CODIV-19 evolve epidemiologicamente e il ministero della Salute ha inviato una nuova circolare a tutte le istituzioni coinvolte nella task force (che aggiorna la circolare n. 6360 del 27/02/2020) per indicare le nuove evidenze scientifiche e le indicazioni degli organismi internazionali OMS e ECDC sulla nuova definizione di caso che aggiorna e sostituisce la precedente.
CODIV-19 evolve epidemiologicamente e il ministero della Salute ha inviato una nuova circolare a tutte le istituzioni coinvolte nella task force (che aggiorna la circolare n. 6360 del 27/02/2020) per indicare le nuove evidenze scientifiche e le indicazioni degli organismi internazionali OMS e ECDC sulla nuova definizione di caso che aggiorna e sostituisce la precedente.
La circolare indica anche che la certificazione di decesso a causa di COVID-19 dovrà essere accompagnata da parere dell’Istituto Superiore di Sanità.
Per questo le cartelle cliniche dei pazienti deceduti, positivi COVID19 e le schede di morte ISTAT che riportano le cause di decesso dovranno essere inviati all’Istituto Superiore di Sanità attraverso il sito Sorveglianza Covid-19 dell’ISS (https://covid-19.iss.it).
La definizione di caso si basa sulle informazioni attualmente disponibili e può essere rivista in base all’evoluzione della situazione epidemiologica e delle conoscenze scientifiche disponibili.
e
senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica
e
storia di viaggi o residenza in un Paese/area in cui è segnalata trasmissione locale (Secondo la classificazione dell’OMS, consultare i rapporti quotidiani sulla situazione relativa al COVID-19 disponibili A QUESTO LINK.
Per l’Italia, ove si renda necessaria una valutazione caso per caso, si può tener conto della situazione epidemiologica nazionale aggiornata quotidianamente sul sito del Ministero della Salute e, per l’esecuzione del test, tenere conto anche dell’applicazione del “Documento relativo ai criteri per sottoporre soggetti clinicamente asintomatici alla ricerca d’infezione da SARS-CoV-2 attraverso tampone rino-faringeo e test diagnostico” elaborato dal Gruppo di lavoro permanente del Consiglio Superiore di Sanità – sessione LII) durante i 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;
oppure
e
che è stata a stretto contatto con un caso probabile o confermato di COVID-19 nei 14 giorni precedenti l’insorgenza dei sintomi;
oppure
e
che richieda il ricovero ospedaliero (SARI)
e
senza un’altra eziologia che spieghi pienamente la presentazione clinica.
Nell’ambito dell’assistenza primaria o nel pronto soccorso ospedaliero, tutti i pazienti con sintomatologia di infezione respiratoria acuta devono essere considerati casi sospetti se in quell’area o nel Paese è stata segnalata trasmissione locale.
Un caso sospetto il cui risultato del test per SARS-CoV-2 è dubbio o inconcludente utilizzando protocolli specifici di Real Time PCR per SARS-CoV-2 presso i Laboratori di Riferimento Regionali individuati o è positivo utilizzando un test pan-coronavirus.
Un caso con una conferma di laboratorio per infezione da SARS-CoV-2, effettuata presso il laboratorio di riferimento nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità (ISS) o da laboratori Regionali di Riferimento che rispondano ai criteri indicati in Allegato 3, indipendentemente dai segni e dai sintomi clinici.
Il contatto stretto di un caso probabile o confermato è definito come:
Il collegamento epidemiologico può essere avvenuto entro un periodo di 14 giorni prima dell’insorgenza della malattia nel caso in esame.
In considerazione dell’evoluzione dell’epidemia di COVID-19 sul territorio nazionale, al fine di semplificare le procedure di conferma diagnostica di casi sospetti/probabili di infezione da SARS-CoV-2, si specifica che nelle Regioni con evidenza di una sostenuta trasmissione locale o diffusa del virus
ed
in cui sia stata evidenziata una piena concordanza nell’ultima settimana tra i test di conferma specifici per SARS-CoV-2 effettuati nei Laboratori Regionali di Riferimento (eseguiti secondo le indicazioni fornite dal Laboratorio Nazionale di Riferimento, ISS) ed il test di conferma presso il Laboratorio di Riferimento Nazionale in ISS, si possono considerare casi confermati di infezione da SARS-CoV-2 tutti i casi positivi rilevati con test di conferma effettuato dal/i laboratorio/i di riferimento Regionale.
Viene richiesto, in questi casi, il solo invio di un numero rappresentativo di campioni clinici, concordato con il Laboratorio di Riferimento Nazionale in ISS, al fine di monitorare l’epidemiologia molecolare di SARS-CoV-2. Si richiede inoltre di continuare l’invio al laboratorio di riferimento nazionale in ISS di tutti i campioni risultati positivi in pazienti deceduti per la conferma della diagnosi di laboratorio.
Per la numerosità e consistenza dei dati forniti, al momento rispondono a questo criterio le Regioni Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Lazio, Liguria, Umbria, Campania, Provincia autonoma di Bolzano e Provincia autonoma di Trento per i soli laboratori di Riferimento Regionale.
In tutte le Regioni che non rientrino nei criteri suddetti, permangono le indicazioni fornite nelle precedenti Circolari del Ministero della Salute.
Ove possibile, si raccomandano i Laboratori di Riferimento Regionali riportati in allegato 4 di fornire il supporto e le indicazioni necessarie per la diagnosi di SARS-CoV-2 ai laboratori aggiuntivi indicati dalle Regioni e conseguentemente dare conferma della diagnosi di laboratorio.
Redazione Nurse Times
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