La sala operatoria: da sempre sinonimo di complessità, per il numero di persone e professionalità coinvolte, l’urgenza con cui i processi devono essere eseguiti, molteplicità di punti critici del processo che possono provocare gravi danni ai pazienti (dalla identificazione del paziente alla correttezza del sito chirurgico, alla appropriata sterilizzazione dello strumentario, all’induzione dell’anestesia, ecc.).
Ogni singola azione è accompagnata dalla domanda: “E’ la procedura corretta?”.
A questo poi si aggiungono i luoghi comuni, nell’immaginario collettivo la sala evoca un misto di timore e di rispetto, dove chi entra si appresta a vivere un’esperienza traumatica, in condizioni di assoluta dipendenza da persone che gestiranno la sua vita.
Disteso sul lettino, il più delle volte scoperto, spesso in posizioni impudiche, in un ambiente sconosciuto, il paziente cerca con gli occhi uno sguardo amico, una voce che lo rassicuri, una mano che stringa la sua facendogli capire che si è affidato a persone che non lo gestiranno come oggetto ma come uomo.
Un giovane infermiere che si appresta ad iniziare la vita in camera operatoria, deve riflettere sull’importanza che tutto ciò ha, senza lasciarsi prendere dall’ansia, ma facendo un’attenta analisi razionale. Le regole importanti sono poche e tutte derivano da una grande famiglia: l’asepsi.
Le azioni chirurgiche privano il paziente di significative barriere contro le infezioni e lede la superficie cutanea. Ogni volta che l’integrità della pelle viene violata, come avviene in chirurgia, i microorganismi hanno l’immediata opportunità di invadere i tessuti interni e proliferare al loro interno. Per prevenire che ciò accada in chirurgia, devono essere seguite specifiche regole. Queste regole si chiamano tecniche asettiche. La tecnica asettica è la base sulla quale si appoggia praticamente ogni attività chirurgica. Queste regole non sono semplici linee guida, ma vere e proprie leggi della sala operatoria e violarle significa sottoporre i pazienti al pericolo di malattie e/o infezioni.
Le regole dell’asepsi:
Sabina Piazzolla
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