La SMA, cioè la atrofia muscolare spinale, è una delle più temibili malattie genetiche: a causa di una mutazione del gene SMN1 si ha un danno progressivo dei motoneuroni, quelle cellule del sistema nervoso che “comandano” il movimento dei muscoli.
Un danno che dopo un tempo variabile – per la forma più frequente è inferiore ai due anni – a seconda dei diversi sottotipi di malattia, determina la morte per insufficienza respiratoria. Ci sono 55-60 casi l’anno di SMA in Italia, che oltre a essere un dramma hanno un grave impatto sull’assistenza: i bambini vanno in rianimazione spesso ed è necessaria un’assistenza continua e complessa.
“Questo, però, è possibile solo se viene scoperta subito, alla nascita: è in quel momento che mediante un prelievo infatti si può scoprire se un bambino sta per sviluppare la SMA, e in quel caso attivare subito la terapia genica – dice il professor Vincenzo Nigro, ordinario di Genetica medica all’Università “Luigi Vanvitelli” di Napoli –. Se infatti la malattia viene trattata in fase presintomatica – ricordo che i sintomi non si manifestano prima dei sei mesi –, si ha una guarigione. Ma se invece si aspetta che il bambino abbia sintomi, anche lievi, come il ‘respiro di pancia’ o altri piccoli disturbi la terapia funziona al 70-75%”.
Oltre alla terapia genica si può usare anche una proteina in grado di ostacolare la distruzione dei motoneuroni: ma anche questa, se non viene data precocemente non ci saranno più motoneuroni su cui possa agire e la cura diventa inutile. Quindi è chiaro quanto siano importanti diagnosi e trattamento precoci. Purtroppo nella maggior parte delle regioni italiane lo screening neonatale non si fa”.
“Così come non si fanno screening neonatali anche per molte altre patologie ereditarie gravi – aggiunge il professor Paolo Gasparini, presidente Sigu (Società italiana genetica umana) –. Tutto questo non ha nemmeno una spiegazione economica visto che oggi le tecnologie per l’analisi del genoma esistenti permettono l’esecuzione di questo tipo di test a costi molto bassi, una semplificazione della logistica ed una presa in carico rapida di tutti i malati con benefici significativi sull’efficacia delle cure proprio come con la SMA”.
Redazione Nurse Times
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