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Aria condizionata e dolore cervicale

In estate, il caldo può essere debilitante e rendere difficili le azioni quotidiane. L’aria condizionata è una scelta sempre più utilizzata per ovviare alle temperature roventi, magari durante il lavoro, o durante la notte.

Con l’aria condizionata, colpo d’aria alla “cervicale” è abbastanza comune e può dare grande fastidio al collo e alla schiena.

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Ne parliamo con la dottoressa Lara Castagnetti, specialista in Medicina fisica e riabilitativa e osteopata dell’ospedale Humanitas.

Cervicalgia e colpo di freddo


Il freddo e gli sbalzi di temperatura con una brusca diminuzione delle temperature possono scatenare episodi di cervicalgia, ovvero un dolore concentrato sulla zona cervicale. Il collo è infatti l’area più esposta al getto d’aria condizionata. I muscoli che lo compongono, contraendosi, causano dolore, capogiri e mal di testa: non è raro, infatti, che a episodi di cervicalgia si accompagnino anche forme di cefalea.

Artrite e aria condizionata


Il dolore causato dal freddo è più di natura muscolare che articolare, ma chi soffre di artrite o artrosi deve comunque prestare attenzione. Il freddo è infatti un aggravante, che causa l’aumento di dolore, che va a sommarsi a quelli già esistenti.

Le articolazioni più sensibili riguardano la schiena: le articolazioni della colonna vertebrale hanno una muscolatura che svolge un ruolo importante per il mantenimento della postura. Se si contraggono questi muscoli, allora ne risentono anche le articolazioni.

Cervicalgia: cosa fare?


L’importante è evitare di esporsi direttamente al getto dell’aria condizionata. Si potrebbe, per esempio, coprirsi con un foulard, o tenere le temperature un po’ più alte.

In caso la cervicalgia si sia già manifestata, si può prendere un antinfiammatorio, effettuare dei massaggi, dello stretching o sedute osteopatiche.

Anche una seduta di massaggi può rivelarsi utile, purché inizialmente si tratti di un massaggio dolce: movimenti indelicati o troppo carichi di pressione possono infiammare ulteriormente il muscolo contratto.

Stretching e allungamenti dolci sono ideali, così come può essere un’alternativa percorribile il trattamento osteopatico, volto al rilascio dei muscoli e al riequilibrio fasciale.

Fonte: Humanitasalute

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