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Taranto, Opi chiede confronto ad Asl su emergenze Pronto soccorso e 118

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa dell’Ordine delle professioni infermieristiche di Taranto.

Nelle ultime due settimane si è registrata anche a Taranto una vera e propria emergenza Pronto soccorso, totalmente preso d’assalto e messo in ginocchio dalla recrudescenza dell’infezione da SARS-CoV-2 e dal picco dell’influenza stagionale che sta decimando pure le strutture sanitarie. Una condizione critica e da non sottovalutare affatto, che per essere parzialmente risolta necessita di interventi strutturali e immediati.

“Urge un confronto con il direttore generale dell’Asl Taranto, dottor Vito Gregorio Colacicco, e col direttore del SET 118, dottor Mario Balzanelli, al fine di individuare le soluzioni più opportune per garantire un’ assistenza di qualità ai cittadini e decongestionare il Pronto soccorso di Taranto”, afferma Pierpaolo Volpe, presidente di Opi Taranto.

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Volpe immagina una possibile via d’uscita: “Si potrebbe ipotizzare il potenziamento di tutti i punti di primo intervento, tra cui quello fondamentale del presidio ospedaliero San Giuseppe Moscati, per drenare i codici minori, decongestionando il Pronto soccorso di Taranto, ma sarebbe importante avviare il fast track in tutte le zone presidiate dal servizio 118. Per fare questo, però, è opportuno un confronto con la direzione strategica e il direttore del SET 118, in quanto va verificata la disponibilità di medici e infermieri e soprattutto vanno potenziati gli organici attuali”.

Il presidente di Opi Taranto evidenzia come “i colleghi del Pronto soccorso del SS. Annunziata siano ormai allo stremo delle forze, costretti a gestire centinaia di accessi, subendo le conseguenze dirette delle lunghe attese dei cittadini”. E aggiunge: “Anche il servizio 118 è da settimane in allarme rosso a causa delle lunghe code di ambulanze ai Pronto soccorso, che sottraggono mezzi disponibili per la gestione delle patologie tempo-dipendenti”.

Il presidente di Opi Taranto ci tiene poib a stigmatizzare gli episodi di violenza ai danni di personale sanitario accaduti di recente in varie strutture italiane, tra cui quello di Castellammare di Stabia, dove un’infermiera è stata presa a pugni: “Sono profondamente scosso per quanto continua a succedere nei pronto soccorso e, come Ordine, prendiamo le distanze da queste aggressioni, che offendono il lavoro di chi opera quotidianamente per la salute e si impegna con tutte le proprie forze per far funzionare bene un servizio fondamentale per la comunità. Servono interventi seri e maggiore sicurezza per restituire agli operatori la giusta dignità professionale”.

Tornando alle questioni di Taranto, Volpe rinnova il grido d’allarme al governatore pugliese Michele Emiliano e alla politica locale. “È necessario che si proceda subito allo sblocco delle assunzioni, in quanto i reparti sono ormai stracolmi di persone da assistere in carenza cronica di personale. C’è una vera e propria emergenza nel presidio ospedaliero SS Annunziata, dove la carenza di infermieri e di operatori socio-sanitari in reparti sovraffollati, con persone ricoverate che superano anche il limite massimo di dieci, sta mortificando la professione e la qualità dell’assistenza”.

Sempre il presidente di Opi Taranto: “Ricordo alla politica regionale che affermare che la Puglia ha rispettato i Lea non ci fornisce alcuna informazione sulla qualità dell’assistenza offerta al cittadino e sulla qualità delle prestazioni erogate. Senza il corretto fabbisogno di personale, potremo anche erogare prestazioni per il rispetto dei Lea, ma queste non raggiungeranno mai gli standard di qualità che un cittadino si attende”.

Infine un passaggio sulle condizioni proibitive in cui si trovano a operare gli infermieri in servizio al carcere di Taranto: “Questa è un’altra piaga, poiché i colleghi in servizio alla casa circondariale sono pochi e vivono in costante affanno, essendo impegnati nella presa in carico di un numero decisamente spropositato di detenuti, in situazioni spesso con elevata complessità assistenziale. Rischiano tanto sulla propria pelle e quindi occorre individuare pure per loro soluzioni che possano migliorare la sicurezza delle cure”.

Redazione Nurse Times

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