Infermieri

Opi Firenze-Pistoia: “Taglio degli infermieri dalle docenze dei corsi di laurea uccide la professione”

L’Ordine interprovinciale toscano si unisce al coro di dissensi per la decisione assunta dal ministro Manfredi con il Decreto n. 82 del 14 maggio. E in una lettera inviata alla Fnopi e agli Opi d’Italia chiede un Consiglio nazionale per ridisegnare il futuro della formazione.

“Sia il Decreto Rilancio che il Decreto ministeriale n. 82 del 14 maggio 2020 di fatto ‘uccidono’ la professione infermieristica, colpendola nella sua disciplina scientifica e annullandola”. Così l’Ordine delle professioni infermieristiche interprovinciale di Firenze-Pistoia commenta il recente decreto firmato dal ministro Gaetano Manfredi, che sostanzialmente taglia gli infermieri dalle docenze dei corsi di laurea in Infermieristica, sostituendoli con i medici. Per questo, Opi Firenze-Pistoia ha scritto alla Fnopi e a tutti gli Opi d’Italia, chiedendo la convocazione urgente di un Consiglio nazionale a seguito dell’uscita del Decreto del ministro dell’Università e della ricerca allegato. Al centro delle richieste di Opi Firenze-Pistoia ci sono: formazione universitaria, formazione universitaria post-lauream, organizzazione con emanazione di una legge quadro. Cosa dice il Decreto – Il DM n. 82 del 14 maggio 2020 (“Modifica requisiti di docenza lauree per infermieri”) afferma che, in deroga a quanto stabilito dal d.m del 7 gennaio 2019, in materia di docenti di riferimento ai fini dell’accreditamento iniziale e periodico dei corsi di studio per i Corsi di Laurea in infermieristica per gli anni accademici 2020/2021 e 2021/2022 sono ridotti da 5 a 3 i docenti di riferimento dei corsi di laurea in Infermieristica, e per quanto riguarda i docenti a tempo indeterminato da 3 a 1. Taglio che sarà ‘compensato’ sostituendo i due docenti infermieri con altrettanti medici ospedalieri. La posizione di Opi Firenze-Pistoia«Come noto – afferma il presidente Danilo Massai nella lettera inviata alla Fnopi e tutti gli Opi d’Italia –, quest’anno l’Oms ha richiamato l’attenzione su infermieri e ostetriche e ha invitato gli Stati a adeguare le politiche e le prassi al fine di consentire alla professione di collocarsi al livello di importanza che le spetta, con l’obiettivo della tutela della salute. Viste le direttive europee sulla formazione infermieristica ove si enunciano specifiche competenze, a seguito della pandemia, tutti gli Stati europei stanno investendo nella professione, sia dal punto di vista organizzativo che formativo. Diversamente in Italia rileviamo che, nei decreti di recente emanazione, gli infermieri sono di fatto riportati a una professione ancillare e dipendente dalla figura del medico. Infatti sia il Decreto Rilancio che il Decreto ministeriale n. 82 del 14 maggio 2020 di fatto “uccidono” la professione infermieristica, colpendola nella sua disciplina scientifica e annullandola». Formazione universitaria – Per quanto riguarda la formazione universitaria, Opi Fi-Pt ritiene necessaria una legge straordinaria transitoria di 10 anni capace di dare un assetto universitario all’infermieristica attraverso una serie di misure che passano dall’istituzione di un dipartimento universitario di Scienze infermieristiche all’assunzione straordinaria 400 professori e 600 ricercatori. E ancora l’obbligatorietà del servizio dipartimentale di ricerca e innovazione. Dovrà inoltre essere definita su base nazionale una rete formativa universitaria con finanziamento per: tecnologie, tutoral logistica degli studenti, staff, centro di simulazione; definizione di criteri e standard per convenzioni con aziende per i tirocini; istituzione di contratti di formazione-lavoro al terzo anno da 1.000 euro mensili (20 ore lavoro e 16 di studio) Formazione universitaria post-lauream
– Anche per la formazione universitaria si ritiene necessaria una legge che, in primo luogo, istituisca Scuole di specializzazione per l’erogazione di corsi rigorosi e che realmente qualifichino le competenze specializzate. Tali scuole dovrebbero essere istituire all’interno del dipartimento infermieristico universitario ed essere dirette da infermieri con qualificato curriculum. Si ritiene inoltre necessario istituire sia master su piattaforma nazionale per gli esperti, attuati in ogni dipartimento infermieristico universitario già istituito, sia la scuola manageriale, con la riqualificazione dell’attuale laurea magistrale, da intendersi come corso erogato in un solo ateneo regionale, oltre all’offerta di master in scienze manageriali. Organizzazione – La richiesta, anche in questo caso, va verso l’emanazione di una legge quadro per l’istituzione di una serie di figure. In primo luogo una Commissione permanente infermieristica presso il ministero della Salute per lo sviluppo della normativa di settore oltre che per emanare linee guida nazionali su temi emergenti e buone prassi. A seguire, l’Area infermieristica strutturata in ogni assessorato regionale e l’area contrattuale delle professioni sanitarie che valorizzi il professionista e lo specialista al fine di adeguare gli stipendi su base europea (in Italia gli infermieri sono in deficit di circa 1.000 euro al mese) e definire il sistema standard di dotazioni di infermieri nei servizi territoriali e ospedalieri. La legge dovrà puntare anche a definire il sistema di certificazione e ricertificazione delle competenze professionali referenziali e specialistiche, nuove modalità concorsuali per accedere alla P.A., oltre a un sistema di stabilizzazioni dei contratti a termine e gli elenchi speciali nazionali per la dirigenza. Dovrà potenziare il ruolo del coordinatore gestionale e istituire in ogni azienda singola o associata, il servizio di ricerca e innovazione, diretto da un infermiere con qualificato profilo. Infine creare, in ogni azienda, il Comitato Scienze infermieristiche applicate (con compiti di indirizzo e controllo) e una struttura formativa diretta da un infermiere con qualificato curriculum. Redazione Nurse Times  
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