Coronavirus, la proposta che fa discutere: “No vax che si ammalano paghino le spese mediche”

L’assessore alla Sanità della Regione Lazio, Alessio D’Amato, prova a far passare questa linea. Per il costituzionalista Alfonso Celotto si tratta di una via praticabile.

“I no vax che contraggono il Covid e finiscono nelle terapie intensive degli ospedali del Lazio dovranno pagare i ricoveri. Rifiutando la vaccinazione, queste persone mettono infatti a rischio la libertà altrui e devono assumersi la responsabilità fino in fondo delle proprie scelte e delle proprie azioni”. Così Alessio D’Amato (foto), assessore alla Sanità della Regione Lazio.

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Non si tratta di una semplice provocazione, bensì di una proposta concreta. “Ci stiamo lavorando – prosegue D’Amato –. Esistono modelli a cui facciamo riferimento, come quello della Lombardia, dove un tempo veniva spedito a casa del paziente, prima ricoverato e poi dimesso, una sorta di memorandum su quanto la sua degenza fosse costata all’ente regionale. Naturalmente non si chiedeva un centesimo: era solo per mostrare al paziente il costo sostenuto per le sue cure. Ma con i no vax siamo intenzionati ad andare oltre. Giornalmente ogni ricovero in terapia intensiva costa circa 1.500 euro per degenze medie non inferiori ai 17 giorni”.

Immediate le reazioni alle parole dell’assessore, definite per esempio “inaccettabili” da Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici: “Siamo allibiti sia per la gravità delle dichiarazioni sia perché si vanta del fatto che non è una provocazione, ma una vera e propria strategia. Il diritto alla salute è sancito dalla Costituzione, deve essere garantito a tutti i cittadini, a prescindere dalle loro idee. A maggior ragione, poi, se consideriamo la situazione particolare in cui ci troviamo: una pandemia che nel corso del tempo ha visto aumentare i dubbi sui vaccini, individuati inizialmente come unica strategia di salvezza, mentre ora giustamente si punta l’attenzione anche sulle cure. Invitiamo l’assessore a rivedere la sua posizione, a fare rapidamente un passo indietro su questa assurda proposta. In caso contrario passeremo alle denunce per difendere il diritto di tutti i cittadini alla salute, che evidentemente la Regione Lazio vuole affossare”

.

In linea con le dichiarazioni di D’Amato è invece l’opinione di Alfonso Celotto, docente di Diritto costituzionale all’Università Roma Tre, intervenuto ai microfoni della trasmissione L’Italia s’è desta, su Radio Cusano Campus: “In Italia l’obbligo del vaccino Covid esiste solo per i sanitari, ma gli obblighi vaccinali esistono. Quelli dei bambini, ad esempio: la Corte Costituzionale li ha dichiarati legittimi, quindi lo spazio c’è. Certo, va capita anche la portata sociale del provvedimento: il Governo deve ragionare anche su come verrebbe preso dalla popolazione”.

Ancora Celotto: “Mi si chiede quale sarebbe la sanzione per chi non si vaccina se fosse introdotto l’obbligo. Ragionando ipoteticamente, le sanzioni più comuni nel nostro sistema sono quelle penali, ovvero l’arresto, ma mi sembrano spropositate in questo caso, e quindi da escludere. L’altra sanzione possibile è la multa. Questa può essere plausibile, ma c’è uno svantaggio: alla fine paghi la multa, ma non sei comunque vaccinato. Allora, in un regime di obbligo vaccinale, si potrebbe pensare di introdurre la sanzione di far pagare le cure a chi non si vaccina e si ammala di Covid”.

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