Lo studio degli sperimentatori SAVE-MORE ha valutato l’effetto di anakinra su pazienti affetti da COVID-19 con polmonite da moderata a severa. L’uso precoce e mirato di anakinra, in aggiunta agli attuali standard di cura nei pazienti ospedalizzati con prognosi sfavorevole. Inoltre, ha ridotto la mortalità e la progressione verso una grave insufficienza respiratoria, aumentando al tempo stesso il numero di pazienti dimessi dall’ospedale in assenza di infezione da COVID-19.
A renderlo noto è stato lo Swedish Orphan Biovitrum assieme all’Istituto Ellenico per lo Studio della Sepsi.
SAVE-MORE è un ampio studio controllato randomizzato su oltre 600 pazienti ospedalizzati, che identifica specificatamente quelli a rischio di grave insufficienza respiratoria mediante la misurazione di livelli elevati di suPAR (recettore dell’attivatore del plasminogeno urochinasi solubile), un biomarcatore plasmatico che riflette l’attivazione immunitaria ed è stato in precedenza associato a prognosi sfavorevole in una serie di condizioni.
Lo studio è guidato dal Presidente e Chairman Evangelos Giamarellos-Bourboulis, Professore di Medicina Interna e Malattie Infettive presso l’Università Nazionale Capodistriana di Atene, Presidente della European Shock Society e Chairman dell’European Sepsis Alliance. Sobi intende discutere questi risultati con le Autorità Regolatorie per valutare la possibilità di approvazione.
“Si tratta del primo studio nel quale si valutano i pazienti chiaramente identificati come popolazione a rischio prima del ricovero in terapia intensiva (ICU). I risultati sono incoraggianti e rappresentano un passo avanti nel trattamento e nella prevenzione della progressione verso condizioni più critiche” ha dichiarato il Prof. Giammerellos-Bourboulis. “I miei ringraziamenti vanno ai tanti pazienti e medici che hanno dato il loro contributo in Italia e in Grecia”.
“Siamo lieti che anakinra sia riuscito a dimostrare un beneficio significativo rispetto allo standard terapeutico in un’ampia gamma di risultati clinici” ha affermato Guido Oelkers, CEO di Sobi. “Vorrei congratularmi con il professor Giamarellos-Bourboulis e i suoi collaboratori per il lavoro così significativo svolto in condizioni difficili e in tempi stretti”.
“Anakinra è un antagonista del recettore dell’interleuchina-1 che ha già dimostrato efficacia nello spegnere la tempesta citochinica tipica del Coronavirus. Avere il supporto diagnostico di un biomarcatore è senza dubbio un ulteriore valore aggiunto testimoniato dai risultati di SAVE-MORE”, ha affermato Emanuele Nicastri, Infettivologo e Direttore Divisione Malattie Infettive dell’Istituto Spallanzani di Roma, Istituto di Ricerca e Cura a Carattere Scientifico di riferimento nazionale per l’epidemia di SARS-CoV-2 in Italia e Centro Coordinatore Italiano dello studio. “Consente infatti di capire precocemente se la terapia può essere efficace per quel singolo paziente, adattandola alle sue caratteristiche, e riducendo la possibilità di peggioramento delle funzioni respiratorie”.
“È evidente che sussistono notevoli esigenze mediche per le quali non è ancora stata trovata una risposta nel trattamento del COVID-19”, sostiene Ravi Rao, Responsabile Ricerca & Sviluppo e Direttore Medico di Sobi. “Questi importanti risultati giungono in un momento critico e intendiamo continuare il nostro dialogo in corso con EMA in collaborazione con il Professor Giamarellos-Bourboulis”.
Fonte: pharmastar.it
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