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Orbassano (Torino), morì per un aneurisma dopo 7 ore di attesa in Pronto soccorso: chiesto un anno di reclusione per l’infermiere che assegnò al paziente un codice verde

I fatti risalgono al 23 gennaio 2019. Secondo il pm, che sostiene l’accusa di omicidio colposo, l’atteggiamento del sanitario di Triage sarebbe stato negligente: “Il forte dolore avrebbe dovuto allarmare subito sulle sue condizioni”. Sentenza attesa per il 19 luglio.

Condanna a un anno di reclusione per omicidio colposo. Questa la richiesta della Procura per un infermiere 36enne di Triage dell’ospedale San Luigi Gonzaga di Orbassano (Torino), a processo per il decesso di un 66enne, risalente al 23 gennaio 2019. La sentenza è attesa per la data del 19 luglio.

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Il paziente era giunto al Pronto soccorso in preda a forti dolori inguinali e gli era stato assegnato un codice verde perché la sua situazione era stata valutata come stazionaria. Dopo sette ore di attesa e un ulteriore controllo, era stato trasferito al reparto di Chirurgia vascolare, ma ormai era tardi: fatale lo shock emorragico causato dalla rottura di un aneurisma dell’aorta addominale. Secondo gli inquirenti, sarebbe stato opportuno farlo visitare per tempo da un medico.

“L’imputato è stato imprudente – ha affermato il pm Giovanni Caspani, sostenendo la negligenza del sanitario –. Sembra che l’uomo avesse informato l’infermiere di essere stato sottoposto a un precedente intervento di chirurgia vascolare. E se anche così non fosse, il cambiamento della sua situazione psicofisica avrebbe dovuto convincerlo ad assegnarli un codice giallo. L’assegnazione del codice d’urgenza, infatti, determina anche gli orari con cui le condizioni del paziente vengono rivalutate”

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Stando alle linee guida nazionali, un paziente in codice verde può attendere anche 120 minuti prima che le sue condizioni siano valutate, mentre per un codice giallo i tempi si riducono a un massimo di 20 minuti. “C’è stata una sottovalutazione del quadro sintomatico”, ha spiegato ancora Caspani nella sua requisitoria, aggiungendo che nessuna rilevanza avrebbe avuto il fatto che il paziente fosse stato sottoposto a un esame del sangue che, al pari dei parametri vitali nella norma, non aveva segnalato particolari anomalie. “Ma non è stato preso in considerazione il forte dolore dell’uomo, che avrebbe invece dovuto allarmare subito sulle sue condizioni”, ha concluso il pm.

Redazione Nurse Times

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