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Scandalo nazionale: “Angeli del Covid” abbandonati dallo Stato dopo quattro anni di servizio

“Angeli del Covid”: disparità di trattamento tra personale sanitario civile e militare

A quattro anni dall’inizio della pandemia, emerge una controversia riguardante il trattamento del personale sanitario militare impiegato in prima linea durante l’emergenza Covid-19. Il decreto legislativo n.18 del 17 marzo 2020 ha arruolato medici ed infermieri civili nelle Forze Armate Italiane per affrontare la crisi sanitaria, ma ora, a distanza di tempo, sorgono interrogativi sulla loro situazione post-servizio.

Mentre il personale sanitario civile è stato stabilizzato ed assunto dal Sistema Sanitario Nazionale, coloro che hanno prestato servizio nelle Forze Armate si trovano ora senza lavoro, senza diritto al trattamento di fine servizio e alla Naspi. Questa disparità di trattamento solleva dubbi sulla giustizia e l’equità delle politiche di riconoscimento da parte dello Stato italiano.

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Possibili profili di incostituzionalità

Si apre un dibattito sulla possibile incostituzionalità del quadro normativo vigente, poiché il trattamento differenziato tra personale sanitario civile e militare potrebbe violare i principi di uguaglianza sanciti dalla Costituzione italiana. La giustizia sarà chiamata a valutare se ci siano fondamenti legali per una discriminazione di questo genere.

Appello per il riconoscimento umano

Oltre alla dimensione legale, c’è una questione umana da considerare: chi tutelerà gli “Angeli Militari del Covid”, ormai dimenticati? Questi uomini e donne hanno sacrificato affetti e conforto per servire il loro paese in un momento di grande bisogno, e ora è fondamentale garantire loro il giusto riconoscimento e sostegno.

La questione della disparità di trattamento tra il personale sanitario civile e militare durante la pandemia Covid-19 solleva importanti interrogativi sulla giustizia, l’equità e il rispetto dei diritti fondamentali. È essenziale che la società e le istituzioni si impegnino a trovare una soluzione equa e giusta per coloro che hanno sacrificato tanto per proteggere la salute pubblica.

Redazione Nurse Times

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