Ausl Ferrara crea Uoc di Direzione infermieristica e tecnica: le opposte reazioni di Anaoo-Assomed e Fials

Mentre il secondo sindacato ha espresso soddisfazione per la relativa delibera, il primo, che rappresenta i medici dirigenti, ha proposto ricorso al Capo dello Stato.

Non mette tutti d’accordo la decisione dell’Ausl Ferrara di creare una Unità operativa complessa (Uoc) di Direzione infermieristica e tecnica, in linea con la direzione generale e inserita nella direzione strategica aziendale. La conferma della divergenza di vedute in merito arriva dagli opposti atteggiamenti delle segreterie regionali di Anaao-Assomed e Fials. Mentre il primo sindacato, che rappresenta i medici dirigenti, ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato, impugnando la delibera dell’Azienda e chiedendone l’annullamento, previa sospensiva, il secondo esprimere soddisfazione per la stessa.

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“Era ora che tale passo si compisse, che giungesse il meritato riconoscimento per le professioni sanitarie per ciò che già fanno da decenni – afferma Mirella Boschetti, segretaria Fials Emilia Romagna –. Non poteva continuare a rimanere nell’ombra il direttore della Dit, riferimento di circa i due terzi delle risorse umane, operatori sanitari appartenenti alle classi di laurea infermieristica e ostetrica, tecnica sanitaria, della riabilitazione e della prevenzione, gli assistenti sociali, nonché il personale di supporto all’assistenza e dei processi assistenziali e organizzativi”

.

E ancora: “Tale riconoscimento rappresenta un valore aggiunto, una grande opportunità per l’Azienda Usl Ferrara di valorizzare tutte le professioni sanitarie a favore di un efficace ed efficiente riorganizzazione del servizio sanitario, a garanzia del buon esito dei percorsi assistenziali di presa in carico dei cittadini, che necessitano di cure e di assistenza in un contesto sanitario in continua trasformazione. Tale riconoscimento non può e non deve essere visto come un tentativo di furto di competenze e di poteri altrui, ma come una risposta a esigenze organizzative, sociali e culturali mutate negli anni. Non può trasformarsi in una guerra medici-infermieri, medici e professioni sanitarie”.

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