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Vito infermiere denuncia il pressapochismo del Policlinico di Bari nella procedura di reclutamento

Gentile Direttore di Nurse Times,

l’avviso è stato pubblicato il 14 gennaio, e il 9 marzo mi è giunta una PEC dal Policlinico, dove nell’oggetto si parla di “conferimento incarico”, nel corpo della mail si chiede di inviare entro 3 giorni una conferma formale di accettazione dell’incarico.

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Nel paragrafo finale vi è però una clausola che informa che l’assunzione non è automatica ma in ogni caso in relazione alla graduatoria. Il problema è che nella mail si intima di dover dare disponibilità all’entrata in servizio entro il 25 marzo, quindi per chi avesse già un lavoro, si tradurrebbe nel dover dare le dimissioni il 10 marzo, per poter comunque garantire i 15 giorni di preavviso.

Arrivo al punto, in realtà questa PEC non è una convocazione ma una richiesta di disponibilità, dato che è stata inviata a tutti i 4000 partecipanti all’avviso pubblico quindi con speranze molto scarse per chi come me è piazzato circa al 3000esimo posto in graduatoria. Ma non finisce qui… Dato che al momento della ricezione della mail ero in procinto di partire per Ferrara per un incarico a 36 mesi certo, questa mattina prima di rinunciarvi, per restare nella mia terra, ho chiamato uno dei numeri presenti nella mail.

Mi risponde quello che penso sia un amministrativo, al quale espongo il mio problema e chiedo se vi fosse la certezza di assunzione in modo da poter inviare la rinuncia per l’altro incarico. La sua risposta è affermativa e addirittura nell’apprendere la mia disponibilità per una data di molto precedente al 25 marzo, mi risponde entusiasta che lo avrebbe comunicato alla dirigente delle professioni sanitarie e che mi avrebbe ricontattato di lì a poco per dirmi quando iniziare le pratiche assuntive.

Di conseguenza per correttezza comunico la mia rinuncia all’azienda ospedaliero universitaria di Ferrara e resto in attesa di riscontro. Passate quasi 2 ore provo a richiamare insistentemente il signore con cui avevo parlato, senza ottenere risposta…

Finché, circa alle 14 vengo richiamato dal suddetto il quale mi dice che in realtà non vi è alcuna certezza, anzi vista la mia posizione in graduatoria, sarebbe piuttosto difficile ottenere l’incarico. Di lì ovviamente parte una discussione al termine della quale chiedo insistentemente di poter parlare con la dottoressa Lippolis, dirigente che si occupa della gestione del personale, che puntualmente si nega ma con la “promessa” di richiamarmi lei stessa quanto prima.

Ciò ovviamente non è mai avvenuto. Il problema è che la natura molto ambigua e fuorviante della PEC sta portando molti colleghi a dare dimissioni o lasciare il proprio posto di lavoro, in modo da poter essere disponibili dal 25 marzo, senza sapere però che i 200 posti disponibili si satureranno molto presto e quindi resteranno con un pugno di mosche come me…

Con la presente spero di dare visibilità a questa questione che è ai limiti della legalità e dell’assurdo. ‘

Vito D. S. Infermiere

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