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Catanzaro, anziani umiliati e malmenati anche nel sonno: arrestati 5 operatori socio-sanitari

I provvedimenti sono stati emessi nell’ambito di un’inchiesta della Procura di Catanzaro condotta dalla Guardia di finanza.

Una nuova struttura lager è stata scoperta in provincia di Catanzaro in seguito alle indagini condotte dagli uomini della Guardia di Finanza.

“Gravi e ripetuti maltrattamenti fisici e psicologici” sono stati contestati ai 16 soggetti indagati, ai danni di anziani ospitati nella residenza sanitaria assistenziale riabilitativa “San Francesco hospital” di Settingiano.

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Gli indagati sono tutti dipendenti della struttura; due di loro sono stati posti agli arresti domiciliari e a tre è stato imposto il divieto di dimora nel comune dove ha sede la struttura sanitaria.

Cinque misure cautelari sono state emesse nei confronti di altrettanti operatori sociosanitari dal tribunale di Catanzaro, su richiesta della procura della Repubblica.

Le indagini sono state avviate in seguito alle denunce presentate da alcuni familiari di persone ricoverate presso la struttura che avrebbero segnalato presunti maltrattamenti subiti dagli anziani. Le attività investigative, condotte anche con l’ausilio di intercettazioni ambientali audio-video e con l’esecuzione di perizie tecnico-specialistiche di professionisti del settore sanitario hanno permesso agli investigatori di scoprire come all’interno della residenza sanitaria alcuni ospiti fossero stati sottoposti a gravi e ripetuti maltrattamenti fisici e psicologici: percosse, atti di violenza, derisioni, molestie gratuite e minacce.

Riscontrati anche maltrattamenti e vessazioni fisiche nei momenti di sonno degli anziani costretti a trascorrere intere giornate in un corridoio, adibito a sala comune al piano seminterrato della struttura, seduti sulle loro carrozzine, ovvero sulle sedie, ove si addormentavano anche in posizione innaturale, con il capo reclinato sulla spalla o sul tavolo, l’uno accanto all’altro, e dove erano, comunque, costretti a rimanere immobili e non disturbare l’operatore di turno preposto alla loro sorveglianza.

Le persone raggiunte dal provvedimento giudiziario sono:

B. G., oss di 46 anni di Vallefiorita (Cz), agli arresti domiciliari;
R. A., oss di 53 anni di Settingiano (Cz), agli arresti domiciliari;
M. A., oss di 53 anni di Catanzaro, sottoposto al divieto di dimora;
P. L., oss di 37 anni di Santa Caterina dello Ionio (Cz), sottoposto al divieto di dimora;
R. M., oss di 41 anni di Settingiano (Cz), sottoposto al divieto di dimora.

Tutti indagati per il reato di maltrattamenti aggravato dell’aver agito approfittando delle circostanze tali da ostacolare la privata difesa ed abusando delle relazioni di ospitalità correlate alla natura della struttura ed all’affidamento ad essa degli anziani da parte dei familiari. I finanzieri stanno notificando ulteriori 11 avvisi di garanzia nei confronti di altrettante persone operanti nella struttura: si tratta del direttore sanitario, di quattro infermieri, di un’educatrice e di altri cinque operatori socio-sanitari, indagati a vario titolo per maltrattamenti, sequestro di persona e lesioni colpose.

Dispetti e cattiveria

“C’è una mosca, la posso ammazzare?” e volano gli schiaffi in faccia

Si “divertivano” a schiaffeggiarli, a prenderli in giro, a deriderli, consapevoli che non potevano difendersi.  Dalle intercettazioni, emergono alcuni episodi vergognosi: dopo uno schiaffo alla nuca al paziente, quest’ultimo risponde “E basta…”. E poi gli schiaffi sulla risposta rispetto alla squadra di calcio preferita: parte un ceffone, l’operatore chiede ad un anziano “sei milanista o juventino eh? (altro schiaffo)”, e il degente risponde “juventino”.

“C’è una mosca la posso ammazzare?” chiede un operatore ad un anziano, schernendolo e parte un ceffone in pieno volto. E poi ancora “ce n’è un’altra, la posso ammazzare?” e via con il secondo schiaffo in faccia: “uccisa”.

Nel video diffuso dalla Guardia di Finanza inoltre, un operatore socio sanitario lancia uno straccio contro un paziente sulla sedia a rotelle, che risponde “eh no, eddai…” e l’operatore per tutta risposta, con il chiaro intento di umiliarlo gli si avvicina, gli abbassa il cappello sul viso e gli tiene la mano in testa per impedire all’anziano di togliersi il cappello. L’anziano non può fare altro che lamentarsi “E basta! Ma guarda tu!” ed un altro degente tenta di difenderlo “Lascialo stare!”.

Simone Gussoni

Fonte: quicosenza.it
Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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