Decine di medici in forza alla Città della Salute di Torino sono indagati per peculato e abuso d’ufficio.
Una cinquantina di medici sono finiti nel mirino della Procura di Torino perché, tra il 2012 e il 2015, non avrebbero versato il 5 percento dovuto alla Città della Salute per ciascuna prestazione offerta in intramoenia, ossia privatamente dentro la struttura pubblica. Si indaga per peculato e abuso d’ufficio.
Di certo, al momento, c’è un ammanco di almeno 7 milioni di euro. Soldi da destinare al fondo per lo smaltimento delle liste d’attesa previsto dalla Legge Balduzzi.
Dagli approfondimenti degli investigatori sarebbe anche emerso come diversi professionisti non abbiano versato le intere parcelle incassate per le stesse visite. Denaro, questo, che sarebbe dovuto finire nelle casse dell’Azienda sanitaria di Torino, per poi essere ripartito tra gli stessi medici. Del caso si starebbe interessando anche la Corte dei Conti.
A sollevare la questione erano state inizialmente alcune sigle sindacali degli stessi medici (Anaao Assomed, Cimo Fesmed e Aaroi Emac), che avevano accusato del buco l’Azienda sanitaria di Torino. Un’azione che si è rivelata un boomerang e che ha svelato un malcostume diffuso. Un malcostume che potrebbe riguardare più anni e molte altre aziende sanitarie piemontesi.
Redazione Nurse Times
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