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Estate e disturbi alimentari: la perfezione non esiste!

Questa è la stagione in cui maggiormente si fatica ad accettare i propri difetti fisici, ricorrendo spesso a scelte azzardate o esasperate per correggerli.

L’estate è il periodo dell’anno che maggiormente amiamo per il mare, il tempo libero che aumenta, le giornate che si allungano e le ferie che giungono. E’ pur vero, però, che per molti è anche un periodo abbastanza ostico sia psicologicamente che fisicamente. Sentiamo molto spesso i mass media o i giornali parlare di disturbi alimentari, e molto spesso tendiamo a sottovalutare la questione, perché si pensa che chiunque soffra di queste patologie possa smettere quando vuole.

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Siamo però coscienti del fatto che chiunque sia affetto da dipendenza ha perso ormai da tempo la coscienza di quello che fa? Ebbene sì, nonostante quello che si dice, effettivamente i DCA sono vere e proprio patologie, che affliggono molti di noi e che spesso sono sottovalutate perché non riconosciute o non “ascoltate”. Chiunque ne soffra ogni giorno combatte, senza rendersene conto, una battaglia non solo con se stesso, ma anche con il mondo esterno, che giudica e non ascolta i bisogni altrui.

Siamo in un mondo in continuo mutamento, in cui tutti i difetti fisici vengono amplificati e additati come qualcosa di orribile e non accettabile per gli occhi. I social media in questo non aiutano per niente. Infatti ci mostrano giornalmente modelli da seguire sempre più inarrivabili. Viene scambiato il concetto di “magro” con il concetto di “bello”, inculcando perennemente in tutti coloro che hanno qualche chilo in più la convinzione che devono dimagrire con qualunque mezzo a disposizione per adeguarsi alla massa.

Stessa cosa, ma al contrario, vale per chi è troppo magro, che invece è additato come “non sano e poco attraente”, quando in realtà cerca solo di adeguarsi alla società, che richiede sempre più la perfezione (che al giorno d’oggi è sinonimo di una donna taglia 38 o di un uomo con massa muscolare particolarmente accentuata).

Ma realmente una persona obesa o sottopeso può accettare continue critiche, se già consapevole di avere uno stile di vita sbagliato? È già la coscienza di ognuno di noi che rende l’autocritica sovrana. Ecco che poi tutto quello che dicono gli altri si aggiunge in maniera inesorabile, portando a scelte azzardate o esasperate. Proprio per questo sarebbe giusto poter prevenire e curare questo tipo di patologie in maniera attiva, divulgando le conoscenze al riguardo senza tabù. È inutile dire “mi spiace” o “potevamo fare qualcosa” dopo che le tragedie accadono. I casi che terminano in maniera negativa dovrebbero essere sì di esempio, ma limitati fino all’azzeramento, se possibile, perché nel 2022 è inaccettabile morire o togliersi la vita per una dipendenza.

Torniamo al nostro periodo preferito dell’anno, l’estate. E’ proprio questo il periodo in cui la nostra società preme sulla fantomatica “prova costume” e sulle diete dell’ultimo momento, che promettono miracoli. Proprio per questo l’estate è un periodo che accentua maggiormente gli stili di vita malsani

(digiuno intermittente, uso di bevande energetiche al posto dei pasti, fenomeni bulimici di abbuffate, seguite da vomito incoercibile, e chi più ne ha più ne metta).

Il vero problema è che queste cose vengono sottovalutate perché si pensa di poter smettere in qualunque momento di avere atteggiamenti patologici, ma non è per niente così. Chiunque entri nel tunnel della dipendenza ne esce solo se aiutato psicologicamente e fisicamente da professionisti e non in maniera autonoma. E’ per questo che i famigliari e gli amici dovrebbero essere i primi a cogliere i campanelli d’allarme e non appoggiare mai questi modi di fare, che poi diventano abituali e impossibili da fermare.

Dobbiamo sapere che molte persone con DCA lottano ogni giorno con il cibo e la bilancia, cosa che diventa una vera e propria ossessione e che non riesce a essere limitata o allontanata. Certo, si parla spesso di stili di vita sani, dieta mediterranea e attività fisica, ma in pratica cosa si fa? Sarebbe forse utile mettere a confronto le due facce della medaglia, facendo vedere gli estremi del proprio comportamento e mettendo la persona di fronte al suo inesorabile destino? Forse sì, ma dobbiamo mettere in pratica i buoni propositi, senza farli rimanere tali.

Non bisogna mai dimenticare che le patologie devono essere combattute nel miglior modo, in una tempistica quanto più breve possibile, diminuendo al minimo la sofferenza di coloro che ne sono portatori. E’ giusto quindi attivarsi in tal senso, facendo anche conoscere al mondo le diverse parti, dar voce alle persone che soffrono per far sentire meno soli altri che, come loro, sono affetti dalla stessa patologia e pensano di essere soli.

Non si è mai soli. C’è sempre qualcuno in grado di comprenderci o ascoltarci, che sia un medico, un infermiere, un amico o un famigliare. L’importante è parlarne e migliorare, avendo come obiettivo la guarigione e abbattendo quanto più possibile la corsa alla perfezione, che d’estate o in inverno non deve appartenerci. L’uomo, per definizione, non è perfetto, ed è giusto che porti con sé i propri difetti, che lo rendono diverso dagli altri. Non è questo, in fondo, il significato più profondo dell’umanità?

 Dott.ssa Federica Taccogna

Redazione Nurse Times

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