Monza, 2 Ottobre 2023 – La fuga degli infermieri italiani verso paesi esteri in cerca di migliori condizioni economiche e opportunità professionali continua a essere una tendenza significativa. Alessandro, un infermiere di Monza con anni di esperienza, ha recentemente condiviso le sue motivazioni per lasciare l’Italia e intraprendere una nuova carriera in Svizzera, rivelando un quadro complesso del sistema sanitario italiano.
“Non mi hanno cercato, sono stato io inizialmente a guardarmi intorno”, ha affermato Alessandro. Ha spiegato che inizialmente aveva considerato trasferirsi in regioni italiane a statuto speciale come il Trentino Alto Adige, ma in breve è stato sommerso da proposte dall’estero, scegliendo alla fine la Svizzera per la vicinanza a casa.
Alessandro ha rivelato: “Si arriva anche a guadagnare tre volte tanto rispetto all’Italia. Un infermiere di reparto prende 4.000 euro, uno specializzato fino a 6.000 euro. A questo si aggiungono dei buoni pasto in franchi svizzeri con cui posso anche fare la spesa e poi ho sconti in palestra.”
Il suo trasferimento in Svizzera lo ha reso pendolare, ma ha sottolineato che ora ha più tempo libero da dedicare alla sua famiglia rispetto a quando lavorava in Italia. “A Monza mi trovavo spesso a dover saltare i turni di riposo”, ha aggiunto.
In Italia, gli infermieri spesso vivono all’ombra dei medici, ma in Svizzera, ha notato, gli infermieri italiani sono molto ricercati per la loro preparazione, competenza e professionalità.
Alessandro ha lavorato come strumentista in sala operatoria ed è un’infermiere di anestesia, ed è stato in grado di negoziare un contratto favorevole grazie alle sue doppie specializzazioni. Questa è una possibilità che, purtroppo, l’ospedale pubblico in Italia non può offrire a causa dei vincoli del contratto collettivo.
Le parole di Alessandro riflettono una realtà amara per la sanità pubblica italiana, che fatica a trattenere professionisti altamente qualificati. La sua esperienza positiva in Svizzera ha spinto molti colleghi a considerare seriamente la sua strada. In definitiva, il caso di Alessandro mette in luce le sfide che il sistema sanitario italiano deve affrontare per migliorare le condizioni di lavoro e trattenere talenti nell’ambito infermieristico.
Redazione NurseTimes
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