Time Travel: 12 cattive abitudini del passato ormai in disuso

Avete mai pensato alle attività svolte dagli infermieri nel passato? Quando i ventilatori meccanici non erano ancora stati inventati, come potevano gli infermieri garantire la sopravvivenza dei pazienti ventilati?

Charles Darwin disse: “Non è la specie più forte a sopravvivere e nemmeno quella più intelligente, ma la specie che risponde meglio al cambiamento.”

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La comunità infermieristica è sopravvissuta nel corso dei secoli grazie alla capacità di adattarsi ai cambiamenti. L’infermiere è dinamico e si è dimostrato in grado di adattarsi ai cambiamenti derivanti dal l’evoluzione dei sistemi sanitari.

Florence Nightingale disse: “Qualora non facessimo progressi nella pratica infermieristica ogni anno, ogni mese, ogni settimana, andremo indietro.”

Il passato è importante per evolvere. Stiamo entrando in una nuova era riguardante la pratica infermieristica.

Facciamo un salto in una macchina del tempo per andare nel passato ed analizzare le pratiche che non vengono più adottate (si spera correttamente).

1. Salasso bianco e la rotazione dei lacci emostatici

Consiste nel posizionamento di lacci emostatici (elastici) ai 3 arti, lasciando libero un solo arto e rotazione dei lacci ogni 10 minuti circa (il laccio del primo arto viene rimosso e posizionato sull’arto lasciato libero in precedenza). Tale misura riduce il ritorno venoso al cuore e riduce il sovraccarico cardiaco. Pratica ampiamente utilizzata negli anni ’60, i manicotti venivano posizionati e gonfiati tra i 20 e gli 80 mmHg per ottenere il risultato.

Perché è ora in disuso?
L’utilizzo dei farmaci diuretici ha fatto andare in disuso tale tecnica che è stata demonizzata da molte ricerche scientifiche.

2. L’utilizzo del polmone d’acciaio

Secondo le fonti storiche, il primo modello ad essere utilizzato su ampia scala fu realizzato da Drinker e Shaw nel 1928. Il polmone d’acciaio, inizialmente conosciuto come “Drinker Respirator” fu inventato da Philip Drinker (1894–1972) e Louis Agassiz Shaw, Jr., professore dell’Università di Harvard.

Alcuni “polmoni d’acciaio” sono ancora funzionanti negli USA, ma solo pochi infermieri ormai in pensione sono in grado di utilizzarli.

Perché è ora in disuso?

L’utilizzo dei dispositivi attuali e ventilatori portatili associati alla campagna antipolio hanno causato la fine dell’utilizzo del dispositivo. L’ultimo caso di poliomielite è stato registrato nel 1979.

3. Riutilizzo dei cateteri vescicali e delle siringhe


Sterilizzare più e più volte siringhe e cateteri vescicali era pratica comune ovunque. Le siringhe erano di vetro mentre i cateteri vescicali erano metallici e non di lattice o silicone. Grazie all’utilizzo di questi materie, questi dispostivi potevano essere sterilizzati ad alte temperature e immersi nell’alcol. Gli aghi venivano anch’essi sterilizzati e affilati manualmente.

Perché non si fa più così?

Il materiale monouso è ormai presente ovunque oggigiorno. La diffusione dell’HIV e altre patologica trasmissibili hanno reso necessario la produzione di materiale monouso per motivi di sicurezza. La sterilizzazione dei materiali è più costosa dell’acquisto del materiale monouso.

4. Utilizzo della soluzione Dakin Carrel per il trattamento delle ferite.

La soluzione Dakin Carrel venne utilizzata largamente durante la Prima Guerra Mondiale. Composta da Ipoclorito di Sodio e Bicarbonato di Sodio, fu inventata da un farmacista e da un chirurgo.

Nel dopoguerra venne ampiamente utilizzata per il trattamento di lesioni da decubito e ferite inferte.

Perché non viene più utilizzata?

Nuovi prodotti antisettici si sono dimostrati più efficaci come lo Iodio Povidone.

5. Utilizzo di vaporizzatori per Metossiflurano e Cyprane Trylene per il travaglio

Il vaporizzatore per rilasciare antidolorifici venne introdotto per trattare i dolori del travaglio delle partorienti.
Il Tricloroetilene (Trilene) e il Metossiflurano (Penthrane) furono famosi analgesici utilizzati in ostetricia nel ‘900. Venivano somministrati attraverso un vaporizzatore a temperatura controllata consegnato alla mamma durante il travaglio.

Perché sono scomparsi questi inalatori?

I farmaci utilizzati erano efficaci per il controllo del dolore provato durante il travaglio ma creavano sedazione della partoriente e depressione nel neonatale. Causavano anche vomito e accumulo a livello renale. A causa di tutti questi effetti collaterali questi farmaci non vennero più utilizzati.

6. Strisce reattive per urine per rilevare presenza di glucosio nelle urine.

Prima dell’avvento del glucometro, gli infermieri dovevano prelevare campioni di urine dai pazienti diabetici prima dei pasti per verificare la presenza di glucosio.

Perché tale pratica non si usa più?

L’utilizzo delle strisce reattive per le urine non è più raccomandato per la rilevazione di glucosio nelle urine. Il glucometro offre una maggiore precisione nella rilevazione dei valori di glicemia ematica.

7. Utilizzo di sostanze anti-acido sulle lesioni da decubito 

Molti decenni fa era pratica comune tra gli infermieri utilizzare sostanze antiacido sulle lesioni da decubito con la convinzione che, in ambiente acido, le ferite guarissero più lentamente.

Perché è scomparsa tale idea?

È ormai risaputo che un ambiente umido è ideale per garantire la guarigione delle lesioni da decubito, secondo quanto stabilito dalle più recenti linee guida.

8. Controllo delle lesioni maleodoranti mediante l’utilizzo di carbone attivo

Nel passato gli infermieri erano soliti tamponare le ferite con carbone attivo in polvere e avvolgerle successivamente per facilitarne la guarigione e per ridurne il cattivo odore convinti che il carbone potesse assorbirlo.

Perché scomparve tale idea?

In realtà non è del tutto scomparsa, alcuni infermieri ancora utilizzano il carbone attivo sulle lesioni sebbene sia ormai dimostrato l’elevato rischio infettivo di tale pratica.

9. Instillazione di soluzione salina per ripulire la cannula durante l’aspirazione tramite cannula tracheostomica.

Era un credo comune a tutti gli infermieri quello che, l’instillazione di soluzione salina potesse lubrificare la cannula facilitando il passaggio della sonda di aspirazione. Vi era anche la convinzione che le secrezioni si diluissero e che la soluzione potesse favorire l’eliminazione delle secrezioni tracheali.

Perché non viene più utilizzata tale tecnica?

Perché l’instillazione di soluzione salina risultava spesso traumatica ed il riflesso della tosse non era spesso stimolato specialmente nei pazienti tetraplegici.
La diffusione di farmaci per favorire la mucolisi ha reso tale pratica scarsamente utilizzata dagli infermieri.
Le ricerche hanno dimostrato che tale tecnica provocasse un incremento del rischio di polmonite.

10. Tagliare il catetere vescicale prima della rimozione

La pratica comune insegnata dalla scuola per infermieri del secolo scorso prevedeva il taglio del catetere Foley per facilitarne la rimozione.

Per quale motivo è in disuso?

Tale pratica può essere molto pericolosa perché parte del catetere vescicale può rientrare nella vescica dopo il taglio dello stesso.

11. Mungitura dei tubi dei drenaggi toracici

La tecnica consiste nella compressione dei tubi dei drenaggi toracici per creare una differenza di pressione per rimuovere coaguli.

Perché non si utilizza più?

Il rischio principale è dato dal rischio di dispersione di aria attraverso il tubo di drenaggio, con possibile infiammazione o traumatismo dei tessuti circostanti al sito di inserzione.

12. Uso della Coca Cola per rimuovere coaguli dai sondini naso gastrici.

La Coca Cola è una bibita dalla nota capacità disostruttiva. La sua acidità viene considerata utile per liberare il sondino naso-gastrico in caso di occlusioni.

Perché non si utilizza piu?

La Coca Cola, essendo una sostanza acida, potrebbe danneggiare il sondino naso-gastrico. Può inoltre contribuire alla creazione di coaguli denaturando alcune proteine contenute nelle soluzioni entrarli.

Le linee guida raccomandano di utilizzare acqua o di sostituire il sondino naso-gastrico.

Conoscere queste pratiche ormai in disuso negli Stati Uniti può rappresentare una fonte di stimolo per gli infermieri italiani.

Sicuramente in alcune realtà lavorative si utilizzano ancora alcune di queste tecniche.

Simone Gussoni

Fonte: nurseslabs.com

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Dott. Simone Gussoni

Il dott. Simone Gussoni è infermiere esperto in farmacovigilanza ed educazione sanitaria dal 2006. Autore del libro "Il Nursing Narrativo, nuovo approccio al paziente oncologico. Una testimonianza".

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