Gentile Direttore,
Questi sono segni che rimangono impressi, non solo sul volto, ma anche e sopratutto nell’anima. Se potessi vi farei assistere ad un nostro turno.
Vedrete noi tutti trasformarci in “astronauti” con quell’imbracatura che a stento ci permette di muoverci controllando ogni singolo movimento, ogni singolo passo.
Con quella nostra nuova divisa bianca più ti muovi più sudi, più parli più la gola si asciuga…per h 8 e anche di più a volte; non beviamo acqua perché poi non possiamo andare in bagno!
Vi farei anche assistere quando a fine turno ci dobbiamo svestire! La paura che invade i nostri corpi è tanta: ogni movimento sbagliato può essere motivo di contagio mio e dei miei amici colleghi. Vi farei anche assistere per sentire quei bip costanti dei macchinari dei pazienti che desaturano; sono una gelida melodia!! Vi farei anche vedere gli occhi tristi dei pazienti che sperano e sognano il giorno di rientrare a casa.
Vi farei sentire i loro lamenti misurati e mai fuori luogo!! Vi farei guardare gli occhi di chi ti chiede aiuto. Noi per loro siamo l’unico contatto con la realtà, siamo la loro seconda famiglia! Noi per loro siamo speranza e a volte dobbiamo fingere e bloccare le lacrime perché per alcuni di loro speranza non c’è!
A fine turno, dopo essersi lasciati la porta del reparto alle spalle, Vi farei provare anche la mia sensazione che mi accompagna sulla strada verso casa mentre prego Dio di non aver fallito e di non essermi “contagiata”.
Perché dietro quella tuta da astronauta, anche io come voi sono umana, sono una moglie, sono una mamma di una bimba di sette anni. Noi operatori sanitari nonostante tutto stiamo lottando, ma abbiamo ora più che mai bisogno di voi e del vostro aiuto.
Ci sarà il momento per ritornare a festeggiare, ma non è ancora arrivato: “Proteggetevi, indossate bene la mascherina e adottate tutte le misure che possano contrastare questo maledetto virus”.
#insiemecelafaremo
SAMANTA, OSS REPARTO COVID
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