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Torino, maxi truffa all’Inps: molti medici tra i 60 indagati

Rilasciavano falsi certificati per consentire di non recarsi al lavoro e di riscuotere pensioni indebitamente.

Sono 60 gli indagati, e tra loro figurano anche diversi medici accusati di aver “gonfiato” la gravità delle diagnosi di alcuni pazienti allo scopo di far ottenere loro qualche centinaio di euro in più alla fine del mese da Inps e Inail. La Procura di Torino ha chiuso così un’inchiesta sui “falsi certificati Inps” rilasciati a persone che si sono assentati dal lavoro per fastidi il più delle volte lievi.

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Nei guai sono finiti, tra gli altri, una psichiatra dell’ospedale di Moncalieri, un dirigente del Mauriziano di Torino, un neurologo del San Luigi di Orbassano, ma pure un oculista, un esperto di microchirurgia, un primario del Gradenigo di Torino, uno pneumologo, oltre a ortopedici, fisiatri e urologi. Indagati, oltre ai medici compiacenti, anche numerosi pazienti che dovranno restituire le pensioni indebitamente ricevute. Alla prima paziente dell’elenco, ad esempio, erano state attribuite più patologie: un disturbo ansioso depressivo, associato a una vasculopatia celebrale. A un’altra donna la pensione anticipata era arrivata per un disturbo di asma, associato a un’artrosi e alla scoliosi. In un altro caso la diagnosi era stata: disturbo depressivo, reflusso gastrico, cervicalgia, lesione della cuffia dei rotatori, sindrome del tunnel carpale, emicrania, attacchi di panico, ipotiroidismo.

Insomma, in alcuni casi le cartelle cliniche erano piuttosto complesse. Qualche altro esempio? Una donna aveva sia ansia e depressione che vaginite, incontinenza, ed epicondilite a livello del gomito, che la portavano a un certificato di “assoluta e permanente impossibilità a svolgere qualsiasi tipo di lavoro”. Un’altra con alluce valgo e scoliosi avrebbe indebitamente percepito, secondo l’accusa, 84 mila euro di pensioni di invalidità.

L’inchiesta sui falsi certificati è nata dopo la scoperta, nel 2015, di una colossale truffa che aveva già visto indagare il dentista Enrico Quaglia. L’uomo aveva ricevuto una mazzetta nascosta in un panino ed era stato “beccato” dai carabinieri del Nas mentre intascava 2mila euro per mandare avanti pratiche gonfiate con la complicità del presidente della commissione medica dell’Inps, Enrico Maggiore.

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