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Fino a 6mila euro per infermieri e 14mila per i medici: l’offerta arriva dai Paesi del Golfo persico

Il fenomeno in crescita dell’emigrazione di infermieri e medici verso le nazioni del Golfo Persico

Negli ultimi anni, un fenomeno in costante aumento ha catturato l’attenzione del mondo sanitario europeo: sempre più medici e infermieri stanno lasciando i confini europei per cercare fortuna nei Paesi del Golfo Persico, come Qatar, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, Bahrain e Kuwait.

Questa emigrazione è spinta da una combinazione di fattori, tra cui stipendi allettanti e vantaggi straordinari che stanno attirando professionisti della salute in cerca di opportunità fuori Europa.

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Una crescita parallela agli investimenti sanitari

Questo fenomeno, che coinvolge infermieri e medici, non è una novità, ma negli ultimi anni ha guadagnato slancio in concomitanza con i massicci investimenti effettuati nei settori ospedalieri e nelle strutture ad alta specializzazione nelle nazioni del Golfo. Secondo il presidente dell’Associazione dei medici stranieri in Italia (Amsi), Foad Aodi, si assiste a una richiesta sempre crescente di specialisti medici, soprattutto chirurghi, con stipendi che possono raggiungere cifre sorprendenti, superando persino i 14.000 euro al mese, per gli infermieri fino a 6000 euro mensili, accompagnati da vantaggi di lusso.

Medici e infermieri seguono le stelle del calcio

L’emigrazione medica verso il Golfo Persico non è dissimile da ciò che è accaduto nel mondo del calcio. Come le stelle del calcio Ronaldo, Neymar, Benzema e Milinkovic-Savic hanno abbandonato l’Europa per brillare nella Saudi Pro League, anche i professionisti della salute stanno seguendo la strada verso il Golfo per sfruttare offerte milionarie e lanciare le loro carriere su una piattaforma mondiale.

La tentazione degli stipendi da sogno e dei benefit esclusivi

Le offerte allettanti sono spesso troppo difficili da rifiutare per infermieri e medici europei. Gli stipendi da sogno, uniti a benefici come alloggi di lusso, auto personali e istruzione di qualità per i figli, creano un pacchetto irrinunciabile. Queste nazioni investono una percentuale significativa del loro PIL nel settore sanitario, il che si traduce in strutture all’avanguardia e specialisti di varie discipline, inclusi ortopedici, chirurghi plastici, anestesisti, ginecologi, pediatri e, alla luce dell’era post-COVID, infettivologi e pneumologi, insieme ad infermieri con esperienza soprattutto nel settore dell’emergenza urgenza, manageriale.

La burocrazia snella e il riconoscimento veloce dei titoli

Uno dei fattori chiave che sta spingendo i medici verso il Golfo Persico è la burocrazia snella e l’efficienza nei processi amministrativi. In questi paesi, il riconoscimento del titolo di laurea può richiedere solo 30-40 giorni, consentendo ai medici di iniziare a lavorare immediatamente. Al contrario, in Italia, i medici stranieri devono spesso affrontare ostacoli burocratici che possono prolungarsi per oltre un anno, impedendo loro di contribuire al sistema sanitario nazionale.

“Abbiamo oltre 3mila medici che per questo sono fermi mentre potrebbero lavorare anche nel Ssn. Serve – rimarca Foad Aodi – accelerare e togliere l’obbligo della cittadinanza per i medici stranieri per partecipare ai concorsi. Anche perché a queste prove in alcune realtà non si presenta nessuno e poi vengono chiamati i medici cubani o argentini”.

Una richiesta crescente di medici e infermieri europei

La richiesta di sanitari europei è in continua crescita in queste nazioni, con una particolare preferenza per i medici e infermieri italiani, francesi e tedeschi. I paesi del Golfo Persico hanno una carenza di laureati in medicina locali, poiché molti giovani preferiscono intraprendere studi economici o tecnologici. Pertanto, la necessità di specialisti è soddisfatta attraverso l’attrazione di professionisti qualificati provenienti da altre parti del mondo.

Collaborazioni con l’Italia per la formazione clinica

Un esempio tangibile dell’interesse crescente nei confronti dei medici stranieri è l’accordo di collaborazione recentemente firmato poche settimane fa a Roma tra il ministero dell’Istruzione del Regno dell’Arabia Saudita e sei strutture ospedaliere italiane per la realizzazione di programmi di formazione clinica di medici sauditi.

Hanno siglato l’accordo con il ministero saudita: L’Asst Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano; l’Ismett di Palermo; l’Istituto Neurologico Besta di Milano; Istituto nazionale dei tumori di Milano; l’Ente ospedaliero specializzato in Gastroenterologia ‘Saverio de Bellis’ di Castellana Grotte (Bari); l’Azienda ospedaliera Universitaria Federico II.

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