Nella Giornata internazionale della consapevolezza sull’autismo proponiamo alcune considerazioni sul rilevante aumento della popolazione di studenti con disabilità, e in particolare con disturbo dello spettro autistico (ASD-Autism Spectrum Disorder).
Consideriamo i dati contenuti nel report Istat denominato “L’inclusione scolastica degli alunni con disabilità anno 2022-2023” (pubblicato lo scorso 2 febbraio e disponibile, assieme alle relative tavole, a questo link). Ebbene, quelli sull “Disturbo dello sviluppo psicologico” (alias ASD, alias “Disturbi generalizzati dello sviluppo psicologico”, alias “Sviluppo”) sono nettamente prevalenti su tutti gli altri nella scuola dell’infanzia e in quella primaria.
Rispetto all’anno precedente si stima una fortissima crescita: si arriva a 338mila alunni e alunne con disabilità (+7%). Così si raggiunge il 4,1% di tutti gli alunni e alunne di tutti gli ordini e gradi. Nell’anno scolastico 2018-2019 il numero degli alunni con disabilità certificata ammontava a 284mila, 3,3% sul totale. Fra l’anno scolastico 2018-2019 e quello 2022-2023 si sviluppa la pandemia Covid che giustificherebbe un approfondito confronto fra questi anni.
Il calo dovuto ad abbandono aumenta moltissimo nella secondaria di secondo grado. Per questi motivi si ritiene che l’indicatore di prevalenza della disabilità nelle fasce di età della scuola primaria sia quello maggiormente rappresentativo dell’aumento della disabilità fra gli alunni.
L’aumento delle diagnosi di autismo era prevedibile e sarà ancora più forte nel futuro, come dimostrano i Paesi più progrediti, come l’Australia. L’Italia segue col ritardo di 11 anni quello degli Usa (Cfr. Stati Uniti d’America, l’autismo aumenta ancora). Il nuovo rapporto dell’Istat consente di aggiornare alcune nostre considerazioni su questi temi, già espresse nei seguenti contributi: Autismo, criteri diagnostici e prevalenza: una riflessione critica e Riflessioni sul nuovo Rapporto ISTAT dedicato agli alunni con disabilità).
Piuttosto che negare l’aumento reale, occorre migliorare la conoscenza della sua eziologia, che è molto differenziata, trattandosi di centinaia di malattie rare e ultrarare. Quelle note sono tutte di origine organica, peccato che non si facciano gli esami per trovarne la frequenza nella popolazione con autismo. La complessità delle cause tutte da chiarire richiede invece una ricerca approfondita, che in Italia è molto trascurata e che la nostra A.P.R.I. richiede da sempre.
Il numero degli insegnanti di sostegno è cresciuto più del numero degli allievi con disabilità. Insieme agli Assistenti all’autonomia e alla comunicazione e/o agli Educatori sociopedagogici, se fossero qualificati, basterebbero a coprire tutte le ore necessarie persino per l’intervento precoce intensivo di 25 ore settimanali in rapporto 1:1 di cui alla Linea guida 21 del 2011 sui bambini e adolescenti con autismo.
Su questo argomento abbiamo già scritto molto, avanzando quattro proposte fattibili e sostenibili economicamente dal bilancio pubblico, di cui si può leggere al seguente contributo: La scuola continua a essere drammaticamente impreparata ad accogliere bambini e bambine con autismo (pubblicato sul sito del centro Informare un’h il 26 settembre 2023).
Per informazioni: apri.associazione.cimadori@gmail.com, tel. 3381621980, www.apriautismo.it.
Redazione Nurse Times
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