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Avellino, due infermieri e un medico presi a calci e schiaffi in Pronto soccorso. La condanna del Nursind

E’ accaduto all’ospedale Moscati. Protagonista, una paziente in stato di ebbrezza. Il sindacato sollecita l’adozione di misure contro il sovraffollamento.

Sabato pomeriggio, all’ospedale Moscati di Avellino, una paziente di nazionalità polacca in stato di ebbrezza alcolica ha inferto graffi, calci e schiaffi a due infermieri e un medico del Pronto soccorso che tentavano di tranquillizzarla. L’aggressione è avvenuta mentre venivano assistiti tre pazienti critici, giunti sul posto in codice rosso.

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Entrambi gli infermieri si sono fatti refertare con due giorni di prognosi, avendo subito contusioni ai polsi, all’emicostato destro, al volto, oltre a escoriazioni varie e senza dimenticare il conseguente stato di stress emotivo. La paziente, circa un ora dopo l’aggressione, è fuggita. Gli agenti di polizia intervenuti ne hanno recupoerato le generalità e parte del personale sanitario aggredito ha provveduto a sporgere la denuncia nei suoi confronti.

Sulla vicenda è intervenuto il sindacato Nursind, attraverso una nota a firma dei segretari territoriale e aziendale Romina Iannuzzi e Michele Rosapane: “Siamo qui a condannare l’ennesimo atto di violenza nei confronti del personale infermieristico e medico del pronto soccorso. Questi atti deplorevoli e criminali rappresentano un attacco all’intero sistema sanitario. Non è accettabile che operatori sanitari vengano aggrediti sul luogo di lavoro e che gli aggressori rimangano impuniti a causa di leggi inefficaci, che tutelano più chi commette questi reati che chi li subisce”.

E ancora: “Chiederemo all’Azienda di costituirsi parte civile in un eventuale processo. Intanto, sul sovraffollamento, stiamo attendendo da più di un mese che la direzione strategica ci convochi per un confronto sulle misure da adottare. Il boarding e il sovraffollamento sono condizioni che incrementano il rischio di potenziali aggressioni. Massima solidarietà da parte del Nursind agli infermieri e al medico del Ps aggrediti, che nonostante l’aggressione subita hanno continuato a prestare servizio per il loro senso di responsabilità”.

Redazione Nurse Times

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