Dalla Cina avvertono: “Dormire troppo aumenta il rischio di ictus”

Attraverso il sondaggio svolto su un campione significativo, i ricercatori hanno notato una maggiore incidenza dell’attacco cerebrale nei soggetti abituati a molte ore di sonno.

Uno studio condotto dalla Huazhong University of Science and Technology (Cina) e pubblicato sulla rivista dell’American Academy of Neurology rivela che il rischio di ictus risulta maggiore per chi dorme più di nove ore a notte. Colpa dei cambiamenti fisiologici indotti dall’eccesso di sonno, che agirebbero sui fattori di rischio dell’attacco cerebrale. Non solo: anche i pisolini regolari di oltre 30 minuti al giorno contribuirebbero a rendere più probabile l’ictus, con ulteriore incremento del 25% per chi fa sonnellini abituali di oltre 90 minuti.Secondo Xiaomin Zhang, uno degli autori, “sono necessarie ulteriori ricerche per capire come pisolini prolungati e più ore di sonno durante la notte potrebbero essere legati a un rischio maggiore di ictus, anche se studi precedenti hanno già dimostrato come i ‘dormiglioni’ siano protagonisti di cambiamenti sfavorevoli nei livelli di colesterolo e di un aumento della circonferenza, entrambi fattori di rischio per l’ictus”
.I ricercatori hanno seguito per sei anni 31.750 persone dall’età media di 62 anni, senza alcun precedente di ictus, studiandone abitudini legate al sonno e stile di vita in generale. Ebbene, i 1.557 casi di attacco cerebrale accertati nel periodo di monitoraggio presentavano un comune denominatore: le ore di sonno, sia notturno che durante la giornata, sembravano giocare un ruolo rilevante, incrementando il rischio di ictus. Combinando le due abitudini, poi, il rischio cresceva addirittura dell’85% rispetto ai soggetti abituati a dormire o riposarsi meno.Anche la qualità del sonno, inoltre, sarebbe un fattore determinante, certificato un +29% di probabilità dell’evento cerebrale tra chi dichiarava di non dormire in modo soddisfacente. Tuttavia i risultati non dimostrano un nesso di causa-effetto, ma soltanto un’associazione, seppur significativa. Altri studi per confermare i risultati di quello cinese, che ha raccolto informazioni da questionari, senza registrarle direttamente e senza considerare abitudini come il russare o l’apnea notturna.Redazione Nurse Times  
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