La sindrome respiratoria acuta grave coronavirus 2 (SARS-CoV-2) è un nuovo coronavirus che ha causato la pandemia, purtroppo,ancora in corso.
Le caratteristiche cliniche del COVID-19 variano da asintomatiche a febbre, tosse, mancanza di respiro con dispnea ingravescente e persino morte.
Le manifestazioni neurologiche associate includono generalmente malattie lievi come vertigini, mal di testa, alterazione dell’olfatto e del gusto e polineuropatia, nonché alterazione della coscienza, ictus, convulsioni ed encefalite.
Per saggiare i dati esistenti in letteratura digitale è stato interrogato come motore di ricerca Google, con le query “((SARS-CoV2) OR (COVID-19)) AND ((ictus))”.
Sono emersi una serie di dati con statistiche significative e con modeste variazioni di importanza per l’applicazione clinica, probabilmente dovuti alla numerosità dei campioni esaminati. Di seguito riportato lo studio che per numerositàò campionaria può avere un impatto considerevole sui percorsi diagnostico/terapeutici dei pazienti affetti (o con infezione pregressa!) SARS-COV-2.
Dunque, una revisione sistematica realizzata da un gruppo di ricercatori di Singapore e pubblicata sul Journal of Thrombosis and Thrombolysis, ad esempio, ha messo insieme le evidenze provenienti da 35 casistiche, per un totale di 4466 pazienti (135 con ictus ischemico), di cui 5 studi osservazionali di coorte condotti in Francia, Olanda, Italia, Cina e Stati Uniti.
Questi hanno messo in evidenza un’incidenza di ictus ischemico nei pazienti COVID-19 compresa tra il 0,9% e il 2,7%.
In generale i sintomi da infezione da SARS-CoV-2 più frequenti sono risultati essere febbre (55,2% – 63,7%), tosse o altri sintomi respiratori acuti (52,5% – 76,0%) e dispnea (43,7% – 58,6%).
Per quanto riguarda il tempo trascorso tra la comparsa dei sintomi COVID-19 e l’insorgenza dell’ictus questo è risultato in media di 10±8 giorni nella revisione del gruppo di Singapore . Analisi di laboratorio hanno poi messo in evidenza livelli elevati di D-dimero (9,2 ± 14,8 mg/L) e di fibrogeni (5,8 ± 2,0 g/L).
Nella revisione sistematica del gruppo di ricerca di Singapore è emerso un tasso di occlusione dei grandi vasi pari al 40,19% e la maggior parte dei pattern responsabili dell’ictus ischemico acuto fosse costituito da trombosi, embolia o stenosi di un grande vaso (62,1%).
Il trattamento e la prognosi dei pazienti Covid con Ictus mirerebbe a impedire coagulazione del sangue e aggregazione piastrinica.
CALABRESE MICHELE
FONTE
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