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Aggressioni in corsia a Napoli, i medici raccontano le loro esperienze: “Io, minacciata con una pistola…”

Due giorni fa, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari, Omceo Napoli ha raccolto alcune sconvolgenti testimimonianze.

L’Ordine dei medici di Napoli, in occasione della Giornata nazionale di educazione e prevenzione contro la violenza nei confronti degli operatori sanitari e socio-sanitari (12 marzo), ha raccolto le testimonianze di quattro professionisti, loro malgrado vittime di aggressioni in corsia. Gli studenti di Medicina presenti all’auditorium dell’Omceo hanno così ascoltato dalla viva voce dei protagonisti quanto accade ormai sistematicamente nei luoghi di cura del capoluogo campano. L’ultimo episodio si è verificato proprio il giorno prima (11 marzo) all’Ospedale del Mare, dove un uomo ha dapprima minacciato i medici di turno e poi sfasciato un computer.

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Tra le testimonianze più sconvolgenti, quella della dottoressa Ornella Laghezza, che ha raccontato: “Il marito, con una pistola in mano, continuava a dirci: ‘Se succede qualcosa a mia moglie…’. Eravamo stati contattati per un codice rosso: un dolore toracico, una crisi ipertensiva con aumento della frequenza cardiaca. Al nostro arrivo facemmo quanto necessario da protocollo, ma nel visitare la paziente il marito cominciò a mostrarsi molto agitato. Con un cenno feci capire all’autista dell’ambulanza di allertare le forze dell’ordine. Gli agenti arrivarono in pochi minuti, ma furono attimi molto complicati”.

Anche la dottoressa Raffaella De Franchis

è stata minacciata con un’arma da fuoco, e persino derubata: “Facevo studio a Giugliano. Una sera entrarono due uomini che, pistola in pugno, mi rapinarono. Forse credevano che il mio fosse un ambulatorio privato e di poter incassare un bel bottino. Ricordo ancora il terrore di quei momenti. Mi puntarono la pistola alla tempia e mi dissero di consegnare ciò che avevo”.

Questo, invece, il ricordo della dottoressa Maria Carmela Corbisiero: “La mia prima aggressione l’ho vissuta quando avevo 39 anni. Ero al pronto soccorso. All’improvviso mi trovai coinvolta in una rissa scoppiata tra i famigliari di un paziente deceduto e la polizia. Un collega più anziano mi si parò davanti per proteggermi. Ciononostante, qualcuno mi scagliò contro il monitor di un computer”.

Redazione Nurse Times

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