Gli esperti della SIU (Società italiana di urologia) puntano l’attenzione sull’alimentazione come possibile concausa di problemi legati alla ghiandola prostatica. Il legame pericoloso tra stili di vita e malattia riguarderebbe, in particolar modo, l’elevato numero di grassi nella dieta, con menzione particolare al colesterolo, i possibili problemi alla prostata possono variare dalla semplice ipertrofia al tumore prostatico. Due ricerche internazionali sono state prese in considerazione dagli esperti.
La prima, pubblicata sulla rivista Prostate, ha visto soggetti a studio 36 mila uomini, di età compresa tra i 40 e i 99 anni, dei quali quasi 9mila con elevati livelli di colesterolo plasmatico, per un periodo di studio compreso tra 1 e 14 anni. È emerso come gli uomini con propensione a elevati livelli di colesterolo e abituati a una dieta ricca di grassi, abbiano un rischio maggiore del 25% di contrarre patologie prostatiche rispetto agli altri soggetti.
La seconda ricerca, pubblicata sulla rivista Oncotarget, ha invece analizzato 767 uomini già affetti da tumore alla prostata, evidenziando che gli elevati livelli di colesterolo erano correlati a un’incidenza superiore del 37% per lo sviluppo della neoplasia.
Il professor Vincenzo Mirone, responsabile comunicazione della SIU, indica come via preventiva una corretta strategia dietetica, con lo scopo di ridurre l’assunzione di grassi attraverso l’alimentazione. Secondo gli urologi, l’estate può essere il momento giusto per correggere le errate abitudini alimentari, indicando in particolare l’assunzione di cibi quali cereali, legumi, vegetali, pesce, carni magre, pomodori cotti, broccoli, frutta secca e bevande non zuccherate. Queste tematiche saranno punto cardine della campagna #Controllati2018, organizzata nelle farmacie dalla SIU e al via nel mese di novembre.
Nicolò Roberi
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