Le categorie più a rischio di morte per Covid-19 sono i soggetti di sesso maschile e anziani. A riportare i dati della ricerca condotta dal prof. Mallapaty e dai suoi collaboratori è stata “Nature” una delle riviste scientifiche più autorevoli al mondo.
Per ogni 1.000 persone infettate con il Coronavirus nCoV-2019 che hanno un età inferiore ai 50 anni, la mortalità è prossima allo zero. Per i soggetti di età compresa tra i 50 ed i 60 anni la probabilità di morire è inferiore allo 0,5% ed è a vantaggio degli uomini.
Ma il rischio incrementa notevolmente superata la soglia dei 70 anni. Per ogni 1.000 persone contagiate saranno circa 116 quelle che non riusciranno a guarire, andando incontro a decesso.
Il trend dei decessi per Coronavirus associato ai pazienti più anziani era apparso evidente sin dalle prime settimane di questa pandemia. Gli scienziati che hanno ricercato gli anticorpi anti SARS-CoV-2 nella popolazione sana di Spagna, Inghilterra, Italia e Svizzera hanno ora quantificato il rischio effettivo.
Lo studio ha rivelato come l’età sia in assoluto uno dei principali predittori del rischio di morte e quello con il maggior IFR (infection fatality ratio)
. Quest’ultimo valore rappresenta la proporzione di decessi tra tutti gli individui risultati infetti, includendo anche coloro che non siano mai stati sottoposti a test, che non abbiano mai manifestato sintomi o che siano risultati positivi in seguito ad esame autoptico.Per stimare il rischio di mortalità suddiviso per fascia di età, i ricercatori hanno utilizzato i dati ricavati dagli studi di prevalenza sugli anticorpi.
Nel mese di giugno e luglio, migliaia di cittadini inglesi sono stati sottoposti a test sierologico rapido. Degli oltre 109.000 teenagers e adulti selezionati casualmente per essere sottoposti al test, circa il 6% presentava gli anticorpi contro il SARS-CoV-2.
Questo risultato è stato utilizzato per calcolare un IFR globale dell’Inghilterra pari allo 0,9%, ovvero 9 decessi ogni 1.000 casi. L’IFR era prossimo allo 0% per i soggetti di età compresa tra i 15 ed i 44 anni, aumentando fino al 3,1% nella fascia di età 65-74 anni. Per gli over 75 invece l’IFR si è attestato all’11,6%.
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