Puglia: approvata la legge sulla riduzione delle liste d’attesa. Conca (M5S) legge in favore dei medici

Dura la reazione di Mario Conca del M5S "Dopo quindici mesi di continui rinvii, e nove ore di discussione in aula, sono venuti fuori allo scoperto. Emiliano e company hanno preferito assecondare i desiderata di 4 mila medici calpestando gli interessi di oltre 4 milioni di pugliesi, bocciando il blocco automatico della libera professione e, addirittura, incentivandola con l'acquisto delle prestazioni in Imtramoenia...e noi paghiamo!!"

Dura la reazione di Mario Conca del M5S “Dopo quindici mesi di continui rinvii, e nove ore di discussione in aula, sono venuti fuori allo scoperto. Emiliano e company hanno preferito assecondare i desiderata di 4 mila medici calpestando gli interessi di oltre 4 milioni di pugliesi, bocciando il blocco automatico della libera professione e, addirittura, incentivandola con l’acquisto delle prestazioni in Imtramoenia…e noi paghiamo!!”

Puglia, approvata, a maggioranza e con emendamenti, la proposta di legge sulle “Misure per la riduzione delle liste d’attesa in sanità”, a firma di Fabiano Amati, Ruggiero Mennea, Napoleone Cera, Mario Conca, Enzo Colonna

Dopo un lungo e aspro dibattito, si è deciso di prevedere preliminarmente all’art. 1 la previsione del recepimento, da parte della Regione, della recente Intesa Stato-Regioni sul piano nazionale delle liste d’attesa.

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II Consiglio regionale ha approvato a maggioranza (20 voti favorevoli e
12 contrari, il gruppo di FI non ha partecipato al voto)

Ma il testo presentato da Amati, è stato radicalmente cambiato, superando la criticata su attività libero professionale.

L’articolo 3 contenente la sospensione dell’attività libero professionale in caso di un disallineamento superiore cinque giorno, invece, è stato interamente riscritto, in virtù di due emendamenti presentati da Ignazio Zullo ed a Paolo Pellegrino.

All’’art. 3 si prevede la sospensione dell’attività libero professionale nelle aziende sanitarie in caso di un disallineamento superiore a 5 giorni nell’erogazione delle prestazioni in regime istituzionale rispetto a quelle in regime Alpi.

In virtù di due emendamenti presentati, si è previsto che entro due mesi le Asl dovranno provvedere all’adozione del piano attuativo aziendale, con la previsione delle misure da adottare in caso di superamento dei tempi massimi stabiliti.

Ogni due mesi i direttori generali dovranno pubblicare sul sito internet aziendale i dati relativi al monitoraggio, sia con riferimento all’attività istituzionale che all’Alpi che saranno monitorati dalla Giunta regionale.

La prenotazione delle prestazioni, incluse quelle specialistiche (ad eccezione di quelle di medicina di laboratorio), potrà avere luogo solo attraverso il Cup. Gli inadempienti saranno soggetti a procedimento disciplinare, con il mancato riconoscimento per l’Alpi delle remunerazione prevista per l’attività libero professionale.

Altro punto centrale delle legge è la nomina da parte dei direttori generali delle Asl del responsabile unico aziendale sulle liste d’attesa (Rula), che dovrà essere scelto tra il personale in servizio con qualifica dirigenziale ed esperienza pregressa.
Nel caso del mancato raggiungimento degli obiettivi non avrà luogo la retribuzione (parziale o totale) della retribuzione di risultato. Previsto anche l’avvio del procedimento di decadenza del Direttore generale dell’azienda interessata.
Entro due mesi dall’entrata in vigore della legge, infine, le aziende sanitarie dovranno rideterminare le dotazioni organiche in funzione dell’aumento dell’efficienza e della migliore utilizzazione delle risorse umane, tenendo conto anche della necessità di abbattere le liste d’attesa.

Dure le critiche da parte dei consiglieri regionali del M5S Conca e Di Bari.

Lo stesso Presidente della Commissione regionale bilancio Fabiano Amati, commentando l’esito della votazione sulla proposta di legge sulle liste d’attesa critica “Una legge che alla fine non tiene conto della legge statale, del Piano nazionale e del contratto dei medici. Una legge trasformata in un mostro giuridico. Ma per comprendere ciò che è accaduto basti pensare che la proposta che prevedeva il blocco dell’attività privata in caso di mancato allineamento con l’attività pubblica, è stata sostituita con una norma che farà innalzare le prestazioni private e le spese, senza risolvere il problema dell’attesa. Una norma impossibile per l’ordinamento, che prevede l’acquisto di prestazioni da operatori accreditati esterni, in extra budget rispetto agli accordi contrattuali vigenti. Insomma, un’ingiustizia e un pasticcio.”

“Pagina disdicevole”, la commenta in una nota il consigliere regionale di Forza Italia, Domenico Damascelli. 

“Oggi in Consiglio regionale è stata scritta una pagina molto triste per la Puglia: è disdicevole utilizzare un tema così delicato e importante per i cittadini, come le liste d’attesa nella sanità, per un braccio di ferro all’interno della maggioranza. Purtroppo è esattamente quello che è accaduto: le liste d’attesa chilometriche sono frutto della gestione a firma del centrosinistra, che governa la Regione da quasi 15 anni. Effettuo costantemente sopralluoghi nelle strutture sanitarie e capita, per fare solo un esempio, che un cittadino chieda di effettuare una Tac in un Pta che ne è dotato, ricevendo risposta negativa al Cup. Perché? Indagando, magari, poi si scopre che manca un tecnico perché è andato in pensione e nessuno ha provveduto a sostituirlo. E così il cittadino non può effettuare l’esame diagnostico. Questo accade ovunque: negli ospedali e negli ambulatori territoriali. Sono drammi che i pugliesi vivono ogni giorno e di cui nessuno si fa carico. Ancora: basta andare in un ospedale pediatrico per toccare con mano che spesso un bambino non viene ricoverato per mesi per carenza di posti letto e di lui nessuno si occupa. Perciò, discutere per ore e ore in Consiglio regionale solo per consentire alle fazioni del centrosinistra di duellare in aula, è veramente mortificante. È per questo che abbiamo deciso di non prestarci a questi giochi tra faide della maggioranza, mentre i cittadini chiedono risposte vere. Ci sono persone che muoiono perché le liste d’attesa non consentono di intervenire con immediatezza ed è un dramma che investe tutta la popolazione pugliese e colpisce i più fragili”.

“Il no alla legge Amati sulle liste d’attesa dettato da Emiliano assesta un colpo durissimo al servizio sanitario gratuito, e blinda invece la casta del servizio a pagamento”. Lo dichiara Francesca Franzoso consigliere regionale di Forza Italia. 

“Oggi abbiamo appreso in aula che il cruccio dell’ assessore alla Sanità, non è quello di garantire il servizio pubblico gratuito, di adoperarsi per renderlo efficiente ed attrattivo abbattendo le liste d’attesa, ma quello di non scalfire il diritto del servizio a pagamento. In nome della libertà di scelta di pochi, è stato sacrificato il diritto di tutti di curarsi in tempi dignitosi. La sinistra di governo ha perso la bussola e a ricordarglielo è stata l’ ala antagonista della colazione ormai irrimediabilmente a pezzi. Stasera, in un colpo, Emiliano ha fatto a pezzi lo spirito del servizio sanitario pubblico e la tenuta della sua maggioranza. Da domani i cittadini in fila ai Cup sapranno con chi prendersela”.

Ed in un video sulla sua pagina fb, la consigliera regionale e capogruppo del M5S, avv. Grazia Di Bari, nel sottolineare il proprio disappunto dichiara: “Al contrario di quello che oggi viene riportato su alcuni giornali sulle liste d’attesa, ci sarebbe poco da festeggiare.
La salute dei cittadini pugliesi viene messa in attesa perché Emiliano con parte della sua maggioranza e parte della minoranza, Direzione Italia e Forza Italia, decide di non decidere pur di non farsi nemici.
È comoda la sua “non scelta” ma indovinate un po’ chi ci rimette?”

 

Redazione NurseTimes

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