L’ipovitaminosi D è nota essere una condizione di elevata prevalenza, soprattutto tra i soggetti anziani solitamente più a rischio per un esito infausto da Covid-19, ma questa corrispondenza è casuale o esiste una relazione? G.I.O.S.E.G (Glucocorticoid Induced Osteoporosis Skeletal Endocrinology Group) ha incaricato un panel di soci esperti di redigere un documento con l’obiettivo di illustrare la posizione societaria sulla questione VITD e COVID-19.
“Definire esattamente l’impatto della somministrazione di VITD sul decorso di una infezione è complesso, anche se una recentissima meta analisi (Jolliffe DA,et al. Lancet Diabetes Endo May 2021) evidenzia come la supplementazione di VITD possa prevenire le infezioni respiratorie acute” ha detto il Professor Andrea Giustina Presidente GIOSEG e Direttore dell’Istituto di Scienze Endocrine e Metaboliche dell’Universita’Vita-Salute San Raffaele e ORCCS Ospedale San Raffaele di Milano, riporta pharmastar.it.
Il Panel ritiene che il ruolo principale della VITD sia quello di garantire alla popolazione ad alto rischio di ipovitaminosi D e di malattia respiratoria in corso di COVID-19, un livello adeguato di VITD, in considerazione del beneficio delle azioni protettive sull’osso e immunomodulatorie di questo ormone.
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