Sindrome di Asperger, quando la conoscenza è integrazione

Lo scorso 18 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger, per ricordare la nascita del pediatra viennese Hans Asperger, che per primo negli anni 40 del secolo scorso l’ha descritta

Lo scorso 18 febbraio si è celebrata la Giornata Mondiale della Sindrome di Asperger, per ricordare la nascita del pediatra viennese Hans Asperger, che per primo negli anni 40 del secolo scorso l’ha descritta

La sindrome di Asperger fa parte delle malattie dello spettro autistico

La sindrome, difatti, condivide con l’autismo alcune caratteristiche, tra cui:

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  • Difficile interazione sociale (intesa come relazione);
  • Problemi di comunicazione;
  • Comportamenti ripetitivi e stereotipati;
  • Attività e interessi limitati;
  • Iperattività e deficit dell’attenzione;
  • Ansia e depressione.

Dall’autismo, tuttavia, si differenzia per:

  • Proprietà di linguaggio (anche se monotono e talvolta ripetitivo);
  • Abilità cognitive migliori;
  • Difficoltà al movimento fine delle dita della mano.

Asperger aveva descritto la presenza di questa condizione solo in soggetti di sesso maschile; in realtà la Sindrome colpisce anche le donne, anche se in percentuale assai minore.

Il Dott. Paolo Cornaglia Ferraris, autore di una collana pubblicata per Edizioni Centro Studi Erickson, “Io sento diverso” e membro del Comitato Scientifico dello stesso Centro per il Congresso biennale sull’Autismo, afferma che “la sindrome di Asperger è molto più comune dell’autismo.

Se l’autismo riguarda 4 bambini su 10.000, la sindrome di Asperger può raggiungere 25 soggetti su 10.000”; e che “i bambini che ne sono affetti, pur mostrando caratteri autistici, conservano una buona intelligenza e hanno un buon linguaggio”.

 

Il trattamento è sintomatico e prevede interventi sia psicosociali che psicoterapici, educazione di genitori e fratelli, associati a esercizi sul comportamento per migliorare la capacità di relazione sociale.

Si parla sempre di più di questa Sindrome e molte sono le testimonianze di giovani che riescono, con grande difficoltà e pervicacia, a ritagliarsi uno spazio nel mondo.

Uno di questi si chiama David Catoni

, giovane attore teatrale, presidente dell’associazione “Aspiedavid”, con la quale cerca di far conoscere questa Sindrome a quante più persone, soprattutto giovani.
David Catoni

David, dalle pagine del suo sito, ci parla della malattia e di come ha trovato la forza per affrontarla.

David esordisce così: “la sindrome di Asperger è un modo di essere, che hanno diverse persone oltre a me, l’unica cosa in cui queste persone hanno difficoltà è solamente nel gestire le emozioni perché un ragazzo con sindrome di Asperger le emozioni le sente in maniera amplificata rispetto a un neurotipico”.

Per chi come lui ha sperimentato l’esclusione e la solitudine è importante spiegare le manifestazioni di questa malattia.

Ai ragazzi con Asperger mancano alcune nozioni sulle regole sociali, il linguaggio del corpo, il linguaggio del volto, continua raccontando di sé: “riguardo me cosa posso dirvi sono un ragazzo che ha un vissuto piuttosto difficile alle sue spalle, ma ne sono estremamente fiero perché le difficoltà che ho affrontato mi hanno reso la persona che sono adesso, oltre che mi hanno insegnato a come relazionarmi con le persone all’esterno”.

David incontra i ragazzi, gira per le scuole, organizza spettacoli, come “Christian tra la Ci e la Erre”, l’opera realizzata con il Teatro del Krak di Ortona, che parla di un ragazzo Asperger e delle difficoltà che affronta nel contesto scolastico.

La conoscenza è integrazione, lo dimostra la storia di David e di altre centinaia di ragazzi che riescono a condurre una vita pressoché “normale”, a lavorare e a farsi una famiglia.

Rosaria Palermo

www.erickson.it

sociale.corriere.it

www.aspiedavid.it

Rosaria Palermo

Infermiera dal 1994. Attualmente, infermiera specialista del rischio infettivo presso l'ARNAS Garibaldi di Catania. Ho una laurea magistrale e due Master, uno in Coordinamento e l'altro in Management del rischio infettivo. Faccio parte del Direttivo di ANIPIO (Società Scientifica degli Infermieri Specialisti del Rischio Infettivo) dal 2016. Penso che lo scatto nella nostra professione debba essere culturale, prima di ogni cosa. Nelson Mandela diceva che la conoscenza è l'arma più potente di cui gli esseri umani dispongano, ed è ciò che permetterà alla nostra professione di ritagliarsi gli spazi che le competono.

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