Nell’ultimo mese, un processo giudiziario ha tenuto in scacco l’attenzione pubblica, mentre un’infermiera si 33 anni è stata accusata di gravi reati legati alla morte e al peggioramento della salute di diversi bambini presso un ospedale locale.
Le affermazioni dei pubblici ministeri hanno scosso l’aula del tribunale durante il lungo processo, che è iniziato lo scorso ottobre. Secondo quanto emerso, nel 2015 l’ospedale avrebbe registrato un notevole aumento del numero di bambini che morivano o subivano improvvisi deterioramenti della loro salute senza cause apparenti. I rappresentanti dell’accusa hanno sostenuto che l’infermiera era presente in ciascuno di questi tragici eventi, definendola come una “presenza malevola costante” nell’unità neonatale in momenti critici.
L’accusa ha suggerito che l’accusata avesse causato danni ai neonati in modo sottile, convincendo i colleghi che il peggioramento dei loro quadri clinici e le morti fossero normali.
Le sue vittime includono due fratelli gemelli, uccisi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro, un neonato di peso inferiore a 1 chilogrammo e una bimba nata prematura di 10 settimane, uccisa al quarto tentativo.
Gli avvocati dell’accusata hanno difeso strenuamente la loro cliente, sottolineando che era un’operatrice dedicata e premurosa che amava il suo lavoro. Secondo la difesa, le prove non sono sufficienti per dimostrare che avesse commesso i delitti. L’equipe legale ha suggerito che il peggioramento dei bambini e le loro morti potrebbero essere stati causati da fattori naturali o carenze nel personale medico dell’ospedale.
Un elemento ancora più inquietante è emerso durante il processo: sembra che l’infermiera avesse sviluppato un’ossessione per un dottore che lavorava nell’ospedale. Sono stati riportati messaggi inquietanti trovati sparsi nella sua casa e nel suo diario, rivolti a questo medico.
Alcuni messaggi suggeriscono un desiderio di attirare l’attenzione del dottore, con frasi come “Per favore aiutami, per favore aiutami. Mi sono fidata di te per tutto. Ti amavo”. Altri messaggi rivelano sensi di colpa e autoaccuse, come “Sono malvagia, ho fatto questo. Non merito di vivere. Li ho uccisi apposta perché non sono abbastanza brava per prendermi cura di loro. Sono una persona orribile”.
La complessità e l’oscurità che circondano questo caso hanno catturato l’attenzione di tutto il paese. Mentre la giuria si è finalmente pronunciata, il destino dell’infermiera e le circostanze che hanno portato a questa situazione rimarranno oggetto di dibattito e riflessione.
Redazione Nurse Times
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