Roviti (Movimento Nazionale Infermieri): “Siamo scesi in piazza per smuovere le coscienze”

Quattro chiacchiere col fondatore del gruppo che ha organizzato i flash mob di lunedì 15 giugno in trenta città italiane.

Diego Roviti

«Siamo soddisfatti per la partecipazione degli infermieri ai falsh mob organizzati in ben trenta piazze italiane. A Roma, in piazza del Popolo (foto, ndr), eravamo oltre trecento, ma abbiamo raggiunto numeri importanti un po’ ovunque. Nonostante le difficoltà nel coordinare le operazioni in così tante città, siamo riusciti a esprimere una linea comune, vincendo lo scetticismo di molti. Credo che chiunque abbia compreso l’onestà e la trasparenza delle nostre rivendicazioni, espresse con grande semplicità: una maglietta bianca e un palloncino rosso, a significare che siamo tutti uguali, senza bandiere o distinzione alcuna». Così Diego Roviti, fondatore del Movimento Nazionale Infermieri, da noi contattato dopo le manifestazioni di lunedì 15 giugno.

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Raggiunto l’obiettivo di destare un interesse generale per la figura dell’infermiere, che mai come ora, in tempo di Covid-19, merita rispetto e considerazione. «A dirla tutta – precisa Roviti –, ci aspettavamo più partecipazione da parte dei giovani colleghi, che evidentemente, proprio in ragione della loro età, non sono ancora entrati nell’ottica di manifestare per i propri diritti. Siamo comunque fiduciosi di poter coinvolgere maggiormente anche loro in futuro, così come abbiamo fatto finora con gli infermieri “anziani”. Inoltre non sono mancati i feedback positivi dal mondo politico. Segno che abbiamo smosso le coscienze di chi è chiamato a prendere in considerazione le nostre legittime richieste»

.

Nemmeno gli altri protagonisti della sanità italiana, anch’essi in prima linea nella lotta al coronavirus, sono rimasti indifferenti allo spirito d’iniziativa dimostrato dagli infermieri. Medici in primis. «È vero – conferma Roviti –, abbiamo incassato i complimenti di molti professionisti. Alcuni medici, spinti dalla curiosità, e magari pure dalla solidarietà, erano persino presenti nelle piazze per assistere ai nostri flash mob. Ciò ci fa ben sperare, specie nell’ottica di un rapporto sempre più corretto tra tutti coloro che lavorano in corsia».

E adesso? Quali risultati spera di ottenere il Movimento Nazionale Infermieri? «Puntiamo a incrementare il numero dei nostri membri, perché solo così possiamo dare una scossa al sistema. Noi non siamo un sindacato e non abbiamo quindi la possibilità di contrattare all’Aran. Però possiamo instaurare un dialogo con le autorità, che hanno la facoltà di scegliere con chi interloquire. Insomma, vogliamo fare da tramite tra i professionisti e le istituzioni. Per questo abbiamo consegnato la documentazione delle manifestazioni alle prefetture coinvolte, inoltrando anche richieste di audizione alle Commissioni Igiene-Sanità e Affari sociali di Senato e Camera».

Infine un ringraziamento: «La mia riconoscenza va ai tantissimi colleghi che hanno preso parte alle nostre iniziative e che ne stanno diffondendo le immagini via social, consentendoci così di farci conoscere da quanta più gente possibile».

Redazione Nurse Times

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