua italiana, che permette la comprensione e l’acquisizione delle funzioni e delle competenze della qualifica;
– non ci sono standard per il riconoscimento di altre qualifiche, escluse dalla Legge 42/99, di operatori in assenza di crediti, di operatori di altri Paesi che, entrando in Italia per mancanza del sistema di crediti tra qualifiche, non permette l’applicazione del sistema crediti europeo;
– non è previsto il ruolo della qualifica nel processo formativo (oss – laboratori esperienziale, oss tutor corso, oss tutor sedi tirocinio);
– non è più prevista la dicitura ‘non effettua attività invasive’ riportando in questo modo ad abusi di professione;
– lo standard dato per docenze (laurea triennale): chi ha rivisto la bozza ha pensato solo agli infermieri”.

Per Minghetti “oggi il corso necessità di tanti livelli: sociologi, animatore comunità, psicologi del lavoro, medici, informatici, mediatori culturali, ecc. Viene richiamato un passo di materia sindacale che è molto lesivo per la categoria è non ha nessuna finalità sulla formazione oss. Anche l’elenco competenze così riportato non porta a collocare la qualifica nei repertori, qualifiche nazionali, in quanto sono suddivise in: competenze base (competenze cittadinanza europa); competenze trasversali, area socio sanitaria – socio-assistenziale – sanitaria; competenze tecniche della qualifica (che la caratterizzano). Questo sistema prevede: ADA, aree di attività; conoscenze e capacità per ogni ADA; standard, poiché ogni ADA presenta standard obbligatori (ore, livello di padronanza)”.

Cosa manca inoltre? “Non sono riportate le competenze digitali, oggi obbligatorie; non sono riportate conoscenze sulla sicurezza (obbligatorie); non si fa riferimento all’accesso del diploma di qualifica professionale; non fa riferimento al Registro nazionale obbligatorio, ma a quello regionale; mancano le modalità sui corsi di aggiornamento, che devono essere a cadenza annuale e con previsione obbligatoria dei crediti; non è data un’indicazione chiara su quali siano gli istituti attraverso i qualiu debba essere attivata la nuova formazione (istituti sociosanitari), lasciando intuire nuovamente il vecchio sistema formativo regionale”.

Come si può procedere per migliorare l’accordo? “Strutturando il corso in modalità europea della classificazione. Forzando i principi e le norme per rafforzare l’esigenza del rinnovamento della professione oss e migliorare il DL 2071 della senatrice Boldrini e quello della senatrice Guidolin, in quanto la qualifica dell’operatore socio-sanitario è di elevata importanza per i servizi e le persone”.

Continua Minghetti: “La Fnopi ha sbagliato nel far firmare il protocollo d’intesa in modo frettoloso, senza ulteriore discussione e verifica, in quanto il documento redatto necessitava ancora di migliorie. La qualifica di oss è di elevata importanza, e il suo governo deve essere monitorato da un osservatorio nazionale articolato a livello regionale, con rappresentanti di alto spessore. Serve poi una federazione oss di natura statutaria federativa di secondo livello, che sappia rappresentare la categoria, e non un tavolo di tutte le associazioni, incluse quelle prive di rappresentanza e di riconoscimento a livello nazionale e/o regionale”.

Migep esterna dunque preoccupazione, augurandosi “che la Fnopi possa accogliere la nostra richiesta di dissenso alla procedura adottata, e rivedere il documento, correggendo e integrando quanto manca: la bozza non deve essere governata e tesa al governo della professione infermieristica”. E aggiunge: “Non è una questione di rancori, come molti vogliono far credere, ma una questione di immagine, serietà, capacità. Queste associazioni hanno messo in difficoltà il proseguimento dei lavori, impedendo di migliorare il testo. Ci rammarica che queste associazioni abbiano portato l’intera categoria a non avere quel cambiamento professionale (diploma di qualifica e tutti i punti evidenziati), impedendo nel futuro di rivendicare la parte economica. Tutto questo solo per dire: io c’ero”.

Minghetti si rivolge a tutti i colleghi, precisando: “A questo tavolo si sono presentate associazioni di oss che hanno dimostrato mancanza di analisi approfondita, che non conoscono la qualifica, le sue necessità, bloccando l’oss in una morsa con la loro firma. A questo punto speriamo che il DL 2071 presentato dalla senatrice Boldrini sul riordino del profilo professionale dell’oss e il DL della senatrice Guidolin siano messi in discussione, per contrastare la bozza della Conferenza Stato-Regioni, lesiva verso la professione di oss, spinta dalle confederazioni sindacali. La domanda viene spontanea: quale profilo e quali prospettive future avrà l’operatore socio-sanitario? Solo riconoscendo il vero cambiamento dell’operatore socio-sanitario si potrà avere una visione multidisciplinare nell’assistenza, riconoscendo le giuste attribuzioni all’oss. Non possiamo continuare a permettere errori”.

Infine un appello: “Colleghi, non possiamo perdere altro tempo. Possiamo ancora fare qualcosa, ma non è più tollerabile avere 20 modelli di associazioni con diverse opinioni, dove regnano confusione e incapacità. Ora più che mai bisogna rafforzare la Federazione Migep per evitare di proseguire in un percorso tortuoso e difficile. Oggi la categoria ha bisogno di una guida che sia in grado di dare risposte serie per l’evoluzione della professione. La Federazione Migep, rappresentanza storica, è una guida in grado di sbrogliare la matassa costruita da altre associazioni”.

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