Il farmaco, denominato zavegepant, rientra in una classe di inibitori del peptide legato al gene della calcitonina. Può fornire un rapido sollievo in soli 15 minuti.
Si chiama zavegepant (nome commerciale Zavzpret) ed è il primo spray nasale ad azione rapida approvato dalla statunitense Food and Drug Administration (Fda) contro l’emicrania negli adulti. Secondo quanto riferito da Pfizer, potrebbe offrire un “sollievo ad azione rapida”, ampliando le opzioni di cura per milioni di persone che soffrono di questa condizione spesso debilitante.
Quando l’attacco di emicrania è già in corso, i trattamenti acuti mirano ad arrestare o ridurre i sintomi, tra cui anche disturbi visivi, nausea e sensibilità alla luce o ai suoni. I dati degli studi clinici di fase avanzata pubblicati a febbraio suggeriscono che il farmaco può fornire un rapido sollievo in soli 15 minuti – altri trattamenti possono impiegare due ore per fare effetto – e aiuta ad affrontare gli altri sintomi fastidiosi associati al mal di testa.
Zavegepant fa parte di una classe di inibitori del peptide legato al gene della calcitonina (CGRP). E’ il terzo trattamento dell’emicrania di questo tipo a ottenere l’approvazione della Fda, il primo a essere offerto come spray nasale, e costituirà un vantaggio per i tanti malati di emicrania che hanno difficoltà ad assumere farmaci per bocca a causa di sintomi come nausea e vomito.
“L’approvazione segna una svolta significativa, in particolare per le persone che hanno bisogno di liberarsi dal dolore e preferiscono opzioni alternative ai farmaci orali”, ha dichiarato Angela Hwang, presidente della divisione biofarmaceutica globale di Pfizer.
L’approvazione della Fda si basa su due studi cardine randomizzati, in doppio cieco, controllati con placebo, che hanno stabilito i profili di efficacia, tollerabilità e sicurezza di zavegepant per il trattamento acuto dell’emicrania. Nello studio cardine di fase 3, pubblicato su The Lancet Neurology, zavegepant ha mostrato un’ampia efficacia, con una superiorità statisticamente significativa rispetto al placebo in 13 delle 17 misure di esito secondario prespecificate, inclusi gli endpoint dei punti temporali iniziali, e con ritorno alla normalità a due ore ed endpoint di efficacia duratura.
Le reazioni avverse più comuni riportate in almeno il 2% dei pazienti trattati e con una frequenza maggiore rispetto al placebo sono state: disturbi del gusto (incluse disgeusia e ageusia), nausea, disturbi nasali e vomito. È controindicato nei pazienti con anamnesi di ipersensibilità a zavegepant o a uno qualsiasi dei suoi componenti. Reazioni di ipersensibilità, inclusi gonfiore del viso e orticaria, si sono verificate con zavegepant negli studi clinici.
Redazione Nurse Times
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